Brooklyn's point of view
- Oggi è il grande giorno, eh? - dice Bella, entrando in camera mia. Avvampo.
- G-grande giorno?
Sogghigna, arruffandomi i capelli. Mi fa piacere vederla di buon umore, anche se a mio discapito. Temevo che si struggesse per sempre per Yuuhi.
- Non viene qui Castiel?
- Ah, s-sì...
Mi abbraccia, anzi, mi stritola.
- Sei così carino, cespuglietto mio! - commenta, e io non ho abbastanza ossigeno per protestare.
- Bella... non respiro...
- Scusa - ride, scompigliandomi di nuovo i capelli. Le scocco un'occhiataccia. - Sei bellissimo, fratellino. Il tuo Castiel è davvero fortunato...
- Non è il mio Castiel - sbuffo, strappandole l'ennesima risata.
- Non mi puoi mentire, Brook - m'informa, sorridendo. Poi torna seria. - Lo dirai a mamma e papà?
- Cosa?
- Che state insieme, 'cosa'.
Arrossisco, giocherellando con il bordo della maglietta.
- Sì...
- Andrà tutto bene - mi rassicura. Suona il campanello. - Oh! Dev'essere il tuo ragazzo.
Le rifilo una seconda occhiataccia e vado ad aprire, sistemandomi in qualche modo i ricci.
- Castiel!
- Ciao, Brook - replica, massaggiandosi la nuca. Indossa un paio di jeans neri e una maglietta grigia con la sagoma nera di un cavallo che sta saltando; si è pettinato i capelli di lato, inoltre.
- Ma quanto siamo eleganti! - esclamo, lustrandomi la vista. Ride.
- Volevi che mi presentassi con gli stivali sporchi di fango e la maglietta bagnata di saliva di Shine?
Rido anch'io e gli rubo un rapidissimo bacio.
- Vieni, entra.
Si toglie le scarpe e poi mi segue in salotto.
Castiel's point of view
La casa di Brooklyn è più grande della mia, ovviamente. Ovunque il mio sguardo si posi ci sono coppe e medaglie, mi chiedo se siano tutte del mio ragazzo.
I suoi genitori, sua sorella e quella che suppongo sia sua moglie ci aspettano in salotto.
- Ciao, caro! Castiel, giusto? Io sono la mamma di Brooklyn - si presenta... sua madre. Lei e Brook si assomigliano un sacco: stessi occhi verdi, stesso sorriso... i ricci di Brooklyn sono solo di un biondo più scuro.
- Piacere di conoscerla - dico, stringendole la mano. Sembra molto gentile e affettuosa.
- Oh, dammi pure del tu!
Abbozzo un sorriso imbarazzato.
- E io sono suo padre.
Adesso so da chi ha ereditato i ricci: suo padre ha la stessa chioma ribelle, però di un bel castano scuro. Anche lui ha gli occhi verdi.
- P-piacere... - replico, un poco intimorito. Poi si apre in un sorriso incoraggiante e il mio timore svanisce.
- Bella, sua sorella. E questa è mia moglie, Leya.
Finite le presentazioni, la mamma di Brooklyn ci invita a spostarci in sala da pranzo per mangiare.
- Prima di cominciare, ci tenevo a dire che io e Castiel stiamo insieme - annuncia il mio ragazzo, facendomi avvampare violentemente. Nessuno fa una piega.
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Il silenzio del vento
RomansBrooklyn ha quindici anni e aspira a diventare il campione assoluto di equitazione. Ma, quando nella sua vita irrompe un cavallerizzo che potrebbe essere più bravo di lui, con un cavallo forse più fenomenale del suo, il suo sogno vacilla. Sotto la r...