4. Alpha males and butter fingers 3/3

1.3K 58 9
                                    

"È di nuovo in ritardo."

"Lo so."

sempre in ritardo."

Sakura scheggiò il ceppo di legno a cui era poggiata con il suo kunai, immaginando di star pugnalando la schiena di Kakashi. Qualcuno avrebbe potuto dire che era un modo malsano di pensare, ma per Sakura - che aveva trascorso gran parte della scorsa notte sognando di rimuovere gli indumenti di dosso al proprio sensei - questo era un grosso miglioramento psicologico.

Naruto, che si trovava lì vicino, faceva rotolare avanti e indietro un sassolino sotto la suola della sua scarpa, con le mani affondate saldamente nelle tasche. Sasuke era appoggiato al ceppo accanto quello di Sakura, fissando intensamente un serpente strisciare su una roccia accanto allo stagno lì vicino. Aveva una strana fissazione con i serpenti in quei giorni...

Era da più di un'ora che aspettavano il loro sensei, ma non c'era davvero niente di cui sorprendersi. Solo che... se Kakashi avesse fatto tardi come il giorno precedente, era molto probabile che i ragazzi avrebbero mandato Sakura a cercarlo. Se fosse successo, Sakura avrebbe sicuramente strangolato qualcuno.

Naruto sospirò forte. Sakura lo ignorò. Sasuke prese un sasso e lo lanciò contro il serpente - mancandolo - e maledicendolo sotto voce mentre strisciava velocemente via tra i cespugli.

"Sono leggermente imbarazzato," disse pigramente una voce, "d'essere colui che ti ha insegnato a tirare."

Naruto scattò in piedi. "Kakashi-sensei! Sei in ritardo!" lo accusò inutilmente.

Kakashi alzò vagamente le mani, una delle quali reggeva il suo libro preferito. "Mi sono addormentato in un orecchio gigante..."

Mentre Sasuke e Naruto derisero quella che sembrava essere la menzogna più sfacciata, Sakura aggrottò la fronte al terreno, chiedendosi che cosa significasse quest'ultimo eufemismo. Alzò lo sguardo in tempo per intercettare uno sguardo di sfuggita di Kakashi, e la sua espressione si accigliò. Lo sguardo di lui si lanciò di nuovo sul suo viso, istantaneamente. "Cosa?" le chiese inespressivo.

"Spero tu sia felice," disse lei acidamente. "Ho dovuto dare i miei orecchini a quel venditore, perché non pagato il conto. E non mi piace nemmeno il saury. Ha un sapore orribile."

"Eh? Oh. Sì." Kakashi si grattò il collo mentre alzò vagamente gli occhi al cielo. "Beh, ricordami di ripagarti la prossima volta."

Sakura stava per aprire la bocca e ricordargli che non importava quante volte lo si ricordava all'uomo, non se ne sarebbe mai ricordato, ma a quel punto Naruto divenne troppo impaziente. "Allora che facciamo oggi?" chiese con entusiasmo, impaziente di cominciare come sempre.

"Hm? Beh, dopo la vergognosa dimostrazione di Sasuke, penso che sarebbe saggio dedicare un po' di tempo nel perfezionare le tecniche di lancio," disse Kakashi, portandi la mano al suo marsupio.

"È ridicolo," borbottò Sasuke. "L'ho mancato di proposito."

"Comunque sia, voglio che voi tre facciate pratica con questi."

Tre coltelli dal manico liscio atterrarono fra l'erba ai loro piedi. Sakura raccolse il suo e lo osservò attentamente.

"Hum," Naruto sembrò perplesso.

"Io non uso i tanto" disse Sasuke, rifiutandosi di raccogliere la sua lama.

"Bene," disse Kakashi senza problemi, "ma quando uno di voi tre morirà tra un paio d'anni perché non sapeva come lanciare correttamente un'arma, indovinate a chi staccherà il collo l'Hokage per non avervelo insegnato correttamente?"

The WindowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora