7. Take me home 3/4

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Il ragazzo ANBU le stava simpatico. Nel momento in cui Ino aveva annunciato le sue intenzioni di farla mettere con qualcuno di sua scelta, Sakura decise di non farsi piacere nessuno degli uomini che l'amica aveva selezionato per lei. Ma lui aveva un bel sorriso e delle mani genitli, e ogni volta che voleva un altro drink, era più che felice di versargliene nel bicchiere.

Accolse con piacere il sapore amaro del drink. La rilassava. Aveva il disperato bisogno di qualcuno che le levasse dalla mente Ikki e Kakashi, e più beveva più riusciva ad accettare l'idea di usare l'uomo ANBU per perseguire il suo obiettivo. Sembrava carino. Ino le aveva già dato la sua approvazione, e lei non aveva mai torto quando si trattava di uomini. Si chiese se sarebbe finita a casa con lui. Sarebbe stato meglio di Ikki? Magari bravo come Kakashi?

Beh, probabilmente no. Probabilmente non esisteva un uomo bravo quanto Kakashi. Anche se quello a cui stava pensando era dovuto alla sua esperienza limitata che le dava una prospettiva distorta.

In entrambi i casi, se doveva essere abbastanza coraggiosa da invitarlo a casa, aveva bisogno di un altro po' di coraggio. Più beveva, più si sentiva confidente e coraggiosa. Fu solo quando la stanza cominciò a girare che si chiese se avesse esagerato un po'.

"Vuoi un altro drink?" le chiese il suo accompagnatore.

"Certo..."

Il ragazzo andò a riempirle nuovamente il bicchiere. La stanza cominciò improvvisamente a vorticare verso sinistra. Non aveva realizzato di star cadendo fin quando un braccio forte e sicuro le avvolse i fianchi e la riportò in verticale. "Ops," sentì mormorare pazientemente il suo salvatore. "Un po' stordita?"

"Sensei?" sbatté le palpebre verso di lui, sorpresa di vederlo lì. "Perché le tue teste non la smettono di muoversi...?"

Il braccio che le stava sulla schiena rimase al suo posto mentre il suo sensei si voltò a guardare il ragazzo. "Quanto ha bevuto?"

"N-non lo so... tre bicchieri?"

"Di cosa?"

"Succo di mirtillo non diluito."

"Cazzo, sul serio?"

"Mi sento così male," mormorò lei, con una mano allo stomaco.

Il suo accompagnatore - tutti e tre, per quanti ne vedeva - sembrava preoccupato. "Posso portarla io a casa se vuoi."

Il tono di Kakashi si fece discretamente freddo. "Non sarà necessario. La porto io a casa. Dì ciao-ciao, Sakura."

"Ciao-ciao..." Sakura agitò una mano al ragazzo e permise a Kakashi di guidarla delicatamente verso l'uscita. Non sentiva nient'altro se non il sollievo di tornare a casa.

Quando furono fuori nell'aria fredda, Kakashi le permise di camminare senza il suo aiuto, ma la sua mano stette sempre vicina al suo gomito. Ogni volta che inciampava, la ripescava con pazienza, senza dire una parola.

Sakura inspirò profondamente, cercando di fermare la sensazione di nausea alla bocca dello stomaco. "Grazie" disse con voce impastata "Penso che gli avrei vomitato addosso se fossi rimasta ancora un altro po'."

"Invece dovrai accontentarti di vomitare su di me," la prese in giro. "Sei sicura che fosse succo di mirtillo?"

"Pensavo che lo fosse... ma era strano."

"Beh, c'era Genma nella stanza. Avrà sicuramente aggiunto qualcosa."

"Ah... questo spiegherebbe perché sono ubriaca."

"Già," mormorò lui mentre la riacchiappava per la quinta volta. "Peccato per lui. Sembrava un bravo ragazzo."

"Figuriamoci," singhiozzò lei. "Il primo ragazzo che non sia un maiale o un cretino ad interessarsi a me l'avrà fatto solo perchè gliel'ha chiesto Ino. Mi vesto male o cosa? Perché tutto ciò che attraggo è solo spazzatura. L'unica sera in cui indosso qualcosa su scelta di qualcun altro, un bel ragazzo vuole parlarmi. Huh. Forse sono io la spazzatura e ovviamente attraggo spazzatura per colmare il mio scopo biologico di produrre altri piccoli bambini spazzatura. I miei genitori sono spazzatura, quindi suppongo che sia-"

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