9. Mission infuriating 1/2

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Quel giorno le cicale erano di nuovo rumorose. Il sole era alto e le nuvole galleggiavano fra le vallate sottostanti, lasciando in alto il cielo di un fresco blu. Sakura lo guardò di traverso, osservando una figura lontana che somigliava a quella di un'aquila. Non era la prima volta che si chiedeva come sarebbe stato volare e guardare giù da una simile altezza.

Avrebbe lasciato cadere qualcosa come un'incudine sulla testa di un certo uomo in maschera, sicuramente...

La radio gracchiò nel suo orecchio. "Ehi, sai-"

"A meno che tu non stia per dirmi che hai visto i nostri obiettivi, non m'interessa," rispose lei bruscamente. "Non parlarmi."

Ci fu una pausa silenziosa mentre Sakura scacciava una falce e spostava le foglie pungenti con agitazione.

Poi Kakashi chiese: "Perché?"

Come se ci fosse stato bisogno di chiedere. Sarebbe dovuto essere ovvio che Sakura non era felice di stare con lui. Era stata fredda dal momento in cui l'aveva incontrato ai cancelli del villaggio, e quando erano finalmente arrivati al villaggio dalle miniere d'oro, Sakura aveva insistito di cambiare le formazioni, per far squadra con uno dei ragazzi invece che con Kakashi.

Sasuke si era rifiutato di stare solo con Sakura, declinando immediatamente l'offerta. Naruto sarebbe stato sicuramente più disponibile, ma poco prima che potesse rispondere, Kakashi era intervenuto, chiedendo con fare innocente cosa c'era di sbagliato nella sua compagnia.

Sakura non poteva dire, davanti a Naruto e Sasuke, che non voleva trascorrere il pomeriggio sola col suo sensei perché l'ultima volta che l'aveva fatto era finita col descrivergli la sua biancheria intima via radio. Che si sarebbe inventato questa volta? Sarebbe morta di imbarazzo, e Kakashi di coltellate multiple da parte sua. Non che non si meritasse di morire accoltellato. Era solo meglio per tutti se lei avesse tenuto la bocca chiusa.

Così, non avendo trovato nessuna scusa ragionevole per rifiutare la sua compagnia, non le era rimasto che sospirare - quasi sibilando - e accettare di stare con lui, di nuovo.

Ed ora, anche se erano soli, lui aveva la faccia tosta di fingere di non sapere perché lei non gli volesse parlare. Beh, se non si rendeva conto di essere un volubile, bastardo donnaiolo, avrebbe dovuto capirlo da solo. Non sarebbe stata lei a spiegarglielo.

"Perché?" ripeté lei. "Perché siamo in missione. Dovremmo dare la massima attenzione alla strada, non a noi... voglio dire... n-non dovremmo parlare."

"Non mi sembra la pensassi così l'ultima volta. Eri abbastanza loquace."

Le orecchie di Sakura bruciavano. Non poteva che alludere alla sua descrizione del suo intimo. "Questa missione è importante. Non dovremmo distrarci," disse, sperando di rendere più credibile ciò che diceva ripetendolo più volte.

"Non c'è nulla di sbagliato nel distrarsi di tanto in tanto..."

Cielo. Quell'uomo poteva far suonare tutto così perverso. Sembrava non facesse altro che parlare per metafore... o forse era la mente di Sakura ad essere diventata tanto perversa?

Un altro quarto d'ora scivolò via. Un rametto di felci fra le sue mani era stato sonoramente spogliato e spezzato più e più volte, e ora Sakura era a corto di vegetazione da demolire. La strada era così tranquilla che un branco di piccoli cervi furono abbastanza coraggiosi da attraversarla, rosicchiando le erbacce lungo la strada. Sakura si rilassò. Se gli obiettivi si fossero presentati, i cervi sarebbero stati i primi ad avvisarla.

Era tutto tranquillo, Kakashi era sicuramente assorto nel suo libro, sembrava fosse il momento perfetto per domandarglielo.

"Sensei...?"

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