In realtà, Sakura era più spaventata che arrabbiata. E se era davvero una pervertita?
Era eccitante - eccitante e sbagliato - ascoltare il suo sensei chiederle che tipo di mutandine indossava... e rispondergli. Eccitante ma perlopiù sbagliato.
E poteva quasi fingere che fosse accettabile se solo lui non l'avesse chiamata pervertita.
Accidenti a quell'uomo, e accidenti alla sua voce interiore che la spingeva a parlare senza il suo permesso. Quando aveva sentito la sua voce nel suo orecchio usare quel tono misterioso e seducente, non poteva quasi pensare fosse davvero il suo sensei. Conosceva Hatake Kakashi da quasi sei anni ormai, e non conosceva questo suo lato che flirtava, scherzava e stuzzicava. Aveva sempre saputo che fosse un pervertito. Ma non lo aveva mai visto così pervertito.
Non solo, ma ora i suoi modi perversi la stavano influenzando. Sapeva, mentre ritornavano a Konoha da una missione fallita, che se non prendesse le distanze sarebbe stata trascinata nella sua spirale di depravazione. Ma lui era cosciente di avere questo effetto su di lei? Forse pensava fosse solo un po' di innocuo divertimento... Non aveva realizzato che quando le aveva pizzicato il fianco, oppure quando le aveva detto di starla immaginando con niente se non un tanga, l'interno di lei si stava sciogliendo e non poteva pensare più a niente se non a dell'eccitante, sporco sesso? Non sapeva neanche che dell'eccitante, sporco sesso esistesse al di fuori della fantasia prima di vederlo con quella donna.
E Dio, lo voleva. Lo voleva così tanto che avrebbe voluto urlare e fare i capricci per la completa ingiustizia di essere una diciottenne incapace di attrarre un amante decente a salvarle la vita. Mentre lei si accontentava della feccia come Ikki, Kimura Yoshi aveva la crème de la crème. E non era giusto, perché Sakura conosceva di sicuro Kakashi più di quella donna, quindi quella che aveva il diritto di passare delle belle notti di sesso era Sakura.
E poi si sentiva morire dentro un po' alla volta, perché per quanto l'idea di fare l'amore con Kakashi la seducesse, allo stesso tempo la ripugnava.
Non poteva dire che fosse come un padre o un fratello per lei... ma più come una babysitter... o forse semplicemente come un insegnante.
Quando arrivarono finalmente a Konoha, era ancora una volta tardo pomeriggio. Stavano tutti per prendere strade diverse, quando Naruto chiamò Kakashi.
"Allora vieni alla festa o no?" chiese all'uomo che stava per voltarsi e andarsene.
Kakashi si voltò verso di lui. "Dipende. Quand'è?"
"Domani, alla villa Hyuuga alle tre."
Veramente era alle quattro, ma il team sette era abituato a dare l'orario sbagliato al proprio leader, per essere sicuri che arrivasse in orario. Era risaputo ormai che l'orologio biologico di Kakashi andasse un'ora indietro rispetto agli altri.
Kakashi considerò la proposta ed annuì. "Sì, credo. Se non sono occupato a pulire il mio cassetto dei calzini oppure a cercare di cucire piccioni insieme."
Il significato della sua risposta era tra un 'no - forse'.
"Ma–" iniziò Naruto.
"Scusa, devo andare," disse Kakashi, strizzando l'occhio a Sakura mentre aggiungeva, "La mia micetta starà sentendo la mia mancanza."
Le guance di Sakura si infiammarono mentre abbassò lo sguardo al terreno. Sospettò che non stesse affatto parlando di gatti...
Naruto sembrava confuso mentre guardava Kakashi avviarsi via. "Kakashi-sensei ha un gatto?"
Sasuke fece finta di non aver sentito, così Sakura si strinse nelle spalle. "Come se io lo sapessi."
"E perché ti ha appena fatto un occhiolino?" le chiese Naruto.
"No, non l'ha fatto" scattò Sakura. "Stava solo strizzando gli occhi."
"Sì, l'ha fatto," sottolineò Sasuke, pulendosi lo sporco da sotto un unghia. "Ti ha fatto l'occhiolino, tu l'hai visto, sei arrossita ed hai guardato un'altra parte. Perché?"
"Perché voi uomini siete tutti così bastardi?" rispose lei, anche se sapeva che sarebbe stato meglio evitare la domanda. "Rispondimi a questa e poi ne riparliamo – ora scusate ma ho un appuntamento per cena."
"Ooh, con chi?" la prese in giro Naruto. "Kakashi-sensei?"
Era il tipo di scherzo che poteva solo nascere dalla convinzione che non fosse vero. Se Naruto avesse davvero creduto anche per un solo momento che stava per andare a cena fuori con il loro sensei, avrebbe fatto apparire alcune delle code della volpe e sarebbe andato su tutte le furie.
"Zitto," mormorò lei andandosene.
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The Window
FanfictionWritten by SilverShine, go check the original story on fanfiction.net Primi 11 capitoli tradotti da eveyzonk (e parzialmente da me) Tutto ebbe inizio in quell'imbarazzante mattinata, per colpa d'un ritardo. Sakura aveva sempre voluto vedere Kakashi...