8. Akane 5/6

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A Kakashi non piacevano le sveltine. Non c'era alcuna finezza in una sveltina. Non c'era tempo per assaporare o godere o per la lussuria. Non c'era tempo per le abilità o per gli apprezzamenti. C'era solo una luce fioca nel corridoio deserto, e una pila di casse piene di birre che sarebbe stata più che sufficiente.

In realtà l'avrebbe volentieri portata a casa, per godersi i frutti del suo corteggiamento. Non che fosse stata un soggetto particolarmente difficile, ma preferiva che l'atto principale durasse più dei preliminari. Sembrava che lei non cercasse nient'altro che una veloce, selvaggia e soddisfacente sveltina al buio, e dal momento che non aveva modo di scegliere, Kakashi accettò senza dibattere. Non avrebbe soddisfatto quel prurito - perché il prurito non era per del sesso. Era per della compagnia. E non gli sarebbe passato da nient'altro se non il giacere per una notte o due accanto a un altro caldo corpo umano, e per non sentirsi così dannatamente solo, per una notte.

No, questo non avrebbe soddisfatto il suo prurito, ma gli sarebbe bastato per il momento.

Quindi Kakashi era ben lontano dall'essere felice quando la spinse sulle casse e, tenendola occupata con i suoi baci, raggiunse la gonna per abbassarle l'intimo. Qualcuno avrebbe potuto dire che era impossibile per un uomo essere depresso quando stava per scopare, ma generalmente Kakashi riusciva dove gli altri fallivano. Avvisò se stesso di non pensare troppo. La ragazza era bella, magnificamente recettiva, e aveva accettato di non creare alcun vincolo. Cosa poteva chiedere di più?

Beh, prima di tutto, forse, un luogo più privato. Forse lei trovava l'idea di fare sesso in un corridoio vicino ai bagni fosse eccitante e da brivido, ma non Kakashi. Chiunque sarebbe potuto passare in ogni momento, e l'esibizionismo non era mai stato il suo genere.

Seconda cosa, una notte intera ed un letto comodo sarebbero stati molto più piacevoli.

E terza cosa... Sakura era lì. Non voleva che fosse lì, ma c'era. Seduta al bar a parlare con uno dei suoi ex-colleghi - un bravo ragazzo. Il genere di bravo ragazzo con cui Sakura sarebbe potuta andare e per il quale aprire le gambe e-

"Sbrigati!" La ragazza fra le sue braccia gemette, sbottonandogli i pantaloni. Lui le obbedì, tirandole via le mani per tirar slacciarsi i pantaloni e abbassarseli. Lei era così impaziente, quasi da non dargli il tempo di mettere il preservativo, ma dopo pochi attimi ebbe il piacere di vederla contorcersi e ansimare quando entrò in lei con una forte scossa che le fece sobbalzare l'intero corpo.

"Sì, oh dio, sì!" Le sue gambe si aggrovigliarono attorno ai suoi fianchi, esortandolo e schiacciandosi di più contro di lui.

Era recettiva, ok. Anche troppo recettiva. I suoi rochi e piccoli gemiti si facevano più veloci ad ogni spinta, e lui si preoccupò che qualcuno potesse sentirli. Era quasi un lavoraccio, cercare di concentrarsi sia sul proprio piacere che su quello di lei, dovendo pensare poi al ritmo, e capire se il rumore che sentiva era quello di un tubo rotto o i passi di qualcuno che si stava avvicinando.

"Non fermarti – ah!"

Kakashi fece una smorfia per il volume dei suoi gemiti, e presto la zittì con un dito sulle labbra. Cercò di ricordare il suo nome per ammonirla di non alzare la voce, ma al momento gli sfuggiva.

Quindi optò per seppellirsi la faccia nel suo collo, mordicchiando e baciandole la gola. Aveva un buon profumo, ma non buono quanto le mutandine che aveva nel retro della sua tasca. I suoi gemiti si fecero più tranquilli mentre lo ascoltava sussurrare il solito catalogo di parole eccitanti nell'orecchio, sentirgli dire quanto calda e stretta fosse, e quanto bagnata, fantastica e diversa e speciale da chiunque altra avesse mai posseduto. Erano tutti cliché senza significato, ma lei se li bevve. E con ogni spinta decisa, non passò molto tempo che la ragazza cominciò a muoversi selvaggiamente.

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