2. Accounting for taste 2/3

1.5K 49 9
                                    

Se Sakura si preoccupava che Kakashi sarebbe spuntato da un angolo in qualche momento durante la loro missione per una piccola ‘chiacchierata’ riguardo cosa aveva assistito quella mattina, allora non aveva di che preoccuparsi. Kakashi, per la maggior parte del tempo, la ignorò. Anche se, visto che anche lei aveva fatto del suo meglio per ignorarlo, era difficile da dire se si era tenuto deliberatamente distaccato.

I banditi non si fecero vivi. Sakura passò due ore in quel fosso, scacciando gli insetti che sembravano essere attratti dal suo colore di capelli, e cercando distrattamente di mantenere pulita la sua gonna bianca coperta dalle macchie di felci e di sporco. Alla fine si arressero e dissero al capo villaggio che sarebbero tornati la volta successiva che avrebbero avuto pronto l'oro – il momento più probabile in cui i ladri si sarebbero fatti vivi.

Il Team Kakashi fece ritorno a casa, totalmente insoddisfatto. Naruto era irritato per essere stato privato dell'azione, Sasuke invece era nervoso per non essere stato pagato e non aver portato a termine la missione, e Sakura lo era per lo strano comportamento di Kakashi.
Kakashi stesso, invece, sembrava più o meno indifferente come sempre. Oltre quell’iniziale sguardo di curiosità che le aveva lanciato mentre lasciavano Konoha, non aveva mostrato neanche il più remoto segno di ricordare cosa era successo quella mattina.

Forse davvero non l’aveva vista? Forse era troppo preso dalla sua attività da captare la sua presenza, anche quando stava proprio fissando lei?

Ma Kakashi era un jonin d’elite. Era difficile coglierlo di sorpresa mentre dormiva, quindi dubitava che la passione gli potesse annebbiare i sensi fino a tal punto.

Quell’uomo era un enigma. Un enigma avvolto nel mistero e condito da un guscio esterno ricco di eccentricità.

Quando arrivarono ai cancelli di Konoha, era quasi sera. Il cielo era ancora chiaro, ma era di una sfumatura più pallida di azzurro. Naruto si dichiarò immediatamente affamato e si scusò dicendo che sarebbe andato subito da Ichiraku.
Sasuke s’incamminò, dicendo qualcosa sul doversi fare un bagno, e così ancora una volta Sakura fu colpita dalla fredda realizzazione che era sola col suo insegnante.

Indubbiamente, ora che non erano in missione e non avevano più bisogno di tenere alta la loro guardia, l'avrebbe affrontata.

“Devo andare a compilare un rapporto,” disse pigramente Kakashi, senza guardarla. “Ci vediamo in giro, ok?”

Sakura deglutì con profondo sollievo. “Ciao.” Finalmente alzò gli occhi, nello stesso istante in cui lui li abbassò a guardarla. Un occhio scuro increspato da un sorriso.

“Bye-bye,” disse lui, e s’incamminò.

Confusa e turbata, Sakura cominciò ad arrancare verso casa. Fu solo quando diede un’occhiata al suo orologio che vide l’ora esatta e realizzò che la missione era durata più di quanto si aspettasse, e che era in ritardo per una cena con la sua rivale di lunga data.

Arrivò alla Ichigo Teahouse, senza fiato e ancora coperta da macchie di felci. Comparata ad Ino, che era seduta all’esterno sotto la tettoia rossa della casa da tè nei suoi abiti immacolati e i capelli perfetti, lei sarebbe potuta proprio sembrare una troglodita.

“Frontona!” la salutò Ino con un cenno. “Porti sempre con te gli odori più interessanti…”

Sakura si sedette con un tonfo sulla sedia opposta ad Ino e quasi collassò contro il tavolo “Non crederesti alla giornata che ho passato…” si lamentò.

“Cattiva missione?”

“No, la missione era ok.”

“Oh, caspita. Non è la tua patetica scusa per un fidanzato, no? Ti ho già detto dove lo dovresti mollare, giusto?”

The WindowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora