The Window

13. Two jays and a broken nest 1/3

"Mi fa piacere vedere che quel sorriso sia stato cancellato dalla tua faccia."

Be', almeno qualcuno era felice quella mattina. Sakura filò ad Ino un'espressione indifferente e si sedette con il viso rivolto al sole. La camerierà le si avvicinò per chiederle l'ordine, ma Sakura non era dell'umore né per mangiare, né per bere. Voleva solo un po' di compagnia.

"Mi hanno bocciata," disse ad Ino quando la cameriera si allontanò.

"E allora?" Ino fece spallucce. "È successo anche a me. Siamo state bocciate anche l'anno scorso, se ben ricordi. Giurerei che i requisiti per passar le revisioni si facciano ridicolmente più alti..."

"Pensavo di farcela quest'anno..." Sakura appoggiò la schiena contro lo schienale e chiuse gli occhi. Il sole era troppo accecante quel giorno.

"Sakura, l'hai detto anche l'anno scorso. Su col morale. Di solito non sei così pietosa al riguardo." Ino inclinò la sua testa e la guardò con cautela. "C'è qualcosa che non va tra te e il tuo ragazzo?"

Sakura si morse l'interno della guancia. "No."

Ino soppesò attentamente a cosa dire successivamente, e ciò era alquanto strano da parte sua. "È Kakashi-sensei, non è vero?"

Gli occhi di Sakura si spalancarono di scatto e li piantò in quelli della sua rivale ed amica. "Cosa?" disse sottovoce. Sentì un'improvviso gelo pervaderla, intorpidirle le estremità del corpo e stringerle lo stomaco.

"Era uno degli esaminatori, no?" Ino continuò, non accorgendosi della reazione di Sakura. "Scommetto che sia quello il motivo per cui sei turbata. Scommetterei pure che ti abbia bocciata."

Sakura aspettò che aggiungesse altro – delle accuse, ad esempio... – ma sembrava che fosse tutto ciò che Ino avesse da dire, e la stava guardando impazientemente. C'impiegò qualche secondo per capire che Ino non sapeva nient'altro, ed iniziò a rilassarsi. "Già..."

"Ha bocciato anche me. Penso che nessuno sia stato ammesso sotto il suo giudizio. È un po' severo il tuo maestro... Asuma-sensei ha sempre avuto piena fiducia in noi. Non penso che faccia bene avere così poca considerazione dei propri allievi. Questo spiega molto su quanto il team di Kakashi sia incasinato."

Specialmente dopo quella notte.

Sakura riprovò il malessere di pochi istanti fa. Era tornata da lui la notte scorsa, si era intrufolata nel suo letto e lui, diligentemente, le diede ciò per cui era andata a trovarlo. Ma quando finì, Sakura non provò lo stesso appagamento della notte precedente. Tutto quello che riusciva a sentire era un senso di panico. Non il genere di panico che ti manderebbe in iperventilazione come un'anima in pena, ma quel genere di panico che ti coglieva alla sprovvista e lentamente, andava peggiorando finché non potevi più restare ferma a causa dei brividi che sentivi fino alle dita, perché lei sapeva che quello che stava facendo – quello che loro stavano facendo – era sbagliato.

Non appena lui si spostò dal suo corpo, lei si sedette per rivestirsi immediatamente.

Kakashi le chiese cosa stesse succedendo.

"Avrei dovuto sentirmi meglio," replicò lei con una voce pressappoco preoccupante. "Ma non è così. Torno a casa."

"Vuoi parlarne?"

"No."

"...se vuoi, puoi tornare anche domani sera."

Lei si fermò alla porta, mordendosi un labbro. "Ci penserò...'

Andò dritta a casa, buttandosi nel letto dove non dormiva da due notti. Lo trovò freddo e vuoto, nonostante la temperatura nella sua stanza fosse abbastanza alta. Continuò a tremare ed infine sprofondò in un sonno senza sogni. Prima di crollare nell'incoscenza, pensò a quanto l'essere soli non fosse per niente paragonabile ad un tenero abbraccio, anche se privo di significato.

Dall'altra parte del tavolo, Ino aveva tirato fuori uno specchietto dalla sua borsetta ninja e si era riapplicata il lucidalabbra rosa. Accennò a Sakura che poteva prenderlo in prestito, ma Sakura scosse la testa. Sarebbe passato inosservato in confronto ai suoi capelli.

"Allora, hai intenzione di dirmi chi è?" le chiese Ino in modo vago. "Questo tuo misterioso amante?"

"Perché devi essere così impicciona?" Sakura sospirò, non volendone parlare.

"Perché, Sakura," disse Ino come se fosse evidente, "devo assicurarmi che tu non abbia scelto l'ennesimo caso umano. Conosco i tuoi gusti in fatto di uomini. Potrebbe essere un altro patetico tipo ed in genere tocca a me tirarti fuori dai disastri in cui tu decidi di imbatterti."

Stava ripetendo gli stessi errori? Kakashi poteva essere meglio di Ikki a letto, ma era realmente meglio di lui?

Ma che importanza aveva? La loro non era una relazione seria. Kakashi l'aveva confusa con le sue gentili carezze, le sue premure ed il modo in cui dimostrava di comprenderla, ma alla fin fine non significava niente. Era un donnaiolo e lei lo sapeva, non se ne era dimenticata così presto. Semplicemente non ci voleva pensare.

"Lavora all'ANBU," mentì, sperando di depistare Ino. "È castano, alto, spiritoso. Il mio solito tipo."

"È un alcolista?"

"No."

"Fuma?"

"No."

"È ben istruito?"

"...diciamo di sì."

"Esteriormente com'è?"

"È bello."

"Sembra una ragazza?"

"No, è molto uomo."

"Ah-ha!" Ino le puntò un dito contro. "Tutti quelli che hanno meno di 24 anni li chiami 'ragazzi'. Quindi come minimo deve avere venticinque anni."

Sakura le diede un'occhiata torva.

"Vicino ai trenta?"

"Ino..."

"Trentina?"

"Ino!"

"Sakura! Tu, razza di tombarola!" Ino si portò una mano alla bocca. "Quando ti ho detto che avevi bisogno di un ragazzo più grande e con più esperienza non mi aspettavo che saresti andata a cercarlo! Come ci sei riuscita? Si è fatto avanti o sei stata te a farlo?"

Quella chiacchierata piaceva sempre meno a Sakura. Più velocemente riusciva a liberarsi di Ino, meglio era. "Oh, un po' entrambi. Ma sai come sono gli uomini. Non è stato così difficile."

"Ahh, quindi sei stata te a farti avanti?"

"Sì."

"Deve essere il primo. L'ultima volta che ci hai provato sei stata respinta in modo talmente meschino.  Hai pianto per settimane–"

"Sì, grazie." disse Sakura aspramente. Non voleva ripensare all'ultimo rifiuto di Sasuke. "Non possiamo parlare d'altro?"

"Certo. Come si chiama? Lo conosco?"

"Ugh..."