8. Akane 2/6

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“Pervertito!”

Kakashi sospirò mentre scrollava via l’acqua dal suo ombrello, piazzandolo nel portaombrelli vicino alla porta. Aveva proprio ragione, pensò. Era un pervertito.

Ma non era un pervertito stupido.

Dall’altra sua tasca tirò fuori un altro paio di mutandine e le pose amorevolmente sulla sua maglia piegata, come una gazza che gongolava fieramente per il gingillo che era riuscita ad agguantare. Sospettava fosse questo il paio che Sakura gli stava descrivendo l’altro giorno. Erano rosse e bianche con dei fiocchetti sui fianchi – solo che lei non gli aveva detto che c’erano anche due piccole ciliegine davanti. Non erano sofisticate come il paio che le aveva appena ridato, ma gli piacevano lo stesso (se le sarebbe tenute entrambe, ma la tentazione di aumentar l'indignazione della ragazza era stata troppa; non c’era niente di più sexy di un piccolo fiore di ciliegio rosso infuriato). Sakura indossava biancheria adatta alle ragazzine con la metà dei suoi anni, cosa che Kakashi trovava insieme accattivante e seducente.

Le sue contraddizioni continuavano a sorprenderlo. Solo adesso lo stava rimbeccando per aver fatto un innocente commento sui ‘punti deboli’, e un momento dopo gli stava chiedendo quasi spudoratamente se avrebbe fatto l’amore con lei.

L’intimo di Sakura poteva sembrare carino ed innocente, ma forse c’era un significato più profondo su quelle ciliegie che nemmeno lei potesse mai capire o realizzare.

Kakashi si portò l’indumento al viso ed inspirò a fondo, assaporando il dolce profumo del detersivo in polvere e il retrogusto di cassetti pieni di fodere profumate. Non c’erano dubbi che appartenesse a Sakura: come la maglietta adesso, era imbevuta del suo caldo profumo femminile. Gli era sempre piaciuto il profumo di una donna, ma Sakura aveva una sfumatura particolarmente sottile e stuzzicante che gli pizzicava l’olfatto sensibile. Sarebbe stato più che felice di passare tutta la giornata a–

Ehm ehm.”

Kakashi aprì gli occhi e fissò lo sguardo su una grassoccia donna di mezz’età sulle scale di fronte a lui.

Con un movimento fluido e naturale, Kakashi schiacciò le mutandine nel suo pugno e le rimise in tasca, anche se sapeva che era troppo tardi per ingannare quella vecchia gallina. “Buongiorno, signora Saito.”

Gli occhi della donna rimasero severamente torvi. “C’era una donna stamattina,” disse lei. “Ha lasciato un messaggio per te.”

“Oh?”

La signora Saito scese le scale fino a trovarsi davanti a lui; gli arrivava appena al mento. Senza alcun avvertimento, gli calciò lo stinco. Kakashi sibilò e si spostò velocemente. “Ah, cosa–“

“Questo è solo finché non troverà un altro, ha detto," disse bruscamente la signora Saito, prima di prendere l’ombrello rosa e viola e ancora fradicio nel portaombrelli. “E la prego di usare il suo ombrello, Hatake-san.”

La donna uscì dal palazzo sbattendo la porta, lasciando un Kakashi zoppicante a salir le scale per raggiungere il suo appartamento. Le donne erano crudeli, decise lui. E senza cuore. Era sicuro di poter dire d’essere stato ‘scaricato’ da Yoshi, come aveva profetizzato da tempo. La scorsa notte era stata davvero la sua ultima chance, e l’aveva buttata al vento senza la minima indecisione.

Era così che di solito andava. Sceglieva una donna, per un motivo o l’altro, e si soddisfaceva per un po’ finché non si annoiava e si conseguenza cominciava a trascurare le sue attenzioni. Poi la donna l’avrebbe piantato e sarebbe stato perfettamente felice e contento per un po’ di giorni o settimane prima che il prurito tornasse.

Ma qualcosa non andava.

Kakashi lo sentì mentre saliva le scale fino alla soglia del suo appartamento.

Il prurito era già tornato.

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