8. Akane 6/6

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Il cielo rombò mentre Sakura camminava verso casa, sola, guardando il pavimento luccicante della strada, ancora bagnato dalla giornata piovosa. Brillava sotto la luce dei lampioni, si sentiva come se stesse camminando sull'acqua.

Quel ragazzo era stato carino, ma non era davvero interessato. Sakura sospettava fosse già legato a qualcun'altra, e che fosse solo gentile e amichevole. Qualunque fosse la ragione per la sua indifferenza verso di lei, Sakura non si era preoccupata di restare. Non era dell'umore giusto per fare conoscenze quella sera, quindi s'era scusata, per poi dirigersi verso il bagno delle donne prima di andare a casa, sentendo che la serata era stata un completo e totale fallimento.

Fu appena uscì dal bagno che lo sentì. Beh, che sentì lei. Perché non era affatto silenziosa.

Più in avanti, verso il corridoio, e dietro l'angolo che portava alla birreria, sommersi in una luce spaventosamente fioca, li vide. Sapeva quanto fosse sbagliato, e perverso, e che se lui l'aveva beccata una volta, l'avrebbe potuta beccare di nuovo, ma non poté fare a meno di guardare. Lui l'aveva resa così. L'aveva resa curiosa dal primo momento che l'aveva visto, si riteneva stupida, e più che imbarazzata si sentiva emozionata.

In qualche modo, lui lo faceva sembrare bellissimo, il sesso. Anche in quello squallido corridoio dalla luce arancione, dove persino le pareti erano imbevute d'alcol, anche e persino così era affascinante. Il corpo di Kakashi si muoveva con scopo, precisione e forza, la sua faccia era nascosta contro il collo della ragazza gemente. Il viso di lei era arrossato ed umido, e sembrava completamente ignara di tutto, tranne che di quell'atto primitivo che stava portando avanti col sensei di Sakura, stringendosi forte a lui e gemendo ad ogni spinta. Era così che una ragazza doveva suonare? Non sembrava stesse fingendo, ma Sakura non aveva mai... beh.

Poi qualcosa cambiò e improvvisamente le spinte si erano fatte decise ed intense. Sakura dovette distogliere lo sguardo dal forte momento di intimità a cui stava assistendo. Troppo esplicito per lei. Troppo erotico. Aveva fatto sesso prima, ma non era mai stato così. Sembrava completamente diverso da qualsiasi cosa avesse mai sperimentato, e guardarlo era allo stesso tempo spossante e mozzafiato.

Voleva essere quella ragazza. Voleva essere lei quella che gridava dal piacere, essere penetrata dal suo maestro. Voleva sentire il suo calore e per una voltare sapere cosa volesse dire stare con un uomo negli anni migliori della sua vita.

Ma le sue braccia erano avvolte attorno ad un'altra ragazza. Il nome che scivolò dalle sue labbra - troppo debole per Sakura coglierlo da quella distanza - non era il suo. La stuzzicava, e giocava con lei, ma non si sarebbe mai spinto fino a quel punto. Non l'avrebbe mai tenuta così stretta, non sarebbe mai riuscita a sentirlo rabbrividire contro di lei, con il respiro sul suo collo. Mai, avrebbe potuto sentire il suo peso su di lei o la sua durezza dentro di sé.

Ma, Dio, lo voleva. Lo desiderava così tanto da far male.

Questo è sbagliato, la avvisò il suo cervello, e non sei di certo meglio di Jiraiya.

Sakura evitò l'angolo, tornando indietro il più silenziosamente possibile, per quanto le circostanze lo permettessero. L'ultima cosa che voleva era essere beccata per la seconda volta a spiare i momenti intimi di Kakashi. Poi avrebbe cominciato a pensare che fosse veramente una pervertita...

E non lo sei?

Un'insegna a forma di donna era sulla porta del bagno. E al suono di una risata nel corridoio più in là che sembrava molto divertita, Sakura tornò di nuovo nella piccola stanza chiara e illuminata. Sarebbe stato meglio nascondersi lì per qualche minuto fino a che non fosse stata certa che Kakashi e la donna fossero scomparsi, restando sicura di non incontrarlo uscendo. E qual era il miglior luogo dove nascondersi da un uomo se non il bagno delle donne?

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