11. Orange seeds of fate 1/4

1.2K 54 4
                                    

Sakura se ne stette per molto tempo seduta fuori la casa di sua madre prima di osar bussare. Faceva freddo, aveva i brividi sulle braccia per la pelle d'oca, e di tanto in tanto dell'acqua gocciolava sul suo ginocchio mentre il cielo minacciava di riempirsi di pioggia, come aveva fatto per tutto il giorno. Ma, ora come ora, il massimo che faceva era stato pioviccicare.

Si sentiva un'estranea su quel gradino, anche se aveva passato metà della sua vita seduta proprio in quel punto, parlando con Ino nei giorni estivi mangiando un gelato, o aspettando lì coi brividi di freddo autunnali che i suoi genitori finissero di litigare all'interno (perché anche se solo entrando avrebbe interrotto la discussione, a Sakura piaceva illudere sé stessa e i suoi genitori di non sapere niente dei loro problemi). E niente era cambiato da quel punto. La casa di fronte era la stessa vecchia casa che era sempre stata lì, con quella porta blu e i tubi di scarico grigi. Il vicino sulla sinistra manteneva ancora il giardino in perfette e meravigliose condizioni, mentre quello sulla destra collezionava ancora sul prato i resti di vecchie biciclette e giocattoli rotti dei bambini con i quali Sakura era cresciuta. Quei bambini erano grandi ormai, e anche se avevano abbandonato da tempo le loro case, i loro giocattoli erano rimasti lì... come se aspettassero il loro ritorno.

La casa di Sakura non era neanche lontanamente così accogliente. Aveva quasi sperato che rimanendo seduta abbastanza a lungo su quell'uscio, sarebbe stata in qualche modo trasportata alla sua infanzia, quando la vita era semplice e sicura. Dove essere una kunoichi era un sogno romantico al quale si era sempre ancorata, e dove i suoi genitori convivevano pacificamente, quel minimo da andare avanti. Ma alla fine del giorno, aveva ancora diciotto anni, era ancora seduta sul vecchio uscio della casa, sognando ancora quel sogno del passato perché temeva la realtà del futuro.

Sognare non faceva male nessuno. L'inattività era sempre stata la rovina della sua vita, quindi decise che era giunto il momento di alzarsi e provare a riprendere il proprio destino nelle sue mani, col rischio di sembrare uno dei personaggi di quelle mielose soap-opera che guardava.

E proprio in quel momento, iniziò a piovere.

Sakura si alzò e bussò alla vecchia porta. Non era chiusa, e sapeva di poter entrare e baciare sua madre sulla guancia come faceva di solito, ma questa volta voleva che fosse sua madre a venire da lei. A considerarla.

Dopo una pausa decisamente troppo lunga, la porta si aprì e la faccia di sua madre la scrutò dalla fessura in un misto di confusione assonnata e fastidio. Era molto simile alla faccia che aveva visto nel doujutsu che Kakashi aveva usato, ma Sakura pensò che non fosse così male, dopotutto. Sua madre era, in qualche modo, ancora una donna attraente, specialmente quando non si accigliava, non fumava o non si addormentava senza struccarsi. Tre cose che faceva abitualmente, purtroppo.

"Sai che ore sono?" chiese sua madre.

"Non è così tardi," ribatté Sakura. "Sono solo le sette e mezza passate. Stavi dormendo?"

"," replicò sua madre, con un tono che insinuava quanto desiderasse continuare a farlo. "Allora, che c'è a quest'ora? Le cose possono essere solo tre. Non può essere per soldi, perché sai che non ne ho. E non può essere per dei vestiti, perché sono sicura che tu abbia già ripulito tutto ormai. Quindi può essere che il senso di colpa ti abbia fatto tornare per farti sentire meglio dopo aver abbandonato la tua povera vecchia madre."

Sakura alzò gli occhi al cielo.

"Allora, qual è?" chiese la donna.

"Senso di colpa," borbottò Sakura. "Posso entrare?"

Sua madre esitò. "Fai presto. C'è la pubblicità."

Improvvisamente Sakura si ritrovò a pensare perché fosse venuta. Seguì sua madre nella sala da pranzo e si sedette al tavolo, notando quanto fosse stranamente simile alla stanza che aveva visto in quel jutsu. Guardare sua madre ora, era come affrontare di nuovo la sua più grande paura.

The WindowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora