secondo anno di superiori, come l'anno prima ma con meno ansia, molta di meno. ripensandoci fu totalmente diverso dal primo anno, ormai i compagni li conoscevo e i professori pure, avevo solo una preoccupazione: Emily. non potevo fare a meno di pensare a come sarebbe andata, a come sarebbe finito l'anno, a come si sarebbe trasformato il nostro rapporto e se si sarebbe trasformato. le domande di Gayle, a cui intanto mi ero nuovamente riavvicinata, erano sempre di più e continuava anche a dirmi di smetterla con quell'atteggiamento di flirt se non provavo nulla, perché la stavo solo illudendo. io però se da una parte ero spaventata perché non volevo assolutamente deluderla e ci tenevo troppo per farle del male, dall'altra non mi dispiaceva affatto la situazione. quella ragazza mi stava davvero cambiando, anche nelle minime cose, mi accorgevo sempre di più che pensavamo le stesse cose, che molti dei nostri punti di vista combaciavano, c'era complicità, potevamo parlare di tutto e mi piaceva da impazzire questa cosa. ogni giorno la scoprivo di più, la conoscevo meglio, fino ad arrivare a conoscere ogni piccolezza, ogni pregio e ogni difetto, ogni ossessione e ogni paura. e lei conosceva me. non sono una persona facile, lo ammetto, prima di tirarmi fuori qualcosa ce ne vuole, ma con lei riuscivo ad essere me stessa e ad aprirmi fino in fondo esternando la vera me, cosa che non amo fare con tutti.
ero riuscita a raggiungere un equilibrio mentale, con lei andava bene, mi faceva stare bene e stavo domando le curiosità di Gayle.
pian piano arrivammo a novembre. il mese più movimento ma allo stesso tempo più bello di tutto l'anno. l'attrazione tra me ed Emily era sempre più forte e anche gli altri se ne stavano accorgendo.poi arrivò, arrivò quello schiaffo che mi fece aprire gli occhi, uno schiaffo anche piacevole a dirla tutta. avete presente quella sensazione tipo risveglio da una trance che fa impazzire il cervello riempiendolo di "ma che cazzo stai facendo?"? ecco, lo schiaffo.
eravamo a scuola, era ricreazione e come sempre io ed Emily andammo in bagno insieme, ma questa volta fu diverso. entrammo e iniziammo a parlare l'una di fronte all'altra, poi ci avvicinammo sempre di più, iniziammo a scambiarci uno di quei sorrisi che non si fanno in momenti qualunque, ma soprattutto, non si fanno a persone qualunque. ci avvicinammo ancora e ancora.
-domanda- disse
-dimmi- risposi
-no vabbè, niente-
-ma no dimmi- in realtà sapevo già cosa voleva chiedermi, voleva sapere se baciandomi sarebbe cambiato qualcosa tra di noi, ne avevamo già parlato più volte, così aggiunsi, inconsapevole del guaio in cui mi sarei cacciata:
-se non vuoi fare la domanda allora passa subito alla risposta-
da qui in poi fu un attimo, esitò per circa due secondi e poi sentii le sue labbra sulle mie, fu tutto molto veloce ma allo stesso tempo molto intenso.
uscita da scuola raccontai tutto a Gayle che puntualmente iniziò a dirmene di tutti i colori, e aveva anche ragione. avrei dovuto fermarla, la stavo illudendo, non mi piaceva, o forse si..?
dopo un intero pomeriggio passato a parlare con la mia migliore amica, colei che mi conosce più di chiunque altro e che sa sempre la verità prima di tutti, finalmente lo dissi, a lei ma soprattutto a me stessa: mi piaceva Emily, e non poco.
nei giorni seguenti parlavo con Gayle per cercare un modo per dirglielo anche se all'inizio non volevo per paura di un rifiuto, poi finalmente, dopo quasi un anno di "amicizia", il 30 novembre mi decisi. la portai in bagno, non avevo ben chiaro il modo con cui le avrei detto ciò che provavo, così puntai sul semplice. la baciai e le dissi:
-ti amo- non era la prima volta che glielo dicevo, ma stavolta era davvero sentito e fondato
-anch'io- rispose
-si ma io ti amo ti amo-
-in che senso?- si certo, come se non avesse capito
-nel senso che mi piaci-
-anche io ti amo ti amo-
- quindi stiamo insieme insieme?-
-si- disse sorridendo.
a quel si gli omini dentro di me stapparono quattro bottiglie di spumante, ero davvero al settimo cielo e non resistetti, la baciai ancora. uscimmo dal bagno come una vera e propria coppia.
avevo raggiunto la felicità, ma soprattutto avevo aperto gli occhi e sentivo di non volerli richiudere mai più.

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Higher lovers
Romantizm-guarda c'è una stella non si muove sta ferma non se ne va resta lì, sempre- dico con la voce da bambina, poi la guardo, sta sorridendo, punto debole. mi stringe.