"Can I do it?"

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oggi mi sono svegliata strana, mi sento bene.
sento che potrei fare di tutto.
scalare una montagna.
correre per ore.
oppure..parlare con i miei di quello che mi sta succedendo.
si, sono pronta, è ora.
ma che diranno? che penseranno di me? e se dovesse andare ancora male? e se dovesse andare peggio? cioè ora non ho più niente, o meglio nessuno, da perdere. però vorrei che andasse bene, devo dire le cose giuste, devo impostarla bene.
ce la posso fare?
non lo so.

11:30
scendo a mare con i miei, non vedo l'ora di fare il primo bagno.
l'acqua è così bella oggi e la spiaggia mi era mancata.
non c'è ancora tanta gente ma riesco a riconoscere qualcuno, tra cui ancora una volta Evelyn.
decido di non avvicinarmi per salutarla, tanto lo farà lei.
infatti dopo poco:
-ehi donna indipendente- si avvicina la ragazza
-oh ehi- rispondo non molto entusiasta
-e tutta questa felicità a cosa è dovuta?- domanda
-simpatica lei-
forse non dovrei essere così apatica, ma con le persone nuove non posso farne a meno. a volte mi sblocco subito ma quando non succede devo solo aspettare. magari diventiamo amiche chissà, è anche carina in fondo. effettivamente la guardo meglio e noto che lo è davvero. ieri non me n'ero accorta.
è alta quanto me, forse poco meno, ha i capelli chiari, color nocciola, corti, con il solito ciuffetto e porta gli occhiali. è una montatura normale ma le dona molto, le lenti incorniciano perfettamente i suoi occhi scuri, in contrasto con la sua pelle. ha uno stile particolare e si vede subito che è una persona stravagante, fuori dal comune.
-sei ancora tra noi?- dice ridendo Evelyn notando la mia assenza
-cos...si scusa, a volte mi capita di perdermi. prima riuscivo a gestirla grazie a...insomma ci riuscivo-
grazie ad Emily.
solo grazie a lei. al fatto che con un solo sguardo riusciva a dirmi così tante cose.
mi manca.
non volevo ammetterlo, ma mi manca tantissimo.
-ehi tutto bene?- chiede la ragazza vedendo la mia espressione cambiare
-sisi tranquilla, ho solo un po' di mal di testa, sarà stato il sole. sarà meglio che vada- dico alzandomi velocemente per raccogliere le mie cose.
avverto i miei e torno a casa.
torno a casa e mi libero.
pensavo di stare meglio.
pensavo.
all'improvviso mi tornano in mente i pensieri di questa mattina.

ce la posso fare?
non lo so.

passa un'ora e i miei tornano a casa.
sono sul divano, li scruto con sguardo attento mentre entrano in casa. osservo ogni loro movimento.

mia madre che posa la borsa da mare sul tavolo della stanza da pranzo.
ce la posso fare?
vorrei.

mio padre che raccoglie i teli per portarli ad asciugare.
ce la posso fare?
potrei.

mia madre che cambia le scarpe per non bagnare casa.
ce la posso fare?
dovrei.

mio padre che torna e fa lo stesso.
ce la posso fare?
voglio.

poi si separano.
mia madre va a cucinare e mio padre a fare la doccia.
ce la posso fare?
devo.

ci sono anche le mie sorelle ora, Summer e Victoria.
ce la posso fare?
forse.

pranzo.
penso.

ce la posso fare?
si.

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