Again

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così come una semplice doccia può aiutarmi a pensare, osservare ciò che mi circonda mi aiuta a smettere, o meglio, a cambiare pensieri.

è passata una settimana dalla festa di Gayle.
nessuna notizia di Evelyn.
smetto di chiamarla e di mandarle messaggi.
mi limito a stare qui in terrazza, affacciata, sperando di vederla passeggiare come faceva sempre.
mi piaceva guardarla camminare, affacciarmi sempre qui e riconoscere tra tanti visi il suo.
cercare di capire, in base alla sua espressione, a cosa stava pensando, cosa passava per quella testolina, di che umore era.
ci azzeccavo sempre, ho imparato a conoscerla.
peccato che io debba sempre rovinare tutto.

ha ragione a non volermi sentire o vedere, quando sarà pronta io sarò qui per lei.
spero che troverà la forza di perdonarmi, anche se non mi perdonerei nemmeno io in questo momento.

odio ferire le persone.
è davvero la cosa che detesto di più.
vedere una persona a cui tengo stare male è già brutto, sapere che sta male a causa mia è tremendo.

decido di distrarmi, inutile stare qui a piangere sul latte versato.
scendo in spiaggia.
solo le 7 quindi non c'è nemmeno troppo caldo.

vado giusto di fronte casa mia, stendo il telo e mi siedo a guardare il mare.
inizio a guardare anche intorno a me. vedo un ragazzo, o forse più che un ragazzo, sulla trentina.
è concentrato a dipingere ciò che vede di fronte a lui, gli scogli e il paesaggio dietro di essi.
dalla mia postazione riesco a vedere bene la tela, ha proprio talento.
forse vuole regalarla a qualcuno di speciale, o probabilmente lo appenderà a casa sua.
o forse è un'artista professionista e quello diventerà uno dei suoi quadri più famosi e io sono proprio qui a guardarlo mentre lo realizza.

cambio direzione e noto una ragazza, anche lei abbastanza giovane.
è sola, come me e come il ragazzo.
ha parecchi tatuaggi.
chissà che significato hanno. chissà perché li ha fatti. o quando. o con chi. o per chi.

mi diverte e mi rilassa interrogarmi sulla vita delle persone che vedo in giro, osservarle qualche secondo e creare storie tutte mie su un loro ipotetico passato, presente e futuro.
ogni volta entro in un mondo tutto mio e mi sgancio totalmente dalla realtà.
non mi accorgo nemmeno del tempo che passa, del sole che scompare per lasciare spazio ad una luna ancora chiara, quasi timida.

a riportarmi alla realtà, però, c'è sempre mia madre.
chiama sempre nei momenti meno opportuni, preoccupata che un rapitore possa portarmi via.
decido di tornare per non farla agitare ancora.
non appena chiudo la chiamata noto che effettivamente è tardi. è passata quasi un'ora e mezza, anzi, è volata.

mi sono persa come al solito così tanto nei miei pensieri che non mi sono accorta dello scorrere del tempo.
quindi senza perdere molto tempo mi alzo e mi incammino verso casa.

mi ritrovo quasi davanti al portone quando, sempre nella speranza di vederla, mi giro verso casa di Evelyn.
questa volta c'è davvero.
non è sola però.
rifletto qualche secondo sull'avvicinarmi o no.
poi decido, vado da lei.

-ehi- dico timidamente
-che ci fai qui?- risponde piuttosto sorpresa di vedermi
-beh ci abito in realtà. per caso vi ho disturbate?- domando con gli occhi puntati sulla ragazza con un braccio sulle spalle di Evelyn
-no, stavamo entrando in casa- risponde visibilmente imbarazzata
-e la tua nuova amica chi è? non mi sembra di averla mai vista- chiedo piuttosto curiosa
-piacere Alexa- risponde quasi con aria di sfida.
bene ora è tornata con lei? ecco perché non ha voluto più parlare con me.
cerco di contenere il sentimento di rabbia misto a tristezza.
-ah ma allora ce l'hai la voce. bene bene, la tanto discussa Alexa. io sono Brooke- dico con un sorriso, palesemente finto, stampato sulle labbra
-si, so chi sei- risponde la ragazza
-ah beh vedo che sono già famosa. e dimmi Ev, mi hai presentato come la fidanzata traditrice o come la ex stronza?-
-non parlarle in questo modo-
-tu sta zitta, sei più famosa di me e so cosa le hai fatto passare con tutte le bugie che giornalmente le dicevi, non hai nessun diritto di farmi la predica-
-Brooke smettila, so cosa ha fatto Alexa ma ora è cambiata e...-
-Evelyn lo sai meglio di me che le persone non cambiano, diventano semplicemente più brave a nascondere ciò che realmente sono. bugiarda una volta, buguarda per sempre- interrompo
-ah si? non cambiano? allora traditrice una volta, traditrice per sempre. non mi potrò più fidare di te e sinceramente in questo momento non ne ho voglia, quindi per favore vattene- risponde Evelyn iniziando ad arrabbiarsi pesantemente
-certo si, ti lascio con la tua nuova ragazza, o dovrei dire nuova vecchia ragazza-
-non puoi proprio giudicare le mie scelte, ma se ci tieni così tanto a saperlo, non stiamo insieme, non voglio stare con nessuno adesso e...nemmeno con te- abbassa il tono di voce
-...mi stai lasciando?- chiedo quasi tremando
-ma non ci senti? non vuole stare con nessuno, tanto meno con una stronza come te- interviene Alexa
-Evelyn lo sto chiedendo a te, è un addio?-
-mi dispiace, ma per ora non ce la farei a continuare-
-capisco...beh buona serata-
mi allontano velocemente, senza neanche sentire se hanno ricambiato il saluto, senza girarmi a guardarla in faccia un'altra volta.

arrivo al mio portone, entro in casa e scoppio.

è successo di nuovo.
sono io il problema?

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