I was

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staccare la spina del cervello.
isolarsi da tutti e da tutto.
chiudersi come un riccio.
pensare, troppo.

non so cosa intendesse Emily con "perdersi", so solo che io la vedo così.
forse neanche lei sa cosa intendessi io.
eppure non ci serviva, ci capivamo lo stesso, sempre. lei se ne accorgeva quando mi succedeva e io la guardavo, in quegli occhi stupendi, scuri come i capelli che le incorniciavano quel suo viso così delicato.
mi lascio trasportare ancora così tanto da lei.
è come se mi avesse sempre in pugno.
se solo fosse così anche per lei.
se solo si sentisse ancora mia.
cosa darei per un momento con lei, a parlare di tutto, come ai vecchi tempi. non ci stancavamo mai, io avrei potuto ascoltarla ore ed ore fare i suoi assurdi sproloqui sulle cose più strane. a volte rifletteva su una parola, ci faceva tutto un discorso e poi si scusava perché pensava di annoiarmi.
non accadeva mai.
ero sempre interessata, ad ogni sua singola parola. ero sua, ero innamorata, ero persa, davvero persa.

ero.

sarà difficile, sarà veramente tanto difficile e tanto lunga. però ce la faccio, so che ce la faccio. in fondo sono già avanti, in questo momento sento la mancanza dei nostri discorsi, solo di quelli, non dei baci, non più.

devo smettere di pensare ai ricordi belli, ne esistono anche di brutti.
litigavamo spesso, tanto spesso.
litigavamo con rabbia e, io, con paura.
si avevo paura perché quando discutevamo in quel modo, anche per questioni di poco conto, pensavo di perderla, pensavo che si sarebbe stancata di me e temevo che mi potesse abbandonare.

alla fine non avevo del tutto torto, mi ha abbandonata davvero.

oggi mi vedo con Evelyn, ho intenzione di chiarire tutto.

-sono felice che tu mi abbia concesso un appuntamento- dico sorridendo
-non è un appuntamento e hai insistito tanto, cosa devi dirmi?- risponde acida, forse troppo
-mi sono resa conto del male che ti ho fatto, stavo con te e pensavo ad un'altra persona, ci sono passata e non è bello. sarò sincera con te, non so di quanto tempo avrò bisogno per dimenticarla del tutto, perché alla fine è stata la prima e ha significato molto per me. però, so che ora voglio stare con te-
-come fai a dire di voler stare con me se pensi ancora a lei?- domanda quasi alzando la voce
-perché non penso a lei come penso a te, non più. Emily è andata avanti, tocca anche a me no?-
-voglio che tu sia sicura- risponde con un filo di voce

31 marzo 2017
-Emily, probabilmente non sarà facile, ma che ne dici di mettere un punto a questa ridicola pausa?-
-voglio che tu sia sicura-
-non sono mai sicura di niente, ho sempre agito di istinto e ho vinto tante volte. ci devo almeno provare-
-io semplicemente non voglio che tu stia male-
-io sto male ora perché ci stiamo prendendo in giro.
quindi?-
-quindi che?-
-quindi si?-
-quindi si-

-Evelyn, sono sicura- le prendo la mano e la guardo negli occhi
-uhm- dice ancora dubbiosa
-quindi?-
-quindi che?-
-è un si?- le stringo la mano

lei mi guarda, inizialmente con uno sguardo quasi cupo, poi piano piano nel suo volto si fa largo un sorriso, quel sorriso.

-è un si- risponde e mi abbraccia
-e non sparire più in quel modo, mi sei mancata- le rimprovero ironicamente

quindi si.

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