Ricordo benissimo il giorno in cui ci eravamo dati appuntamento fuori all'entrata della scuola. Quella mattina mi ero svegliato prestissimo per prepararmi. Non sapevo cosa mettermi. Era da tanto che non mi capitava di uscire con una persona. Non riuscivo neanche ad immaginare che luoghi potessero interessarle oppure le cose da fare per passare il tempo insieme. Non ero mai stato un tipo da uscite con gli amici. Poi nell'ultimo periodo con quello che era successo le occasioni per socializzare con altre persone erano mancate. Emily era stata la prima ragazza dall'incidente ad invitarmi ad uscire. Gli altri ragazzi della scuola all'epoca mi evitavano come se fossi un malato di lebbra. Avevano paura di essere associati al figlio dell'assassino. A volte mi capitava di pensare che se una persona riceveva una punizione per qualcosa che aveva fatto, allora la dimenticava in maniera molto facile, ma se ne riceveva una ingiustamente, non se la scordava mai. La punizione per essere il figlio di mio padre ormai era diventata come un marchio sulla mia pelle. Una cosa che non avrei mai potuto dimenticare.
Sono arrivato fuori scuola prestissimo quella mattina. Non sapevo verso che ora dovevamo incontrarci. Ero molto teso e avevo paura di sbagliare qualcosa. Questa era l'occasione di farmi finalmente un'amica. La giornata era veramente caldissima. Il sudore mi scorreva dalla fronte. Una piccola goccia era arrivata fino al collo. Erano le 16:30 e di lei ancora non se ne vedeva l'ombra. Provai a sedermi su un muretto perché avevo le gambe indolenzite, ma ogni volta che provavo a darmi una spinta cadevo con il sedere per terra.
- Ehi, cosa stai facendo? -
Finalmente era arrivata...
- Nulla, stavo scendendo dal muretto -
- A me da lontano sembrava che stessi cercando di salirci invece, ma senza risultati -
- Cosa dici? Ti stai sbagliando -
- Ok, va bene nanerottolo -
- Senti chi parla... Sei più alta di me di poco -
Lei si avvicinò a me, e mi accarezzo la testa. La sua mano era davvero grande, ma allo stesso tempo morbida. E la sua pelle emanava un profumo buonissimo.
- Ok, bravo bambino. Non te la prendere. Bevendo più latte prima o poi crescerai -
- Non sono un bambino. Di che mese sei tu? -
- Sono di Dicembre. Perchè?
- Essendo nato a novembre, sono di un mese più grande di te. Quindi dovresti portarmi un minimo di rispetto -
- Va bene. Farò il possibile per farti contento. Nanetto. Adesso che ne dici di portami a fare questo giro per la città? -
- Andiamo. Prima tappa il Parco "Young Flower" -
- Perché si chiama in questo modo? -
- Il parco è stato costruito l'anno scorso in memoria della ragazza morta nell'incidente causato da mio padre. Infatti "Young Flower" in inglese significa giovane fiore. Per l'anniversario della morte hanno realizzato il parco -
- Scusa, non dovevo chiedertelo -
- Non preoccuparti. Ci vado molto spesso, e per fortuna non mi sento affatto in colpa ad andarci. Non ho fatto nulla di male -
- Hai ragione Nanetto... Allora in quella piccola testa ci passa qualcosa oltre l'aria -
Per arrivare al parco ci mettemmo circa 26 minuti in Autobus...
Il parco si presentava magnificamente. L'ingresso era ricco di fiori che creavano dei vortici di colori meravigliosi. Al centro di esso c'era una fontana sulla quale c'era una targhetta dedicata alla ragazza dell'incidente.
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Quella strada verso te
Teen FictionEtichettato come il figlio dell'assassino, Justin Well è vittima di bullismo. Non ha amici e non riesce a relazionarsi con le altre persone. Cerca di condurre una vita normale e il suo unico obiettivo è quello di passare inosservato. Ma contrariamen...