Capitolo 34 - Bugie

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ALEXANDRA

Non esiste nessuno sulla faccia della terra che non dica bugie. Qualsiasi persona al mondo ha una motivo valido per mentire. Le menzogne sono una parte fondamentale della nostra vita. Tutti noi cerchiamo di nascondere qualcosa dietro a delle piccole frottole. A volte non ci rendiamo conto neanche di dirle. Purtroppo siamo stati cresciuti in questo modo. Abituati a mentire, e a non considerare le conseguenze di quello che esce dalla nostra bocca. Molto spesso ci sono delle verità ancora più grandi che sono radicate all'interno delle bugie. Ed è nostro compito scavare sotto gli strati di esse, e cercare di portarle alla luce del sole.

La scorsa settimana è capitata un enorme tragedia a casa mia. La nuova ragazza di mio padre è caduta dalle scale mentre stava facendo le prime pulizie autunnali. La sua gamba si è slogata, e questo ha portato all'ingessatura dell'intero arto sinistro. Adesso non riesce a camminare molto bene, e si lamenta in continuazione per il dolore. In questi giorni sto cercando di accontentarla in tutti modi possibili. Assecondo ogni suo singolo capriccio, e cerco di svolgere le faccende domestiche senza sbagliare.

- Dove sei? Che male. Non ce la faccio più. Il dolore è troppo forte. Mi sta distruggendo. Ma dove è finita quella rimbambita? Alexandra!!! -

Eccola. La sento urlare dal soggiorno.

- Sono in cucina. Sto preparando la colazione. Tra pochi minuti è pronta - Le dico.

- Non pensare alla colazione. Vieni subito. Ho bisogno del tuo aiuto. Muoviti -

Devo sbrigarmi. Forse è caduta di nuovo e non riesce a rialzarsi. Lascio quello che sto preparando sul fuoco, e corro verso il soggiorno. Lei è sdraiata sul grande divino al centro della stanza, e la sua gamba e poggiata sopra ad un cuscino di lattice.

- Tutto bene? Senti del dolore da qualche parte? -

La osservo, e sembra stare perfettamente. Questa mattina ha avuto anche il tempo di truccarsi. Il colore delle sue labbra è molto acceso. Sicuramente si è messa il rossetto. Non capisco come faccia. Quando mi sento male non ho la forza neanche di alzarmi dal letto.

- Sbrigati. Fai presto. Prendimi il telecomando. Tra poco inizia la mia serie preferita. Non posso perdermi neanche un minuto -

- Telecomando? - Le chiedo.

- Si. Telecomando. Sai quell'oggetto di forma rettangolare che si usa per accendere la Televisione. Non lo conosci? Sei ignorante?-

Devo sopportare. Non posso arrabbiarmi. Si sente male, e probabilmente è il dolore che la spinge a comportarsi in questo modo.

- Certo. Non preoccuparti. Ora te lo prendo subito -

Mi piego verso il tavolino del soggiorno, e prendo il telecomando che è a pochi centimetri da lei.

- Muoviti. Non c'è tempo da perdere. Non fare la lumaca. Sei troppo lenta. Ecco perché non riesci a combinare un cavolo dalla vita -

- Tieni. Adesso puoi guardare la tua serie preferita. Ora devo correre in cucina perché ho lasciato delle cose sul fuoco -

- Aspetta un attimo. Dove vai? Fammi un massaggio alla schiena prima di andare. Ho dei dolori atroci alle spalle -

- Ho lasciato il fuoco accesso. Ti faccio dopo il massaggio, va bene? -

- Perché sei così cattiva? Ti ho chiesto solamente di massaggiarmi le spalle. Cosa c'è di tanto difficile? Fai sempre storie. Lasciami da sola a soffrire su questo divano. Vai a preparare la colazione. Probabilmente troverai un cadavere al tuo ritorno -

Sta facendo di nuovo la bambina capricciosa. Devo esaudire anche questo suo desiderio.

- Va bene. Non prendertela. Dove ti fa male? - Le domando.

- Vicino al collo. E anche sulla parte superiore della schiena -

Vado dietro di lei. Metto le mie mani sulle sue spalle, e inizio a massaggiarle delicatamente. Faccio solamente una leggera pressione con le dita. Sento provenire dai suoi capelli un piacevole odore di cocco. Ha avuto anche il tempo di farsi lo Shampoo. Incredibile.

- Smettila. Mi fai male. Non sei capace di fare neanche un massaggio decente -

- Scusa. Non volevo. Credevo di averci messo pochissima forza. Non pensavo di farti male -

- Vuoi che mi arrenda e che me ne vada da questa casa, vero? Per questo mi tratti in questo modo. Sono sicura. Ora che sono in questo stato pensi che sia una vittima facile. Credi di poter fare tutto quello che vuoi? Non ci sperare -

- No, ma che dici? Cercavo solamente di farti contenta. Non ho nessuna intenzione nascosta. Lo giuro -

- Brutta scema. Le conosce bene le ragazze come te. Non mi freghi. Non fare tanto la santarellina -

Comincio a fissarla in malo modo. Sono veramente arrabbiata.

- Cosa stati guardando? Perché mi osservi con quello sguardo malefico? Smettila -

Devo trattenermi. Non posso sbottare. Questa donna sta cercando di darmi solo fastidio.

- Adesso devo davvero correre in cucina. Se hai bisogno di qualcosa chiamami - Le dico.

Cerco di fuggire per non andare ancora di più in collera.

- Non scappare. Portami subito un altro cuscino. Ho dei dolori lancinanti alla gamba. Ho bisogno di metterla su qualcosa di ancora più morbido -

- Va bene. Vado a prendertene uno nella stanza patronale -

Mi allontano dal salotto, e vado nella camera principale della casa. Cerco il cuscino più soffice possibile, e lo porto alla regina della spocchia.

- Ecco il cuscino. Ho preso il più morbido. Proprio come mi avevi chiesto -

- Alzami la gamba. In questo modo riesco a metterlo bene -

Prendo la gamba sinistra e la sollevo con molta cura.

- Cavolo. Mi fai male. Maledizione. Sei proprio una persona inutile. Ma da dove viene queste fumo? - Mi chiede dopo una delle sue solite offese.

Inizio a sentire una leggera puzza di bruciato. 

- Hai ragione. Viene dalla cucina. Credo si sia bruciato qualcosa. Vado a controllare -

- Brutta idiota. Fai sempre guai. Vai a spegnere subito tutto. Vuoi dare fuoco alla casa? -

Faccio uno scatto veloce e arrivo in cucina il prima possibile. Purtroppo quando entro, le fiamme sono già arrivate al soffitto. Sta bruciando qualsiasi cosa. Provo ad utilizzare dell'acqua, ma non basta. Devo muovermi a prendere l'estintore al piano di sopra prima che l'intero stabile vada a fuoco. Corro verso il salotto per avvertire la fidanzata di mio padre, ma non è più nella stanza. Sembra essersi volatilizzata. Comincio a chiamarla con tutta la voce che ho in corpo, ma non ricevo risposta. Dove cavolo è andata? Mi guardo attorno spaventata. Eccola. La vedo. Sta scendendo per le scale con tutto il gesso. Nelle mani ha l'estintore. Ma come è riuscita a salire e scendere le scale con la gamba in quelle condizioni?

- Che fai? Non rimanere lì impalata come una scema. Prendi subito questo coso e vai a spegnere il fuoco -

Quella strada verso teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora