Capitolo 29 - L'ascensore

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ALEXANDRA

Le riprese per il nuovo film di Damien stanno per iniziare. Manca davvero poco. Sul set sembrano tutti indaffarati. La troupe sta terminando di allestire la location. Mentre i truccatori sono occupati a fare gli ultimi ritocchi al make-up degli attori. Lui in questo momento dovrebbe essere con il costumista a scegliere cosa indossare per girare le prime scene. Questo è quello che mi hanno riferito gli stagisti della sua agenzia. Sto cercando di trovare il suo camerino, ma è molto difficile. C'è troppa confusione. Non sono abituata al ritmo frenetico che si respira in questo luogo. A causa di questo ragazzo e le sue continue richieste, ho dovuto saltare la prima ora di scuola. Il bambino viziato ha pretesto che gli portassi qualcosa da bere prima di andare all'istituto. In un primo momento, ho cercato di ignorare i suoi messaggi, ma non ci sono riuscita per molto. Erano troppi, e il cellulare continuava a vibrare. Per questa ragione ho dovuto accontentarlo, e sono andata a prendere quello che voleva.

Una donna sta correndo per i corridoi. Nelle sue mani, e poggiati sulle sue spalle ci sono degli abiti da uomo. Molto probabilmente sono quelli che deve indossare Damien. La seguo senza farmi notare, e finalmente riesco a trovare il camerino di quella persona. Entro, e lo trovo seduto su una delle sedie della stanza. Sta leggendo qualcosa. Dovrebbe essere la sceneggiatura contenente le battute. 

- Damien, ecco quello che mi avevi chiesto. Scusa il ritardo -

Alza lo sguardo dal copione.

- Hai preso quello giusto? -

- Certo. Un Caramel macchiato freddo con doppia panna. Proprio come era scritto sul messaggio che mi hai mandato -

- Perfetto. Amo i contenitori di questa catena. Sono i miei preferiti -

Prende il cellulare dalla sua tasca. Avvicina la bevanda al suo viso, e inizia a farsi delle foto.

- Cosa stai facendo? - Lo guardo in modo perplesso.

- Nulla. Solo degli autoscatti da postare su i social. I miei Fan non riescono a respirare se non vedono una mia foto almeno una volta al giorno. Non lo sapevi? Sono il loro ossigeno -

Comincia a sghignazzare. Sembra davvero convinto di quello che dice. Crede di essere divertente? Povero mondo. Come ci siamo ridotti.

- Capisco - Gli dico in modo freddo, e distaccato.

- Brava. Ora allontana questo frappuccino da me. Devo continuare a ripetere la parte. Manca poco all'inizio delle riprese -

- Perché non lo bevi? -

- Non sai quante calorie ci sono in un Caramel macchiato? Un attore deve mantenere la propria linea. Noi lavoriamo con il nostro corpo. Poi non mi piacciono le cose troppo dolci -

Non posso crederci. Sono andata dall'altra parte dell'universo per comprare questo stupido frappuccino.

- Perché me lo hai fatto acquistare? Per quale motivo? -

- Avevo voglia di farmi una foto. Solamente per questo -

Lo sta dicendo in modo serio. Non posso crederci. Voglio prendere quel contenitore con il caramel macchiato, e versarglielo sulla testa. Questo ragazzo è nato per innervosirmi. Devo cercare di calmarmi. Sta facendo tutto questo solamente per provocarmi. Vuole farmi perdere le staffe. Ne sono sicura.

- Se non hai bisogno di nient'altro. Andrei - Gli dico.

Mi sta guardando. I suoi occhi non trasmettono nulla di buono.

- Giusto. Ho dimenticato di prendere il pranzo al sacco che ho preparato per lo staff. Si trova nel furgoncino. Potresti andare a prenderlo? Sono solamente due scatole. Non dovresti metterci molto  -

Non posso rifiutare. Lui è quello che mi sta aiutando a pagare la rata scolastica. Non lo devo dimenticare. Devo accettare, e fare quello che mi dice. 

- Va bene. Ci metterò pochissimo -

- Le chiavi del furgoncino sono nella mia borsa. Davanti alla porta. Ti raccomando non rovesciare nulla. Ho fatto preparare quelle pietanze da uno dei migliori chef del settore -

- Non preoccuparti. Non lo farò -

Mi faccio coraggio, e prendo le chiavi dal suo zaino. Esco dalla stanza, e corro verso il furgoncino. Apro il bagagliaio. Comincio a contare le scatole che vedo. Stava mentendo. Non erano solamente due, ma cinque. Maledetto. Come posso portarle da sola? Le metto una sopra l'altra, e le alzo. Sono pesantissime. Questa sera mi verranno dolori per tutto il corpo. Dovrò mettermi qualche cerotto antidolorifico. Respiro a pieni polmoni, e ritorno da lui. Entro nella stanza, e poso le scatole sul pavimento.

- Eccole. Non avevi detto due scatole? - Ansimo.

- Hai ragione. Credevo fossero solamente due. Chissà da dove sono uscite le altre tre - 

Voglio ucciderlo. Sicuramente lo sta facendo apposta. Lo diverte farmi penare.

- Ci vediamo. Chiamami se hai bisogno - Cerco di fuggire.

- Dove vai? Non scappare. Prendi il mio zaino, e accompagnami al piano di sopra. Non posso portarlo da solo. Rovina la mia immagine -

- Di che immagine stai parlando? Non c'è nulla da rovinare - Lo dico sottovoce.

- Non ho capito. Cosa hai detto? -

- Nulla. Ecco. Ho preso la tua borsa. Andiamo? -

La alzo, e gliela mostro. 

- Sono sicuro di aver sentito qualcosa. Non mi avrai per caso offeso? -

- No, ti sbagli. Non lo farei mai -

Si alza dalla sedia.

- Va bene. Forse ho immaginato di sentire qualcosa? - Scuote la sua testa.

- Non sei in ritardo? Tra poco dovrebbero iniziare a girare - Gli dico.

- Hai ragione. Il regista potrebbe uccidermi se non arrivo in tempo - 

Usciamo dalla stanza, e inizio a seguirlo. È veramente alto. Ha una figura davvero statuaria. Andiamo verso l'ascensore. Preme il bottone, e aspettiamo che arrivi. 

- La borsa è pesante? -

- No, non preoccuparti. Non è pesante come sembra-

- In realtà non mi preoccupavo di te, ma dello zaino. Ho paura che tu lo faccia cadere -

Vuole morire? Sta cercando in tutti i modi di farmi incavolare.

L'ascensore è finalmente arrivato. Entriamo, e ci mettiamo sul fondo. Sta iniziando a salire. Siamo al secondo piano. La porta dell'ascensore si apre, e molti componenti dello staff cominciano ad entrare. Lo spazio diminuisce un piano dopo l'altro. Sempre di più. Metto la borsa sul pavimento. Sono con le spalle al muro. Ho caldo, e sto sudando. Damien è voltato verso di me. Il suo corpo viene stretto sempre di più al mio. Cerca di non avvicinarsi troppo, ma le persone continuano a spingere. La distanza tra noi due e di qualche centimetro. Ho la testa poggiata sul suo petto. Sento il suo respiro, e il suo cuore battere. Sembra una locomotiva. Cosa gli starà succedendo?

- Stai bene? - Gli domando.

- Si. Abbastanza. Tu? - Non mi guarda negli occhi. 

- Sono un pochino sudata. Ma niente di grave. Sei sicuro di stare bene? Il tuo cuore batte davvero forte -

Non risponde. Rimane in silenzio. Continuo a sentire le pulsazioni del suo cuore vividamente. Non sembrano placarsi. Starà davvero bene? Perché il suo cuore batte in questo modo?

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