ALEXANDRA
Non avrei mai immaginato di vedere qualcuno come Damien rovistare tra i bidoni della spazzatura. Le sue grandi mani sono sorprendentemente agili nell'aprire i sacchetti dei rifiuti. Sembra quasi che lo faccia da una vita. Forse sono pazza, ma questa strana situazione mi mette di buon umore. Non riesco a smettere di sorridere e di scrutarlo con un certo interesse.
- Ti fa così ridere tutto questo, Alex? - Mi chiede con un sospiro spazientito. Le sue guance sono arrossate e sporche di terra. Il suo volto ha assunto un'espressione buffa e del tutto diversa dalla solita.
- No, ti sbagli, Damien. Non capisco come ti sia venuta una simile idea - Rispondo, cercando di non sorridere troppo.
- Allora perché mi stavi guardando in quel modo? Ho qualcosa sulla faccia, per caso? - Mi domanda passandosi una mano sul viso.
- No, non ti stavo guardando. Avrai preso una svista - Dico, cercando di sembrare convincente.
- Sì, invece. Non negare, mi stavi guardando sicuramente. Ho sentito i tuoi occhi su di me. Ammettilo - Ribatte lui, continuando a punzecchiarmi. Come faccio a farlo smettere? Devo cercare di cambiare discorso alla svelta. Non posso dirgli che lo stavo osservando sott'occhio. È una cosa troppo imbarazzante da confessare.
- Oh! Ma quello non è il bottone? - Chiedo a Damien, indicando un punto indefinito alla sua sinistra.
- Dove? Non riesco a vederlo da nessuna parte - Dice, scandagliando con gli occhi anche il più minimo dettaglio.
- Scusa, mi sono sbagliata. Era solamente una foglia di lattuga. La mia vista non è più quella di una volta - Faccio finta di strizzare gli occhi. Spero di non aver assunto un'espressione da ebete.
- Tu non me la racconti giusta - Mi dice sbuffando e roteando gli occhi al cielo.
- A proposito, da quanto tempo stai rovistando nei rifiuti? - Damien mi guarda con titubanza pensando alla mia domanda.
- Non da molto. Un paio d'ore. Forse più - Risponde lui, continuando a frugare tra la spazzatura.
- Cosa? Non posso crederci. Ma sei stupido? Non hai freddo? - Allungo la mano per toccargli il viso, ma mi ferma prima di sfiorarlo.
- Sto benissimo, non preoccuparti - Mi dice con tono dolce e calmo.
È una serata gelida. Come fa a non avere freddo? Davanti alle nostre bocche si formano delle dense nuvolette bianche di vapore per via dell'aria invernale. Non è minimamente possibile che non senta neanche qualche brivido. Sta sicuramente mentendo.
- Alzati. Torniamo a casa tua - Gli dico preoccupata, ma sembra non voglia ascoltarmi.
- Lo troverò sicuramente. Non mi arrenderò mai. Troverò quel bottone a qualsiasi costo. Hai la mia parola. La parola di Damien Evans - Borbotta lui, senza nemmeno alzare gli occhi dai sacchetti dei rifiuti. È proprio una persona cocciuta e irragionevole. Non riesco in nessun modo a convincerlo.
Improvvise folate di vento cominciano a scompigliarmi i capelli e a frustarmi il viso senza pietà. Non riesco proprio a sopportare questo clima glaciale. Mi stringo forte nel cappotto alla ricerca disperata di calore, ma questo freddo mostruoso riesce lo stesso ad entrarmi nelle ossa.
- Alex, perché non sali a riposarti? Sembri distrutta. Intanto io continuo a cercare il bottone - Mi dice Damien con voce apprensiva.
- Non sono stanca. Non preoccuparti. Rimango qui a darti una mano - Non posso andarmene e lasciarlo da solo. Non potrei mai farlo.
- Almeno mettiti questa. A me non da fastidio il freddo, ma sembra che tu stia congelando invece - Scioglie lentamente la sciarpa rossa che ha annodata al collo e comincia ad avvicinarsi a me, dopodiché la porta dietro alla mia nuca e la mette delicatamente intorno alla mia gola.
- Grazie - Dico semplicemente a Damien, abbassando lo sguardo e immergendo la faccia tra i morbidi fili di lana. Questa sciarpa è davvero calda e rassicurante. Questa persona riesce a sorprendermi sempre di più.
- Ora te l'affido, mi raccomando, trattala bene, è una delle mie sciarpe preferite - Mi dice facendomi l'occhiolino.
- Non preoccuparti, è in buone mani - Sussurro con voce quasi impercettibile. Sento le mie guance di colpo diventare rosse per l'imbarazzo. Per fortuna sono nascoste sotto l'enorme sciarpa di lui.
- Ora basta. Non posso restare con le mani in mano in questo modo. Devo trovare assolutamente il bottone. Forza, ce la posso fare! - Esclama lui ad alta voce alzando le mani al cielo.
Che strano. Non riesco a smettere di essere felice. Ogni volta che incrocio il suo sguardo, sono affascinata dal suo sorriso. Credo di essere terribilmente attratta dai suoi modi di fare particolari e sempre fuori dalle righe. Questa persona è capace con dei piccoli gesti a tirarmi su di morale quando serve. Non c'è nessun altro al mondo come Damien. Sono fortunata e davvero grata che lui sia entrato nella mia vita.
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Quella strada verso te
Teen FictionEtichettato come il figlio dell'assassino, Justin Well è vittima di bullismo. Non ha amici e non riesce a relazionarsi con le altre persone. Cerca di condurre una vita normale e il suo unico obiettivo è quello di passare inosservato. Ma contrariamen...