Capitolo 8 - Il Rivale

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Il viso di questo ragazzo viene inondato completamente dal sole della tarda mattinata. Da questa angolatura non sembra un tipo normale. Troppo bello per esserlo. Ha gli occhi a mandorla, e una carnagione chiarissima. L'unico difetto che posso trovargli sono delle lentiggini sul naso, ma sto cercando proprio il pelo nell'uovo. Sono quasi invisibili ad occhio nudo. Indossa un abito costoso probabilmente di qualche marca famosa. Emana un odore di profumo molto forte. Come se si fosse fatto la doccia solo con quello. Mi sembra di averlo visto già da qualche parte, ma non ricordo dove. Ha un aria molto familiare.

- Mi sei mancata. Quando mi avevano detto che ti eri trasferita ho subito cancellato tutti i miei impegni, e sono corso da te. Non potevo crederci. Perché non mi hai detto nulla? -

- Sai come sono queste cose. Non volevo che ti preoccupassi. Poi il tuo lavoro non ti concede neanche il tempo di respirare. Sarei stata solo un peso -

- Lo sai quanto ero spaventato? Credevo ti fosse successo qualcosa. Ho vagato per l'intera città nel vano tentativo di trovarti. Per fortuna la tua vecchia vicina di casa mi ha detto tutto. Non è possibile che ho dovuto sapere da lei che la mia ragazza si era trasferita -

La sua ragazza? Allora è il suo fidanzato? Mi sembrava strano che una come Emily non ne avesse uno.

- Ma cosa dici? Hai sempre voglia di scherzare. Non sei cambiato minimamente dall'ultima volta che ti ho visto -

- Ti ho fatto battere il cuore per qualche secondo? -

- Neanche per mezzo. Non farti illusioni -

- Che persona dal cuore di ghiaccio. Fredda come il vento siberiano. Comunque chi è questo? -

Credo si stia riferendo a me.

- Lui è Justin, un mio amico di scuola. Siamo venuti insieme al mercato per alcune commissioni -

- Piacere Justin, io sono Damien, un amico d'infanzia di Emily -

Mi sta porgendo la mano, e a mia volta lo faccio anch'io. La sua stretta è molto forte, come se lo facesse di proposito. Mi sta facendo abbastanza male, ma non posso mollare. Faccio forza a mia volta.

- Il piacere è tutto mio. Sono contento di fare la tua conoscenza -

Mi sforzo di fare un sorriso, ma proprio non mi viene.

- Emily, che ne dici di andare a mangiare qualcosa da qualche parte? Non ho ancora pranzato e ho una fame da lupi. Offro io. Puoi portare anche il tuo amico. Se ne ha voglia -

Mi sta fissando. Secondo me vuole che rifiuti l'offerta per andare da solo con Emily, ma non ci penso proprio di lasciarla da sola con lui.

- Certo, anche a me era venuta una certa fame. Accetto l'invito molto volentieri -

Ci guardiamo l'uno negli occhi dell'altro. Devo cercare di non abbassare lo sguardo. Il primo che lo fa, ne esce sconfitto. Li spalanco entrambi come due lampioni. Non riesco a trattenere le lacrime, e a tenerli fissi. Mi arrendo e dopo qualche minuto li chiudo. Sta accennando un ghigno malevolo di vittoria.

- Adesso che ne dite di andare? Siete fermi nello stesso punto da 10 minuti - ci dice Emily con aria scocciata.

- Hai ragione, andiamo. Ero assolto nei miei pensieri. Scusami Em... -

- Ok, va bene. Andiamo -

Qualche ora dopo che avevamo finito di pranzare, dalla finestra del ristorante dove eravamo andati si sentiva la strada che riecheggiava dei suoni vivaci del tardo pomeriggio.

- Sono pieno. Ci voleva proprio. Non mangiavo in questo modo da tantissimo. Ti ricordi le nostre abbuffate serali? -

- Come posso dimenticarmene? Ero costretta a chiamare l'ambulanza ogni volta per farti riprendere -

Quella strada verso teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora