Capitolo 44 - Uno scherzo di troppo

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JUSTIN

Emily è per me la ragazza più importante al mondo. Una persona senza la quale non potrei vivere, nemmeno se dovessi rinascere. Lei mi piace nel modo in cui a un uomo piace una donna. È davvero speciale per me. Apprezzo veramente ogni singola parte del suo essere. Ma perché non riesco ad essere sincero, quando vedo il suo volto? Fino ad ora non sono riuscito ad esprimere chiaramente i miei sentimenti, ma per quale motivo? Sono sicuro di considerarla la numero uno su questa terra, non ho dubbi su questo. Allora da cosa sono spaventato? Forse ho il terrore che se glielo dicessi, tutto potrebbe cambiare? È per questo che non riesco a pronunciare quelle semplici parole? 

La luna sta splendendo, avvolgendoci nel suo raggio morbido e lucente. Sono quasi le due e le strade della città sono piuttosto silenziose. Stiamo camminando a passo sostenuto l'uno di fianco all'altra in modo così spontaneo che nemmeno ci rendiamo conto di farlo. Ogni tanto le nostre mani si sfiorano delicatamente oppure ci urtiamo inavvertitamente. Ad ogni tocco mi sento percorrere da mille farfalle. Comincio ad osservarla il più discretamente possibile, cercando di non farmi notare. Il suo viso sembra sereno. La cosa mi rende davvero felice. Guardare il suo sorriso è una tale incredibile gioia.

- Sto seriamente impazzendo a causa tua. Cosa devo fare con te? - Mi domanda.

- Che intendi? - Le chiedo scendendo dalle nuvole. 

- Guarda, come hai fatto a non notarle? Le stringhe delle tue scarpe sono sciolte. Non hai paura di cadere? - Mi chiede. 

Scuoto leggermente la testa e guardo in basso.

- Hai ragione, non ci avevo fatto caso. Sono davvero senza speranze - Le dico.

- Non muoverti. Dobbiamo trovare un posto dove farti sedere - 

Comincia a guardarsi intorno con maggiore interesse e soprattutto osserva con attenzione nelle vicinanze. 

- No, ma che dici. Non c'è bisogno. Posso semplicemente mettermi in ginocchio e allacciarle. Non sono un bambino. Non ho bisogno di sedermi su una panchina per annodare le stringhe -

- Davvero hai intenzione di inginocchiarti? Non farlo. Sei così basso che non fa differenza se ti inginocchi o no - Mi dice con aria sarcastica. 

- Non è vero. Non sono basso. Sono cresciuto di tre centimetri nell'ultimo periodo, non lo sapevi? - Cerco di ribattere alla battutina, ma con pochissimi risultati.

- Sei sicuro? A me non sembra. Forse l'hai sognato? - Inizia a ridere, prima con un accenno sottovoce e poi a piena gola, sempre più forte. 

- Hai sentito questo rumore? - Le domando cercando di cambiare discorso. 

- Sentito cosa? - Mi chiede spaventata, avvicinandosi a me.

- Non dirmi che non hai sentito! Non è possibile. Aspetta, non muoverti. Chi è quella persona dietro di te? - Le chiedo cercando di impaurirla. 

Emily lancia un urlo fortissimo e si getta tra le mie braccia, cominciando a stringere i lembi della mia felpa. 

- Non è niente. Stavo scherzando - Un sorriso mi arriccia le labbra mentre le accarezzo la testa. 

- Idiota! Mi hai spaventato - 

- Perché? Avevi paura che fosse qualche rapitore? Anche loro hanno gli occhi. A meno che non abbiano dei brutti gusti, non prenderebbero una ragazza come te. Su questo posso metterci la mano sul fuoco - Le dico in modo sarcastico. Ridendo e girando intorno a lei. 

- Oh, veramente? Allora è meglio che io me ne vada da sola. Non seguirmi - Sembra davvero arrabbiata. Il suo sguardo è diventato freddo e distaccato. Mi ha appena voltato le spalle. 

- Dove stai andando? Stavo scherzando. Non prendertela - Cerco di trattenerla.

- Non preoccuparti per me. Troverò sicuramente qualche ragazzo disposto a portarmi a casa -

- Aspetta! Almeno ascolta le mie parole prima di andartene. Ho da dirti qualcosa di davvero importante -

 - Fai presto, non ho tempo da perdere. Cosa vuoi dirmi? - Sembra irritata. 

- Domani, mi piacerebbe passare un'altra giornata con la ragazza più strana che conosco. Concedimi un po' del tuo tempo, va bene? - Le domando nella speranza che possa accettare.

- Davvero? Perché vuoi uscire con una ragazza che non vorrebbe neanche un rapitore? - Sembra ancora leggermente innervosita. Sul suo viso appare un'espressione imbronciata.

- Sono un ragazzo particolare. Credo di essere una di quelle poche persone che ha dei gusti unici nel suo genere. Quindi sono sempre felice di passare il mio tempo con una ragazza come te -

Le sue guance si colorano di rosa. Sta arrossendo. Emily sta arrossendo. Non posso crederci. 

- Va bene, affare fatto. Ma adesso voglio tornare a casa da sola. Ho caldo è voglio prendere una boccata d'aria fresca. Allora, ci vediamo domani -

-  Sicura? - Le domando. 

- Certo, non preoccuparti. Tanto manca soltanto qualche isolato per arrivare a casa mia -

- D'accordo, stai attenta mentre rientri -

Quasi dimenticavo, devo ancora annodare le stringhe delle scarpe. Emily è stata davvero carina a notare questo piccolo particolare.

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