ALEXANDRA
La cucina stava per andare a fuoco. Ho preso l'estintore dalle mani di quella donna, e sono riuscita a spegnere le fiamme per un soffio. Per fortuna non è successo nulla di grave allo stabile. Solamente la cucina è inutilizzabile. Tutte le altre stanze della casa sono apposto. L'aria è diventata abbastanza malsana. Si sente ancora uno sgradevole odore di fumo, e non si riesce a respirare con facilità.
- Vuoi muoverti ad aprire le finestre? Questa puzza mi sta uccidendo. Sbrigati -
È tornata sul divano. Crede che non mi sia accorta che la sua gamba sta benissimo. Saltellava per le scale come una libellula pronta a spiccare il volo.
- Puoi aprirtele da sola. Ho altre cose da fare in questo momento -
- Come posso alzarmi in queste condizioni? Ho la gamba ingessata. Non lo vedi? -
- Prima sei riuscita a muoverti perfettamente per le scale. Come hai fatto? - Le domando.
- Hai visto male. Barcollavo, e camminavo a stento. Devi andare dall'oculista. La tua vista sta perdendo colpi - Mi dice.
- Veramente? A me non sembrava. Per quanto ancora vuoi continuare a mentire? Credi sia stupida fino a questo punto? -
Un ghigno malevole sta attraversando il suo viso.
- Cavolo. Mi stavo divertendo così tanto a comandarti a bacchetta. Maledetto incendio. Non ci voleva -
Stende la gamba, e sfila il gesso come se niente fosse.
- Non posso crederci. Avevo ragione. Stavi mentendo - Le dico con enorme delusione.
- Brava. Vuoi un applauso? -
Finge di applaudire, e mi guarda con scherno e disprezzo.
- Perché ti sei spinta a tanto? Per quale motivo? Non capisco. Ho sempre fatto tutto quello che mi chiedevi, e non mi sono mai lamentata -
- Fammi pensare? Volevo solo divertirmi. E sei l'unico passatempo in questa misera casa. Ho pensato di testare un pochino la tua pazienza. Non posso? -
- Ma sei veramente un essere umano? Non hai sentimenti? Come puoi trattare una persona in questo modo? -
- Quante domande. Sei davvero pesante. Non farla troppo lunga. Chiudiamo il discorso. Adesso portami un bicchiere d'acqua. Mi è venuta una leggera sete -
- No, non voglio. Hai le mani e le gambe per un motivo. Usale - Le dico.
Si è appena alzata dal divano. Sta camminando lentamente verso di me.
- Sei la serva in questa casa. Ancora non lo hai capito? -
Alza il suo braccio destro, e cerca di darmi uno schiaffo. Riesco a bloccarla prima che lo faccia. E la spingo verso il pavimento. Adesso è stesa su di esso. Sta piangendo.
- Cosa sta succedendo? -
Mio padre è appena entrato in salotto. Non lo vedevo da settimane. Il suo viaggio di lavoro sarà terminato prima del previsto.
- Tesoro sei rientrato? Non è successo nulla di grave. Sono solamente scivolata - Gli dice.
- Non devi giustificarla. Ho visto che ti ha spinto sul pavimento. Perché l'hai fatto? - Mi domanda.
- Stavo solo cercando di difendermi. Voleva darmi uno schiaffo, e l'ho fermata - Gli dico con estrema sincerità.
Non sembra credermi.
- Come hai potuto trattare la donna che amo in questo modo? -
- Non fa niente, tesoro. Sto bene. Non è successo niente di grave - Cerca di sembrare un angelo. Vuole apparire pura e senza cattiveria.
- Lei ti sta crescendo con tanta cura. Non sei nemmeno sua figlia. Dovresti esserle grata per questo - Mi dice.
- Tesoro, te l'ho detto, sto bene. Non preoccuparti. Lasciala stare. È solo una bambina. La colpa è mia. Forse non sono una buona madre. Cercherò di sforzarmi di più in futuro -
È proprio una volpe. Sta mentendo spudoratamente. Non mi ha mai considerato come una vera figlia.
- Non è vero. Non credere a quello che esce dalla sua bocca. Lei è solamente una bugiarda. Mi tratta malissimo quando non ci sei. Sono costretta a fare tutto quello che vuole - Gli dico.
- Sei arrabbiata. Lo capisco, ma non devi mentire. Non ti ho mai trattato come una schiava. Tu sei la figlia della persona che amo. Come avrei potuto farlo? -
Sta dicendo altre bugie. Come può mentire con tanta facilità?
- Non l'hai mai fatto? Non c'è stato nemmeno un momento di pace da quando sei entrata prepotentemente nella mia vita. Ogni giorno sono costretta a svolgere tutti i lavori domestici della casa. Non muovi neanche un dito per cercare di aiutarmi. A causa della tua vanità, ho dovuto cercare anche un lavoretto part-time per pagarmi la retta scolastica. Tutto questo perché hai sperperato i soldi che ti aveva affidato mio padre per una misera borsa -
- Stai cercando di farmi apparire cattiva di proposito? - Mi domanda con il suo sguardo malefico.
- No. Sto solo dicendo la verità. Hai speso quei soldi per compiacere il tuo ego smisurato -
- Non la vuoi finire? Come osi comportarti in questo modo? Non apprezzi nemmeno lo sforzo che questa donna sta mettendo per crescerti. E ora vuoi farla passare per bugiarda? Scusati immediatamente con lei -
Mio padre sembra veramente arrabbiato, e non vuole credere alle mie parole.
- Papà, non sto mentendo. Sto dicendo solamente la verità. Perché non vuoi credermi? -
- Sono stanco delle tue bugie. Non voglio più ascoltarti. Sparisci immediatamente dalla mia vista -
- Cosa? -
- Non hai sentito quello che ho detto? Vattene. Esci subito da questa casa -
Mi sta cacciando? Ho gli occhi lucidi. Vorrei tantissimo piangere, ma non lo faccio. Sto trattenendo le lacrime con tutta la mia forza di volontà.
- Va bene. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Farò come vuoi. Neanche io voglio rimanere un minuto di più in questa casa - Gli dico.
Volto le spalle ad entrambi, e comincio a camminare per il corridoio che porta all'uscita della mia abitazione. Quella donna mi sta seguendo.
- Dove vai? Fermati. Tuo padre è solamente arrabbiato. Non riesce a ragionare in questo momento. Non andare -
Urla queste parole a voce alta, e finge di piangere. Adesso è arrivata nel punto preciso dove mi trovo. Mi ha appena afferrato per il lembo del maglione e ha avvicinato la sua bocca al mio orecchio destro.
- Hai sentito quello che ha detto tuo padre? Vattene. Non esitare. Tanto non ti crede. Lui pende dalla mia bocca. Stupida ragazzina. Non avresti mai dovuto metterti contro di me -
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Quella strada verso te
Teen FictionEtichettato come il figlio dell'assassino, Justin Well è vittima di bullismo. Non ha amici e non riesce a relazionarsi con le altre persone. Cerca di condurre una vita normale e il suo unico obiettivo è quello di passare inosservato. Ma contrariamen...