Wait form me to come home

522 19 10
                                    

Dopo aver chiamato i miei genitori per dirgli che sarei stata per un po' di tempo via con Martin, andammo a dormire. Ancora scossa per via dell'aborto, mi accucciai a lui e assopirai quel momento.
Lui continuò a baciarmi i capelli e a coccolarmi finché non mi addormentai.
La sveglia suonò molto presto e dopo aver sistemato tutto, il mio autista privato ci portò all'aeroporto J. F. Kennedy. Il primo volo fu per Amsterdam, Martin aveva insistito tanto per andare dalla sua famiglia e visto che voleva sia stare con me che vedere loro per qualche giorno, quale momento migliore se non questo?!

Il viaggio fu lungo e noiosissimo, come sempre. Io lo passai a progettare la nuova collezione e Martin non staccò gli occhi dal suo lap-top ma non sapevo di preciso cosa facesse. Penso che guardò  un film e poi iniziò a lavorare.
Mi afferrò la mano e se la portò alle labbra. Lo guardai e si tolse le cuffiette.
-"Che c'è?"- disse sorridendo.
-"Niente, solo che mi servirebbe anche quella mano per fare un disegno."- dissi sorridendo.
-"No, smettila di disegnare!"- disse abbracciandomi. -"Hai fame?!"- proseguì guardandomi.
Annuii controvoglia.
-"Finalmente!"- disse Martin e chiese ad una delle Hostess di portarci la colazione.
Mangiai i miei pancakes in silenzio e Martin fece lo stesso.
-"Ash!"- disse dopo essersi portato l'ultimo boccone alla bocca.
-"Eh?!"- dissi.
-"Lo sai che ti amo?!"- disse guardandomi e sorridendo.
Sorrisi e gli lasciai un bacio sulle labbra.

Quando arrivammo ad Amsterdam, i suoi amici vennero a prenderci

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Quando arrivammo ad Amsterdam, i suoi amici vennero a prenderci. Martin mi teneva dalla mano e loro lo trascinarono via da me per abbracciarlo. Non si erano visti per due stupidissimi giorni. Io non lo vedevo da un mese.
Salimmo in macchina ed andammo in una casa ad Amstelveen. Sembra davvero accogliente. Ad attenderci davanti al portone c'era suo padre.
-"Papà!"- disse il moro abbracciando suo padre. -"Ti ricordi di Ashlee, vero?!"- proseguì indicandomi.
-"È un piacere incontrarti di nuovo!"- disse l'uomo.
-"Anche per me."- dissi sorridendo e ricambiando la stretta di mano.
-"Tua mamma e tua sorella stanno preparando la merenda, mostra ad Ashlee la tua stanza."- disse il padre di Martin.
Il dj mi prese per mano e trascinandosi dietro la mia valigia ed il suo borsone mi fece vedere la sua stanza. Non era molto grande. Anzi, il contrario. Aveva il letto proprio davanti alla porta.
-"So che non rientra nei tuoi standard ma io sono cresciuto qui!"- disse Martin sorridendo eccitatissimo.
Corse giù per le scale ed arrivò in una piccola cucina rustica.

Sua madre e sua sorella stavano preparando delle frittelle.
Salutai entrambe con un abbraccio e poi Martin mi trascinò con sé in un living con due divani, poco illuminato ma con un televisore abbastanza grande da entrare a stento in una di quelle tipiche librerie di legno con lo spazio centrale per la tv.
-"Amore, io pomeriggio devo lavorare, tu cosa vuoi fare?"- disse chiudendosi la porta alle spalle.
-"Shopping."-
-"Vai con Laura?"-
-"Oppure potrei stare con te?"-
-"No, ti annoi e poi mi rompi le scatole!"-
-"Si, hai ragione ma perché mi hai portata in questa stanza?"-
-"Non volevo che facessi una scenata davanti a mia madre e che poi te ne pentissi!"- disse il moro guardandomi negli occhi.
-"Bhe, forse hai fatto bene..."- dissi e subito dopo sorrisi perché notai quanto quel ragazzo riuscisse a memorizzare così tante sfaccettature del mio carattere.
Lo abbracciai e gli lasciai un bacio sul collo.
-"Non è un problema se ti faccio accompagnare da qualcuno dei ragazzi?!"- disse al mio orecchio.
-"No, tranquillo. Devi lavorare, lo capisco!"- dissi.
Sorrisi di nuovo pensando a quanto questo ragazzo riuscisse a farmi essere così calma.
-"Che c'è?"- disse Martin vedendomi sorridere.
-"Mi fai stare bene."- dissi poggiando la testa sul suo petto.
-"Non puoi nemmeno immaginare quanto tu mi faccia stare bene."- disse il moro schioccandomi dei baci sui capelli.

In the name of love-Martin GarrixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora