Capitolo 9-I want to break free

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But I have to be sure when I walk out the door,
Oh, I want to be free
(I want to break free-Queen)

La giornata successiva passa in modo normale, quasi monotono. Mi destreggio tra una lezione e l'altra, cercando di sfruttare al meglio gli attimi di pausa per godermi questi rari giorni di sole autunnale.

Inforco la bici e mi dirigo ora verso il campus. Sono stanca morta e ho solo voglia di stendermi a letto, lasciando Bob Dylan come sottofondo. Chiudo gli occhi ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è Chris.

La sua passione, la sua sensualità e la sua virilità mi avevano lasciata estremamente spiazzata. Era stata un ventata d'aria fresca che mi ero goduta da sobria, completamente lucida. Eppure, mi sentivo come sotto effetto di droghe. Lui era la mia droga, la mia dipendenza.

Continuavo a pensare ai suoi capelli, al suo sorriso sghembo, ai suoi occhi, ma soprattutto al suo corpo, non statuario, ma ugualmente sensazionale. E infine al suo tocco su di me, non solo quello delle sue dita, ma quello della sua lingua indagatoria e della sua virilità, che mi aveva penetrato a fondo lasciandomi quasi inerme.

Avevo bisogno di lui, di sentirlo dentro di me, di sentire il suo sudore sulla mia pelle, e di sentire nuovamente il suo sapore nella mia bocca.

All'improvviso la vibrazione del telefono sul comodino mi distoglie fastidiosamente da questi pensieri anche fin troppo piacevoli.

Una chiamata. Rispondo senza nemmeno esaminare il numero sul display.

<<Io sono qui fuori. Tu dove sei?>>

Sento dire dall'altro capo del telefono. Sul momento quella voce mi mette un po' di inquietudine, e ci vuole qualche secondo per capire di chi si tratti. Mi si gela il sangue all'idea di essermene completamente dimenticata.

<<Oh...Eddie!>> Esclamo incerta <<sono leggermente in ritardo. Mi ricordi il nome del locale?>>

<<Blue Hill. Ti aspetto all'entrata>>

<<Certo!>> Chiudo la telefonata e rimango leggermente interdetta. Esito un momento e poi mi catapulto giù dal letto. Arraffo un vestito completamente a caso, prendo la borsa ed esco.

Non sono il genere di persona che dimentica gli appuntamenti, ma ormai a quanto pare sono il genere di persona che fa sesso con sconosciuti che poi si rivelano professori, e nonostante questo stato di cose, ci fa sesso comunque.

Mi dirigo velocemente verso il Blue Hill, che grazie a Dio non dista molto dal campus.

Eddie è, come mi aveva anticipato, sulla porta del locale che sventola due biglietti.

<<È tanto che aspetti?>> Chiedo preoccupata

<<No, solo mezzor... Due minuti>> dice ironico facendomi cenno di entrare.

La band è già sul palco e noi sembriamo essere gli ultimi arrivati. La sala è piccola, ma piuttosto gremita, tanto che molte persone sono costrette in piedi. Noi, purtroppo, non facciamo eccezione. Ci stipiamo in un angolino in fondo alla sala dove godiamo ugualmente di una buona vista, date le esigue dimensioni del locale.

Il gruppo inizia a suonare e coinvolge sin da subito l'attenzione di tutti i presenti. Eddie, tuttavia, non sembra particolarmente preso dalla musica e cerca di attaccare bottone ogni due secondi.

Ci sono tre cose che non sopporto ai concerti: quelli alti due metri che non ti fanno vedere un cazzo, quelli che ti rompono le palle se ti esalti troppo per la musica, e quelli che pensano che sia lecito parlare di qualsiasi altra cosa che non sia Bohemian Rhapsody, durante Bohemian Rhapsody.

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