Trascorre una settimana dall'ultima conversazione con Chris. Solo la misantropia di Michael e le stramberie di Agnes riescono a tirarmi su il morale.
Il comportamento assurdo di Chris, tuttavia, mi aiuta parecchio nel processo di elaborazione del "lutto": più si comporta come se avesse una scopa nel culo, meno mi faccio prendere dalla disperazione.
Mi sveglio sempre prima sentendo Jimmy e papà lasciare casa prestissimo al mattino. La mia routine giornaliera inizia molto prima e mi sembra di avere molto tempo a mia disposizione.
Sfoglio il libro di Storia e critica del cinema pensando ad Holly e Vicky e a quanto vorrei essere lì con loro per sostenere gli ultimi esami. Mando un messaggio veloce a Violet per sapere come se la passi. Avrà trovato una nuova compagna di stanza? Mi avrà perdonato per Cedric? Forse sono cose che non saprò mai.
Esco presto di casa e faccio una lunga camminata prima di iniziare il mio turno di lavoro.
«Sorgi e splendi mio caro, su su» dice Agnes con una voce decisamente stridula, appollaiata sul dondolo appena all'entrata del Mayflour.
«Quante volte ti devo dire di non parlarmi prima delle nove del mattino?» bofonchia Michael sollevando uno scatolone e portandolo all'interno del locale.
«Buongiorno a tutti...» mi intrometto in quello strano scambio di amore e odio.
Con dei rapidi cenni entrambi mi salutano mentre entro e inizio a sistemare il locale.
Il primo cliente è l'insolito mangiatore di torte che, stranamente mattiniero, si piazza in fondo alla caffetteria ed estrae dallo zaino un computer portatile.
Gli lancio rapide occhiate durante tutto l'arco della mattinata. Oggi è nuovamente martedì e la sua strana routine non sembra essere cambiata di una virgola: Red Velvet, ma ancora niente jukebox.
La sua mattinata, invece, sembra costellata da un alternarsi di momenti di frenetica composizione al computer e attimi infiniti in cui l'unica cosa che sembra riuscire a fare è fissare lo schermo con aria perplessa accarezzandosi la barba rossiccia.
Mentre pulisco il bancone, sento i suoi occhi su di me e non appena alzo lo sguardo per fargli notare di essermene accorta percepisco il suo imbarazzo nel modo in cui si sistema gli occhiali ,tornando immediatamente a fissare il computer.
Decido di avvicinarmi. Devo ammettere che la sua timidezza mi sorprende, considerando ciò che mi aveva detto settimana scorsa quando mi aveva sentito parlare di lui con Agnes.
Inizio a pulire i tavoli vicino a lui e il gioco di sguardi continua in modo così goffo che potrei scoppiare a ridere da un momento all'altro. Indossa una camicia di flanella a fantasia scozzese blu e verde e le maniche leggermente arrotolate, rivelano le braccia piene di tatuaggi colorati. Li guardo perplessa mentre pulisco il tavolo alla sua sinistra.
«Vuoi uscire con un caffè?» dice lui voltandosi verso di me improvvisamente.
«Come scusa? Vuoi un caffè da portar via?» chiedo perplessa.
«No, vuoi uscire con me per prendere un caffè?» conclude infine dopo essersi schiarito la voce.
Rimango completamente interdetta. Lo fisso. Vorrei parlare ma nessun suono riesce ad uscire dalla mia bocca.
«Non ti preoccupare, non devi rispondere adesso» aggiunge con un sorriso dolce per farmi sentire a mio agio. Annuisco imbarazzata incrociando il suo sguardo.
Vado nel retro del negozio ancora rossa come un peperone. Incontro Agnes che mi guarda sorpresa e incuriosita.
«Conosco quello sguardo» dice Agnes alzandosi in piedi eccitata puntandomi un dito contro «Che cosa hai combinato?»
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Us against the world - In revisione
RomanceAmante della musica e delle scelte sbagliate, Piper Harrison studia all'università di Oxford. Dopo un'infanzia difficile, iniziare una nuova vita in una nuova città porterà moltissimi cambiamenti nella sua vita. Gli inconvenienti, le amicizie e l'am...