Capitolo 14- Stand by me

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No, I won't be afraid
No, I won't be afraid
Just as long, as you stand, stand by me
(Stand by me- Ben E. King)

Mi sveglio il giorno dopo con la mente sgombra da qualsiasi preoccupazione, beandomi ancora della serata precedente. Dopo essere usciti dal pub, Chris mi aveva riaccompagnato a casa e complice il buio siamo riusciti a salutarci con un bacio proprio come una vera coppia. Ancora penso che forse è troppo presto per definirci "coppia". In fondo, non so nulla di lui, o quasi. Dio mio, non so nemmeno quanti anni abbia. Ah, e non ho nemmeno il suo numero di telefono. Dettagli.

Mi sento abbastanza riposata, ma sono contenta di dirigermi alla caffetteria per inaugurare la giornata con un caffè assieme a Vicky. La vedo molto turbata e un po' mi sento in colpa perché è come se non riuscissi a strapparmi questo sorriso ebete dalla faccia. Lei, invece sembra davvero distrutta pallida com'è e con le borse sotto gli occhi che parlano da sole.

<<Tutto bene Vic? Sembra che tu non abbia dormito affatto>> chiedo cercando di abbassare la voce e di avere tatto.
Lei mi guarda come se l'avessi colta in fallo, come se avesse tentato di mascherare il suo aspetto e si fosse appena accorta di aver fallito miseramente.
<<Sì...no... mi è rimasta sullo stomaco la cena di ieri sera... sono uscita con mio padre>>
<<Avrai mangiato come il solito bue...>> cerco di farla sorridere, ma sono fin troppo sicura che ci sia qualcosa sotto.
<<Eh, già...>> conclude lei lasciandomi appesa senza sapere che altro dire per indagare. Sono preoccupata, ma allo stesso tempo so che mi parlerà quando se la sentirà, forzare certe cose non serve assolutamente a nulla. Tiene lo sguardo basso, come se stesse riflettendo attentamente o semplicemente cercando di dormire tenendo gli occhi aperti.

<<Dai, è ora!>> esclamo io tentando di attirare la sua attenzione. Non l'ho mai vista così lunatica. O meglio, un po' strana lo è sempre stata, ma in questo periodo sta toccando l'apice della stranezza.

Camminiamo fianco a fianco fino a raggiungere l'aula, mi avvio verso le prime file, come ormai è abitudine.

<<Pip, sediamoci qui oggi>> sento la mia amica chiamarmi e appena mi volto la vedo sistemarsi verso il fondo dell'aula.

Strano, molto strano.

<<Come mai? Di solito stai sempre in braccio a Morgan>> scherzo, ma ancora una volta rimane seria come non l'ho mai vista.

<<E' solo che sono a pezzi e potrei distrarmi o addormentarmi addirittura e non voglio che mi veda>>

Annuisco e la lascio fare. Sicuramente avrà le sue ragioni.

La lezione comincia e cerco di scervellarmi in tutti i modi per non pensare allo strano comportamento di Vic che è proprio accanto a me. Quando Morgan finisce di spiegare cerco di attirare la sua attenzione e uscire dall'aula, ma sembra come incantata.

<<Vic, ci sei?>> le sventolo davanti alla faccia la mano e lei sembra come risvegliarsi di scatto facendomi sussultare. Mi guarda fisso negli occhi decisa.

<<Piper, possiamo pranzare insieme?>>

<<Certo!>>

Me lo sento, finalmente riusciremo a parlare come una volta, senza tutto questo "non detto" che aleggia nell'aria da fin troppo tempo.

<<Ma non qui, non in università. Ho bisogno di un posto in cui non ci siano orecchie indiscrete>>

<<Andiamo in camera mia. Violet non c'è mai a quest'ora>>

Prendiamo da mangiare e ci dirigiamo spedite verso il campus. Mentre camminiamo ogni tanto lancio uno sguardo nella sua direzione e cerco di interpretare la sua espressione. Sembra un misto di rabbia e tristezza e giuro di non averla mai vista così sconvolta. Appena arriviamo nella mia stanza chiudo la porta alle mie spalle e non appena mi volto la vedo in piedi al centro della stanza.

Us against the world - In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora