Capitolo 41- Then I met you

118 13 0
                                    


Caro Chris,

sono venuta a Boston perché ho sempre sentito qualcosa di irrisolto tra noi, qualcosa che non eravamo riusciti mai a chiarire, nemmeno quando stavamo insieme. Abbiamo lottato talmente tanto per stare insieme, come se non ci fosse altro da fare, come se la disperazione ci unisse ancora di più, che non ci siamo resi conto per cosa stessimo lottando veramente. Ho sempre avuto l'impressione che fossero gli altri a non accettare la natura del nostro rapporto, il nostro essere alla pari "gerarchicamente". Tuttavia, ciò che ho capito è che per molto tempo siamo stati io e te contro il mondo, ma è questo il significato del nostro amore?

Senza la lotta per stare insieme, che cosa siamo noi due?

Senza essere un professore e la sua studentessa, riusciremo mai ad essere pari?

So benissimo che avrei dovuto aspettare il tuo risveglio, avrei dovuto aspettare un modo migliore per dirti ciò che ti sto per dire. Tuttavia, non riesco a non essere codarda, non riesco a non essere profondamente delusa dalle mie speranze. Ho puntato tutto su noi due, ho messo in pausa la mia vita per noi due, e vedere che tutto ciò che speravo non riesce ad avverarsi mi fa essere codarda.

Non riesco a guardarti negli occhi e dirti che speravo funzionasse, speravo non fosse difficile contraccambiare i tuoi sentimenti e sentirmi profondamente felice.

Per un po' Chris, siamo stati noi due contro il mondo, ed è stato meraviglioso. Mi hai regalato la certezza di poter lottare per amore, di poter combattere per ciò che io credo sia più giusto. Tuttavia, per quanto lo si desideri, e per quanto possa sembrare la via più semplice, non è possibile sperare di amare qualcuno per amarlo davvero.

Ho capito che tutto ciò di cui ho bisogno io ce l'ho già e che stare insieme a qualcuno che non ami fa tanto male quanto stare con qualcuno che non ti ama. Meritiamo di meglio, non credi?

Ti devo moltissimo e non ti dimenticherò mai,

Piper.

**

Do uno sguardo veloce all'orologio e immagino che Chris abbia già letto la mia lettera. Sento il mio cuore spezzarsi mentre l'aereo decolla. Si può essere dilaniati e sollevati allo stesso tempo?

Pensare di dargli un grande dolore, sapendo esattamente che cosa si prova, è stato sufficiente a farmi capire di voler essere codarda. Almeno questa volta. Mi sono concessa di avere paura di soffrire troppo, di spezzarmi in maniera irreparabile se avessi guardato i suoi occhi supplicarmi di restare.

Sette ore dopo l'aereo atterra e il comandante annuncia «Benvenuti all'aeroporto internazionale di Heathrow» sento un brivido percorrermi tutto il corpo. Guardo la pioggia fuori dal finestrino e improvvisamente una lacrima inaspettata si fa largo sul mio volto. Piango, senza riuscire nemmeno a capirne il motivo. Continuo a fissare il vetro, finché l'aereo si ferma per far scendere tutti i passeggeri. Prendo il mio tempo, osservo gli uomini d'affari, i turisti, che forse non sono mai stati qui e mi sento un po' come se anche io fossi a casa per la prima volta.

Scendo dall'aereo affondando il mio viso nella sciarpa. Tutti aprono l'ombrello, la pioggia è martellante, ma io non riesco a non provare un immenso piacere nel sentire ancora una volta le gocce su di me.

Cerco il primo treno e lo prendo al volo. Non voglio avvertire nessuno, non voglio dover dare spiegazioni, voglio semplicemente tornare a casa.

Nella mia testa continuano ad aleggiare parole, ma nessuna di queste riesce a restituire ciò che vorrei dire a Teddy. Improvviserò, in fondo è l'unica cosa che posso fare. Rifletto su ciò che avrà pensato di me in questi giorni, quanto avrà sofferto sentendosi la mia seconda scelta.

Us against the world - In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora