Capitolo 37- For once in my life

79 9 1
                                    

Scendo le scale silenziosamente, cercando di non svegliare nessuno.

Questa mattina, complice la pigrizia di ieri, mi sono dovuta svegliare più presto per sistemare il Mayflour. Mi dirigo tranquillamente verso la cucina per farmi un caffè triplo e sperare in una giornata serena.

Non appena apro la porta, però, trovo mia madre, mio padre e Jim seduti al tavolo della colazione. Al mio posto, a sostituire la mia solita tazza, un muffin con una candelina.

«Buon compleanno!» esclamano in coro.

Rimango di sasso senza saper bene cosa dire.

«Grazie» rispondo imbarazzata «Come mai svegli così presto?»

«Volevamo farti gli auguri» dice mia madre «Dopo il lavoro vai da Teddy e chissà quando ti rivedremo oggi»

«Oh», commento, sentendomi un po' in colpa.

«Muoviti e vieni a spegnere questa candelina» mi ordina Jimmy ridendo. Mi arrendo e obbedisco volentieri.

Tutti dicono che quando si soffia sulle candeline si dovrebbe esprimere un desiderio. Io, però, nel momento fatidico mi sono sempre sentita come se fossi bloccata, come quando ad un'interrogazione sai una risposta ma non riesci a parlare.

Chiudo gli occhi e così, senza pensarci, soffio. Appena li riapro un applauso che in qualche secondo si rivela assordante mi sorprende. Oltre a Jim, mamma e papà, si palesano in cucina i miei parenti irlandesi.

Arrivati da qualche giorno, pensavo che stessero ancora dormendo nel B&B a qualche chilometro da qui.

Mio zio, Louie applaude più forte di tutti, per poi avvicinarsi e darmi un sonoro bacio sulla fronte. Il suo sorriso, buono e semplice, mi riempie il cuore. I miei cugini, Martha, Fitz e Benny si ammucchiano su di me in uno stritolante abbraccio. Infine, zia Lauren, mi cinge tra le sue braccia, stringendomi più forte del solito.

Sono sorpresa, e un po' spaventata. Forse potrei abituarmi a tutto questo affetto.

***

Il Mayflour è tranquillo questa mattina, infatti, anche senza l'aiuto di Agnes, riesco tranquillamente a servire tutti i clienti. Lei e Mike sono andati all'aeroporto a recuperare dei parenti arrivati non-so-quando da non-so-dove. È quasi piacevole in realtà lavorare da sola. Tuttavia, appena vedo le lancette dell'orologio riunirsi alle 12 in punto, non vedo l'ora di sentir tintinnare la porta di ingresso e vedere Teddy.

Ha promesso di occuparsi lui di qualsiasi cosa e io, un po' perplessa, ho annuito. Il programma della giornata prevede un pranzo a casa sua e un giro in bicicletta, per poi andare al cinema a ingozzarci di pop corn.

Finalmente la porta del locale si apre e io gli corro incontro.

«Buon compleanno Pip» sussurra al mio orecchio mentre lo abbraccio.

Trangugio un altro bicchiere di vino rosso mentre un profumino delizioso si fa strada nella stanza.

«Complimenti allo chef!» esclamo osservando il filetto al pepe verde preparato da Ted.

«Grazie» commenta timidamente torturandosi la nuca «Dai assaggia, dimmi com'è»

«Non essere nervoso» dico dopo aver assaggiato un boccone «è squisito»

Un sorriso soddisfatto si fa largo sul suo volto, come se fosse stato sulle spine fino a quel momento.

Laviamo i piatti, e dopo qualche minuto andiamo a stenderci sul suo letto. Le sue dita scorrono tra i miei capelli e la sua mano mi accarezza dolcemente il braccio. Uno di fronte all'altra, ci guardiamo senza dire nulla. Sorrido mentre vedo i suoi occhiali inclinarsi all'insù rispetto ai suoi occhi, a causa della posizione in cui è. Faccio per toglierglieli, quando all'improvviso Teddy si ridesta.

Us against the world - In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora