Capitolo 21- Boulevard of broken dreams

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I'm walking down the line
That divides me somewhere in my mind
On the border line of the edge
And where I walk alone
(Boulevard of broken dreams- Green Day)

<<Piper?>>
Apro gli occhi e mi alzo di scatto. 
Violet se ne sta in piedi davanti al mio letto con aria perplessa.
<<Piper, lo senti anche tu?>>
<<Che?>> dico intontita alzandomi.
<<C'è qualcuno alla porta? Alle otto del mattino?>>
<<E lo chiedi a me?>> rispondo cercando di dosare senza successo sarcasmo e acidità.Usciamo dalla stanza e ci dirigiamo verso l'ingresso. In effetti sembra che qualcuno si stia scorticando le nocche per bussare alla nostra porta e appena la apro rimango ancora più perplessa di prima. Vicky sta impalata di fronte a me con due caffè d'asporto e un sorriso così tirato che non saprei dire se sia completamente pazza o sull'orlo di una crisi isterica.
<<Mi auguro che siano appena fatti...>> esordisco rubando immediatamente uno dei due caffè dalle mani di Vicky. Non importa quale sia la conversazione che mi aspetta, ho bisogno di caffè. Faccio entrare la mia amica nell'appartamento e le faccio strada verso la mia camera. Violet ci segue sperando di poter elemosinare un po' di caffè e pettegolezzi. Sto per aprire bocca e dirle di levarsi dai piedi quando Vicky decide di sganciare la bomba.
<<E' da lei a Glasgow, stavolta ne sono certa>>
<<Te l'ha detto lui?>> chiedo immediatamente cercando di inquadrare la situazione.
<<No, noi non ne parliamo. Mi ha solo detto che è fuori città per il weekend e sono praticamente certa che sia da lei>>Strano, molto strano.
<<Di chi state parlando?>> la voce di Violet ci interrompe improvvisamente
<<Nessuno!>> rispondiamo insieme.
Il viso di Vicky riemerge lentamente dalla tazza di caffè e a malincuore capisco dalle sue parole che non si tratta di una storia qualunque, e nemmeno di una persona qualunque, ma di qualcuno per cui la mia povera amica vorrebbe lottare, senza ancora rendersene conto.
<<No, Vic, ascoltami. È inutile che continui a raccontarti che non ti importa, perché ti importa! Altrimenti non saresti venuta a buttarmi giu dal letto alle otto di sabato mattina>>Mi guarda spaesata supplichevole, come se nell'aria aleggiasse una consapevolezza di cui lei non è ancora riuscita ad appropriarsi completamente. "No, Piper, non è una cosa seria" è il ritornello che continua a ripetermi e che sono sicura, continui a ripetersi nella sua testa cercando di autoconvincersi.
<<A me sembra che per te sia assolutamente seria. Gli hai preparato i biscotti!>> le faccio notare ricordandomi del suo improvviso estro culinario.
<<Che c'entra?>> sbotta lei
<<Che sei cotta piccola Stevens>> interviene Violet. <<Ti sento parlare da due minuti e già non ho dubbi>>
<<Per una volta Violet ha ragione>> ammetto a denti stretti, anche se la trovo piuttosto inquietante. A volte credo fermamente che non frequenti davvero l'università, ma che si sia trasferita ad Oxford solo perché conosceva già tutti i pettegolezzi Sheffield.
<<Vai da lui quando torna e pretendi ciò che meriti!>> le ordino quindi. Pronuncio queste parole a malincuore e faccio fatica a incoraggiarla quando io stessa ho appena ricevuto la più grande delusione della mia vita. Ma so che lei mi direbbe lo stesso se fosse al mio posto, così decido di lasciare da parte il risentimento e sperare che i filologi non siano tutti dei pezzi di merda.A crisi rientrata, accompagno Vicky all'uscita del campus cogliendo l'occasione per accendermi una sigaretta, che dopo il bacio di Ben, sembra essere l'unica cosa in grado di calmarmi.
<<Che ne pensi di una serata tra ragazze?>> mi domanda
<<Stasera?>>
<<Sì! Hai da fare?>>
<<No... nulla>>
<<Potremmo dirlo anche ad Holly... è da tanto che non usciamo noi tre insieme...>> suggerisce allegra.
Annuisco sorridendo sperando che questa serata, Vicky, Holly e l'alcool arrivino il più velocemente possibile.

***

Un pacchetto di sigarette, mille paranoie e parecchie ore dopo Vicky e Holly passano a prendermi e ci dirigiamo insieme al Nelson. Non appena ci sediamo Vicky si scapicolla al bancone ad ordinare tre boccali di birra. Mi sento strana. Mi ritrovo in mezzo a tanta gente, in compagnia delle mie amiche, eppure non riesco a non sentirmi profondamente infelice. Le birre arrivano e ognuna di noi afferra il proprio boccale come se non bevesse da secoli o, molto più probabilmente, non fosse davvero felice da secoli. Difficile a dirsi. 
<<Allora avete qualcosa da raccontare a mamma Holly?>> esclama la mia amica cercando di intavolare una conversazione. L'ho sempre considerata la più matura tra noi tre, e anche adesso ne ho la prova. Io e Vicky biascichiamo risposte generiche, esattamente quello che si fa quando non si ha minimamente voglia di rovinare la serata a qualcuno.
<<State preparando l'esame di Morgan?>> chiede Holly cercando di sondare il terreno. Non si può nascondere nulla a "mamma Holly" a quanto pare. Intravedo immediatamente l'effetto che questa domanda ha su Vicky e cerco di aiutarla sviando Holly.
<<Tu, Holly? Come te la cavi con le matricole?>>
<<Fare la tutor fa sentire molto vecchi e poco saggi. Non fatelo mai>> ammette sorridendo.
<<La tesi?>> interviene Vicky. Vedo il viso di Holly rabbuiarsi e mi rendo conto che dovremmo stilare una lista di argomenti taboo la prossima volta. Per cavarmi d'impiccio mi offro di andare ad ordinare delle patatine, così fuggo verso il bancone.
<<Posso avere delle patatine, per favore?>>
<<Certo, dove sei seduta?>>
<<Laggiù>> dico indicando il nostro tavolo. Il barista mi sorride e annuisce tenendo gli occhi fissi verso il nostro tavolo, o forse vorrei dire verso Holly. Me ne torno al posto ridacchiando
<<Holly, la prossima volta valle a ordinare tu le patatine, magari mangiamo gratis!>>
<<Che intendi dire?>> dice facendo palesemente la finta tonta.
<<Niente, niente>> alzo le mani in segno di resa mentre le faccio un occhiolino.L'atmosfera al tavolo sembra finalmente cambiata, e non ci vuole molto prima di iniziare a sbellicarci dalle risate proprio come ai vecchi tempi.Nel frattempo osservo le continue occhiate di Holly verso il bancone, e gli occhi languidi che Vicky fa al flipper accanto al nostro tavolo. La conosco abbastanza da sapere quanto sia salutare per lei una partita di tanto in tanto, così quando finalmente Holly decide di schiodarsi dalla sedia e inchiodarsi al barista, mi metto a fare il tifo per Vicky che preme sullo stantuffo con tutta la forza dell'alcool e del risentimento che le ribollono nelle vene.Nel frattempo, bevo un imprecisato numero di bicchieri di scotch, di birra e qualsiasi altro intruglio mi sottoponga il sexy barista di Holly. Nei momenti di pausa esco a fumarmi voracemente quante più sigarette possibili per cercare di calmarmi, ma inutilmente appena rientro nel locale finisco per passare da un vizio all'altro.Ad un certo punto, però, mi ritrovo completamente sola al tavolo, mentre Vicky e Holly escono a fumare una sigaretta. Rimango seduta, troppo sbronza per alzarmi, anche solo per andarmi a fumare una sigaretta.Una ragazza si avvicina con una bottiglia di tequila e due bicchieri. Appoggiati su un piattino vi sono inoltre due spicchi di limone e un po' di sale.
<<Ho ordinato questa roba? >> biascico confusa.
<<No, ma ho pensato che ti servisse>> risponde sorridendo la ragazza.
<<Oh questo è certo. E tu chi saresti? La mia fata madrina?>>
La ragazza si siede accanto a me e mi tende la mano <<Non proprio, comunque sono Sibyl>>
<<Piper>> mi presento versando la tequila nei due bicchieri.Ogni goccia che scende lungo la mia gola fa in modo di ricacciare indietro le lacrime che non voglio versare per Chris, per questa situazione e per lo schifo che è la mia vita ora.
<<Tu non sei di Oxford, scommetto >> dice Sibyl versando un altro po' di tequila nel mio bicchiere.
<<No, io sono dell'Essex>> rispondo prima di sentire nuovamente il bruciore dell'alcool giù per la gola <<Del posto più brutto e noioso dell'Essex, in effetti>>
<<E ti piace Oxford?>>
<<E' la mia casa ormai>> dico quasi commossa <<Che bella Oxford! Non ti sembra che sia bellissima?>>
Improvvisamente in tutto il locale inizia ad alzarsi un boato tra fischi e applausi, e quando mi volto per capire a chi siano indirizzati vedo Holly e il barista stretti in un bacio appassionato proprio accanto alla porta del locale.
<<Che bella Oxford>> biascico nuovamente guardando Sibyl, ma lei è come sparita. Mi sento così sola che devo davvero sforzarmi di non sprofondare in una valle di lacrime. Vicky e Holly rientrano e si avvicinano al tavolo. Non proferisco parola, avvicino loro i due bicchieri pieni di tequila e tengo per me la bottiglia. Continuiamo a brindare, ma a cosa esattamente? Non si dovrebbe brindare ai momenti felici? Eppure, perché ci ostiniamo a voler cercare sempre qualche motivo positivo per cui bere?Questi pensieri affollano la mia mente mentre inizio ad intuirne la risposta, dalla nausea che improvvisamente mi pervade persino nelle ossa.
<<Pip, va tutto bene?>> sussurra Victoria mentre Holly mi guarda preoccupata.
<<Si... sono solo stanca...>> mi ritrovo a dire sapendo perfettamente di non riuscire minimamente a mascherare il mio bluff. Dopo quel momento il buio completo assale i miei ricordi.

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