Prima di colazione, Angel venne in camera mia.
– Allora, – disse. – ho parlato con gli Anziani e hanno deciso di Iniziarti prima dell’Equinozio. Sarai sola, poiché gli altri ragazzi verranno iniziati in inverno. –. Annuii. Ma se fossi stata sola con chi avrei duellato?
– Nonostante ciò, vogliono comunque che presenzi alle sedute e che inizi i tuoi doveri. Purtroppo non sempre potrò essere con te, non tutte le sedute del Consiglio sono aperte ad altri oltre che gli Anziani e la Suprema. Dafne, non devi perdere la pazienza e prendere decisioni affrettate. Cercheranno di farti sentire inadeguata e ti metteranno alla prova. Fin dove posso, ti aiuterò e anche Reeze lo farà, ma il lavoro maggiore spetterà a te e te soltanto. –.
Inspirai profondamente. Così mi sarei ritrovata da sola in un mare di squali; che vita di merda.
– Madame Debois ti manda questo. Dovrai indossarlo sempre durante i Consigli. –. Angel mi porse una tenuta che somigliava molto a quella da caccia, ma era grigio chiaro e fatta in viscosa e non in pelle.
Andai in bagno a metterla, lasciando Angel ad aspettarmi in camera. Tornata, mi si avvicinò e indicò col dito un punto sopra il seno sinistro: – La spilla va attaccata qui, – disse. – ma non te la daranno prima dell’Iniziazione. Potrai però usare quella che ti ha regalato Amelie per il compleanno. – Madame Debois si chiama Amelie? – chiesi con una smorfia. Non le si addiceva per niente. – Dafne, concentrata! – mi rimproverò Angel. – Sì, scusa. Continua pure. – arrossii. Ero il suo capo, in un certo senso, e mi facevo rimproverare come una bambina. “Serietà.”, mi dissi.
– Sai già che il tuo portamento deve essere regale: non parlare sopra gli altri, non essere arrogante, ma educata sempre e comunque, non rispondere alle provocazioni, appunta ogni cosa che non riesci a capire, te le spiegheremo io o Reeze poi, e ti prego, non lasciare che quei figli di puttana ti entrino in mente. –.
Sorrisi e improvvisamente mi ricordai di una cosa estremamente importante. – E Selma? Non ci sarà anche lei nelle sedute? Potrà darmi una mano quando tu non ci sarai! –. Il suo viso si rabbuiò.
– Selma si è presa una vacanza. – disse piatto. – Non ho idea di quando tornerà. Ma non preoccuparti, ci sono altri che sono dalla tua. –. “Ma gli altri chi li conosce?”, pensai. In realtà non sapevo moltissimo nemmeno di Selma, ma mi fidavo di lei.
– Sei pronta? – mi chiese Angel sulla porta. – Sì, –. No. Per niente. No. – Andiamo. –.Feci una colazione molto veloce. Con quell’abito addosso, tutti mi guardavano in modo diverso, con più rispetto.
Angel mi accompagnò alla Sala della Luce, dove il giorno prima si era tenuto il processo. Mi guidò fin sopra gli spalti dove, sulla destra, si trovava una porticina.
– Devi entrare lì, io non posso venire con te, hanno indetto una riunione straordinaria per te e non sono stato invitato. – disse con amarezza. Il stomaco mio sembrò ribellarsi al cibo che gli avevo appena mandato.
– Calma, concentrata e andrà tutto bene. Ci vedremo per pranzo. –. Mi diede una pacca sulla spalla e mi voltai per entrare.
Mi ritrovai in una stanza non eccessivamente grande, con un tavolo circolare al centro. Sulla destra della porta, c’era un’ampia finestra che dava sulle montagne circostanti la Fortezza. Oltre al tavolo e le sedie attorno a esso, non c’erano mobili.
Il mio sguardo venne attirato dalla sedia di fronte alla finestra: assomigliava vagamente a un trono ed era più grande e scura delle altre.
– In perfetto orario, Vostra Grazia. – fece una voce alle mie spalle. Mi girai a vedere e l’Anziano odioso che fino a ieri mi voleva al patibolo, mi stava rivolgendo un ampio sorriso. “Ipocrita.”, pensai , rivolgendogli a mia volta un sorriso.
– Temo che le vicende dello scorso periodo non ci hanno lasciato il tempo per presentarci. – dissi porgendogli la mia mano. Lui fece altrettanto: – Magnus Socrate, al Vostro servizio. – si presentò con una riverenza, stringendomi la mano. – Lieta di fare la sua conoscenza, ufficialmente. – risposi. La sua voce melliflua e il portamento finto e studiato mi facevano voglia di vomitare.
– Tra poco ci raggiungeranno anche gli altri membri dell’Alto Consiglio. Abbiamo deciso di riunirci per darVi il nostro benvenuto. – continuò lui. – Non penso si arriverà a parlare di affari, oggi. Ma anche in caso contrario, sono sicuro che Vostra Grazia sia ben preparata in merito. – sorrise di nuovo con falsità. – Immagino di sì. – risposi. – Sono stata istruita per dieci mesi dal Generale Belfort, uno dei uomini migliori che mi sia capitato di conoscere da quando sono qui, se non il migliore. – Suppongo sia così. – riprese lui, odioso. – Ma non indugiate, Vi prego, sedete. –. Spostò lentamente la sedia dal tavolo e con la mano mi fece cenno di accomodarmi. – La ringrazio, Mio Signore. – dissi mentre mi sedevo.
A mano a mano, tutti i membri del Consiglio entrarono nella stanza, ognuno di loro presentandosi con inchini e riverenze. Alcuni di loro mi diedero l’impressione di essere delle brave persone; altri, (la maggioranza, purtroppo), mi sembrarono dei viscidi calcolatori, finti e ipocriti come l’Anziano Magnus. Poco dopo tutti e venti i posti - meno uno - vennero occupati e la seduta ebbe inizio.
Dopo una serie di convenevoli, dove ognuno degli Anziani mi esprimeva la sua gioia di avermi finalmente a capo del Consiglio, durati quello che mi sembrarono ore, l’Anziano Magnus si alzò in piedi e con il suo tono mellifluo iniziò a parlare.
– Come Vostra Grazia saprà, negli ultimi vent’anni abbiamo dovuto fronteggiare ogni sorta di demone e sventrare Congreghe Nere sparse per tutte le dimensioni. Quello che forse non sa invece, è che la maggioranza degli attacchi sferrati sono stati sferrati alla dimensione da cui Vostra Grazia stessa proviene. – il suo falso rammarico mi fece venir voglia di dargli un pugno in faccia. – Il fatto è che nonostante la nostra vasta conoscenza, non troviamo rimedio a questi attacchi e speravamo che Vostra Grazia che è cresciuta in tale dimensione, potrebbe illuminarci su cosa di tanto importante possa trovarvisi. –. “Meno male che non si sarebbe parlato di affari, brutto pezzente.”, pensai.
– Le anime sono ciò di cui i demoni si nutrono, forse la spiegazione più logica è che i mortali sono più facili da cacciare. –. Lui sorrise paziente. – Ma Vostra Grazia, questo lo sappiamo già. Ci chiedevamo se sulla Vostra dimensione potesse trovarsi qualcosa che, come dire, attrae le Creature delle Tenebre. – La mia dimensione, mio Signore, è quella in cui mi trovo ora. – risposi lanciandogli uno sguardo severo. – Perdonatemi se Vi ho arrecato offesa, mi sono espresso male; volevo intendere la dimensione in cui siete cresciuta. – riprese lui. Stava godendo, glielo leggevo in faccia.
– Dunque, – ripresi. – la dimensione terrestre è mortale e, come tutti sappiamo, i mortali non sanno utilizzare la magia, non hanno poteri… – Eppure Voi sì. – mi interruppe nuovamente. – Potrebbe essere che, per qualche strana ragione, altri abbiano creato creature come Voi e le Tenebre stiano cercando di reclutarle? – Ne dubito fortemente, ma potremmo indagare, per toglierci il pensiero. – E come pensate di farlo? Indagare, intendo. –.
Mi fermai a riflettere. La dimensione mortale era troppo vasta per poter mandare un solo pugno di uomini e non potevo nemmeno ordinare che ogni Guardiano vi si recasse, altrimenti le altre dimensioni si sarebbero ritrovate senza protezione.
– Potremmo convocare vampiri e licantropi e chiedere direttamente a loro. Dopotutto, non c’è rancore tra loro e i Guardiani, a patto che rispettino le Leggi. Se qualcun fosse a conoscenza di esseri come me, non credo si rifiuterebbe di confessarcelo. Le voci girano. – dissi, lasciando Magnus con l’amaro in bocca. Evidentemente pensava che la mia decisione sarebbe stata meno prudente e più avventata.
Gli altri Anziani mostrarono il loro assenso verso la direzione che avevo pensato di prendere. Sapevano, come me, che tramite antichi accordi, ai vampiri e ai licantropi era permesso di abitare le dimensioni a patto che rispettassero le Leggi che loro stessi avevano stilato. Non avrebbero rifiutato la nostra chiamata, non potevano permettersi di affrontare una guerra. I clan rimasti erano troppo pochi.
Un’improvvisa scintilla illuminò gli occhi dell’Anziano Magnus. – Se siamo tutti d’accordo allora, possiamo procedere. – disse. – Non siamo tutti, Signore – dissi io. – Fino a che l’Anziana Selma non sarà di ritorno, propongo di aspettare. Voglio che le decisioni di questo genere vengano prese all’unanimità e non a maggioranza del Consiglio. Anche un solo margine d’errore può dimostrarsi catastrofico. –.
La scintilla negli occhi dell’Anziano si spense. – Come volete, Vostra Grazia, ma cosa succederà se l’Anziana Selma dovesse tardare nel rientro? O se le nostre preoccupazioni dovessero rivelarsi fondate? – chiese. – In tal caso, – risposi fissandolo dritto negli occhi. – Ci riuniremo e decideremo anche per l’Anziana Selma. Altro di cui discutere? – No, credo per oggi sia tutto. – La seduta si scioglie, vi ringrazio per aver partecipato! – feci alzandomi in piedi e battendo il pugno sul petto.
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Lightbearer - La Portatrice di Luce
FantasyDa millenni ogni dimensione viene protetta dall'Oscurità dalla Congrega della Luce, senza esserne spesso a conoscenza. I Guardiani della Luce vivono in una loro dimensione e si curano di mantenere in vita ogni creatura. Dopo la rinuncia dell'ultim...