Capitolo 30

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Dedicato al mio supereroe, ti voglio bene papà!!❤

Manhattan, New York. USA.

Damon

Guardo in modo sconsolato le espressioni dei miei fratelli, della mia famiglia. Non riesco a credere che sia stata proprio lei, proprio quella maledetta ragazza a toglierci tutto senza che nemmeno ce ne accorgessimo. Abbiamo cercato per mesi il luogo dov'era fuggita, ma a quanto pare è proprio vero che il modo migliore per fuggire, è nascondersi in piena vista.

-Non so se essere più giù di morale perché ci ha tolto tutto quello che abbiamo ottenuto con fatica o più incazzato perché l'abbiamo avuta sotto al naso e non abbiamo fatto nulla...- dico rivolto agli altri.

-Fratello non rimproverarti, era comunque inevitabile e prima o poi sarebbe successo ugualmente- ribatte Luke con un'alzata di spalle.

-Era così ovvio il loro simbolo, l'angelo della morte, il disegno che c'era sulla bomboletta, un'ala bianca e un'ala nera...un fottuto diavolo con la faccia da angelo che è riuscito a fregarmi come nessuno. E poi sono spuntati fuori dal nulla come dei cazzo di funghi...- continuo con la consapevolezza di quanto sono stato cieco.

-Senti amico, ora ci facciamo una dormita e poi riaffronteremo la situazione in una altro momento. Inoltre abbiamo promesso ad Ashley che domani l'avremmo aiutata e non possono farci vedere in queste condizioni- afferma James.

-E comunque siamo partiti dal nulla e dal nulla ricominceremo ancora una volta, altrimenti non saremmo i Black Wolf- concorda Luke.

-Never give up...- concludo dicendo il nostro motto mentre mi alzo per tornare a casa.

Sbatto le palpebre più volte prima di realizzare che la macchina in giardino  è davvero quella di mio padre. Sono due settimane che non lo vedo e sono parecchio ansioso, inoltre la mia inquietudine è aumentata anche da ciò che ha detto Killer. Entro velocemente in casa dopo aver chiuso la macchina e mi dirigo verso l'ufficio di mio padre.

Busso due volte solo per avvertirlo e poi entro senza aspettare risposta. La stanza è sempre la stessa, i muri bianchi e l'arredamento moderno e semplice. La scrivania in vetro e quasi completamente sgombra, sopra ci sono soltanto il computer e due fogli, mio padre invece è comodamente seduto dietro di essa con un bicchiere di whisky in mano.

-Damon?!- mi accoglie sorpreso.

-Padre, era un po' che non ti facevi vedere!- ribatto sarcastico.

-Siediti- mi ordina con fare apparentemente gentile -come stai figliolo?

-Senti puoi anche risparmiartela questa pagliacciata- affermo scocciato sedendomi.

-Okay, perché non mi hai detto che fai parte di una gang? Anzi no, che ne sei il capo?- mi chiede a brucia pelo.

-Per quanto tu sia un padre terribile rimani sempre tale, e di certo no vengo a dirti "Ehi papà sai che sono il capo di una gang e che frequento brutti giri?!". Poi da che pulpito venga la predica non lo so...- rispondo sicuro.

-Che stai dicendo?- mi diverte la sua espressione confusa.

-Credi che non lo sappia? Credi che non sappia che sei uno dei trafficanti di droga più forti di tutta l'America? Credi che non sappia che sei anche tu a capo di una gang potentissima? Credi che non sappia queste cosa? Beh sbagli, perché le so eccome!- spiego freddo.

Niente è come sembra (The Lies Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora