Capitolo 39

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Rockstar, Poste Malone ft. 21 Savage.

Brooklyn, New York. USA.

Damon

Stamani mi sono svegliato con la sconfitta che ancora bruciava addosso insieme alle sue parole, ma poi mi sono fatto una doccia ghiacciata e ho smesso di rimuginare inutilmente. L'incontro con Ethan per acquistare la droga era a mezzogiorno e ora che abbiamo concluso credo che tornerò a casa, sono troppo nervoso. Ho una morsa alla bocca delle stomaco che non mi abbandona da quando ho finto di discutere con Killer e non ne capisco il motivo.

-Ethan se abbiamo finto me ne torno a casa.- annuncio.

-Ehm...veramente avrei bisogno di aiuto con la macchina...- mi dice.

-Ma...- provo a declinare, ma mi interrompe.

-Ti prego Damon, senza la macchina sono fottuto, non posso fare nulla!- ribadisce e non me le sento di rifiutare visto tutto quello che fa per me.

-Va bene, ma voglio mangiare chiaro?!- lo minaccio scherzosamente.

-Okay, okay!- alza le mani ridendo.

Saliamo velocemente nella mia auto e ci dirigiamo verso la periferia, dove si trova la sua casa. Ethan non ha molti soldi ma se la cava comunque, la maggior parte dei guadagni li manda alla madre che non può più lavorare. Vive in un piccolo appartamento al quarto piano di un complesso residenziale piuttosto dignitoso. Inoltre è riuscito a mettere da parte dei soldi per affittare uno dei garage sottostanti in modo da tenere l'auto al sicuro.

Uno dei motivi per cui ho deciso di fermarmi ad aiutarlo e che so quanto tiene a quell'auto. È una Ford Mustang lasciata in eredità da suo padre e ha un legame affettivo molto forte. Un po' come il mio legame con la Firebolt che mi ha regalato mia madre per il mio sedicesimo compleanno, poco prima di scomparire nel nulla.

-Allora cosa dobbiamo fare?- chiedo mettendomi accanto a questa meravigliosa macchina.

-Ho alcuni problemi con i freni e poi volevo riverniciarla- afferma.

-Intanto vediamo i freni, poi mangiano e dopo passiamo al colore- decido ed Ethan è d'accordo con me.

-La accendo e giro un po' così vedi qual è il problema- sale facendo rombare il motore.

Va avanti e indietro per un po' nell'ampio garage e non mi serve molto per individuare il problema, fortunatamente non è nulla di grave.

-Penso che basti sostituire le pastiglie dei freni, non è niente di troppo impegnativo- lo informo quando scende.

-Meno male!- esclama -ho dei panini che mi ero preparato per pranzo ti vanno bene?

-Certo e porta anche la birra!- gli urlo dietro mentre sale le scale.

Torna giù pochi minuti dopo con due birre ghiacciate e due panini imbottiti, così ci sediamo su due vecchie sedie e iniziamo a mangiare.

-Ethan...- esordisco curioso -so che quella macchina era di tuo padre e che mandi gran parte dei guadagni a tua madre, nient'altro. Raccontami come ci sei finito qui, perché di certo non hai l'aria di un criminale incallito!

-Hai ragione!- ridacchia -che dire?! Sono nato a Detroit, in un quartiere piuttosto malfamato, ma i miei genitori non si potevano permettere altro. Mio padre era un poliziotto e mia madre un infermiera, sebbene non siano stati mai molto presenti hanno sempre cercato di crescenti con sani principi e valori. E ci sono riusciti benissimo! Non avevamo molti soldi, ma siamo sempre riusciti a cavarcela. Poi mio padre è morto. Da lì ho abbandonato la scuola e iniziato a lavorare, due anni dopo mia madre si è ammalata e non riuscivamo ad arrivare a fine mese, così mi sono trasferito a New York. Ho fatto il lava piatti, il benzinaio, il commesso, l'imbianchino...ma non guadagnavo abbastanza ed eccomi qui. Quando avrò racimolato abbastanza soldi prenderò mia madre e ce ne andremo da questo posto di merda, spero solo che Dio mi prendoni per quello che sto facendo.

Niente è come sembra (The Lies Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora