12.

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Un ora che siamo fuori. I bambini mi mancano è inutile non dire la verità. Ma Lele è capace di farmi sentire unica anche stando sola con lui. Ne avevamo bisogno. Mi ha portato in questo posto magnifico. Non mi ci aveva mai portato prima. Napoli tutta in illuminata mi ha lasciato senza parole. Fissavo davanti incantata come se fossi una bambina. Adesso siamo in macchina. Ma a quanto vedo non siamo ancora tornati in paese. Credo mi stia portando al mare. Li dove lui mi ha detto di amarmi. Per alcuni secondi non ci credevo. Infatti ero stata in silenzio mettendogli paura. Poi un sorriso lo aveva rassicurato. Ero imbarazzata. Quegli occhi marroni mi mettevano sempre un po' di soggezione ma solo per via del sentimento mai provato prima.
Appena arriviamo scendiamo dalla macchina e mi prende per mano. Camminiamo insieme e poi ci guardiamo negli occhi. Quel poco che possiamo fare. È buio pesto.
« è esattamente così che non vorrei mai sentirmi. Buio. Spento. Ci sono tanti di quei momenti che per colpa del lavoro sento di poterti perdere. Di potermi svegliare un giorno lontano da ciò che mi sono costruito. Non tutte le cose durano. Siamo sempre noi ad avere la volontà di farle funzionare, ma allo stesso tempo se manca non c'è più niente da fare.
Ho paura che un giorno tu possa trovare qualcuno meglio di me. Che non ti vada più bene la nostra famiglia. E quando sono in crisi con qualche testo, ho paura di prendermela con te perché non riesco ad aggiustarlo. O a farlo venire fuori. » lo abbraccio. Anzi lo stringi fino a fargli mancare l'aria.
«Amore, tu sei la mia casa. Sei così giusto nella mia vita. Tu sei tutto ciò di cui io ho bisogno. Sei l'acqua che ogni giorno innaffia la mia rosa. Non ti cambierei con nessuno. Perché nessuno sarà mai te. Ti prego quando stai così male; parlami, baciami, stringimi quello che vuoi ma fai qualcosa ed io capirò. Capirò che hai  bisogno di me. Ed io ci sarò. Ci sarò quando andrà tutto bene ma soprattutto quando andrà tutto male. Ci sarò quando volterai e mi guarderei negli occhi. Non avere mai paura di niente. Le paure vanno affrontate. Me lo hai insegnato tu.» vedo che sorride e lo bacio. «sono la tua luce amore mio» mi bacia il collo.
«andiamo a casa dai nostri cuccioli? » annuisco e torniamo a casa. Stasera tutti nel lettone a dormire con noi.

Anni prima
Sono appena arrivata a Roma. Dopodomani iniziamo di nuovo le lezioni. Gabri mi ha detto che saranno qui a momenti. Ha preso il treno con Lele questa mattina. Mi avvio alla camera. Appoggio la valigia. Mi sento libera. Ho lasciato Andrea e non mi pento. Lui c'è rimasto. Non se lo aspettava. Ma non potevo continuare a mentire a me stessa. Ho aspettato il momento giusto e poi lo lasciato. Due settimane che non lo vedo e sinceramente mi manca. So che per entrambi ha significato qualcosa quel bacio. Per me vuol dire inizio. Inizio di una nuova vita. Quella che in realtà non ho mai avuto. Voglio vivere adesso, ogni istante che ci sarà durante questo percorso; non so neanche come andrà a finire magari è soltanto un balla di fuoco e niente di più. Ma mi piacerebbe viverlo per capire. Mi affaccio alla finestra e lo vedo arrivare con tutto il borsone. Respiro. Esco dalla stanza e corro nelle scale.
«eccoliii finalmente!!» confesso. Ci siamo solo io Gabri Lele e Sergio. Al momento non è rientrato nessun altro.
«ciao dipa. Sei arrivata adesso pure tu? Ti vedo sconvolta!»
«si. Sono passata in realtà a orte da papà prima di venire qui e ho potuto prendere un po' di roba è salutarlo. Tanto poi verrà nel fine settimana e sto a posto. »
«benissimo. Io devo scappare al bagno. »
«va bene Gabbo. » mi rendo conto che già Sergio è sparito. Siamo soli.
«ciao» gli dico imbarazzata. Mi tira per un braccio e mi abbraccia.
«ciao Elo»
«ciao Le» mi guarda negli occhi e mi lascia un bacio delicato sulle labbra. Ne vorrei un altro ancora. Ha un sapore buonissimo.
«come è andato il viaggio? Le vacanze?»
«le vacanze tutte ok. Un po' le solite feste che odio - scruta ogni mia parola - ho preso una decisione. Ho preso consapevolezza di ciò che voglio nella mia vita. »
«sono contento per te»
«il viaggio è andato abbastanza bene. Non vedevo l'ora di tornare»
«non ti mancherà nessuno» rido. Perché so bene che mi sta punzecchiando.
«ada e Flavio i miei due migliori amici. Un giorno te li farò conoscere. Sono più grandi di me. Non mi mancherà nessun altro. »
«mhm» non vuole far trasparire felicità ma lo sento. Siamo abbracciati ancora e lui è felice. Non è più teso.
«l'ho lasciato!» confesso.
«lo so. Lo capito dai tuoi occhi. Lo capito l'altra sera quando mi hai scritto che non facevi altro che pensarmi.» mi sento le guance rosse.
«sei uno stronzo»
«mi piace tenerti sulle spine» gli do un colpo sul petto. Già lo odio!

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora