57.

521 43 76
                                    

Elodie è crollata un ora fa sul divano. Oggi ha lavorato tutto il giorno. I bambini stanno dal nonno, domani è sabato e non andranno all'asilo. Sophia abbiamo notato che si trova bene al nido e siamo felici di questo. Vederla contenta con gli altri bambini è qualcosa di speciale per noi. Michele invece dopo l'intervento lo trattano tutti come se fosse un principe. Possiamo ritenerci fortunati di avere dei figli così.
Appoggio il PC sul tavolo e continuo a lavorare alle basi che ho preparato da una settimana. Ho sentito pat e per questi giorni non devo salire a Milano quindi potrò lavorare per conto mio. Apro internet e controllo un po' di cose. Due biglietti per parigi. A buon prezzo. Quattro giorni. Sabato domenica lunedì e martedì si torna.  Non so che fare, vorrei alcuni giorni per noi ma non saprei se lei vuole. Non so nemmeno con chi lasciare i bambini; Roberto lavora. Non vorrei caricare troppo su i miei genitori. Hanno fatto sempre troppo per noi.
Ultimamente ho lasciato che i miei comportamenti ci allontanassero.
Elodie è sempre la stessa eppure sento che qualcosa è cambiato. Cambiato nei suoi modi. Nel suo approcciarsi. Magari la mattina anziché aspettare che mi svegli io per stare un po' insieme; si alza e prepara la colazione e aspetta che la raggiungo con i bambini. Questa cosa non è mai successa. È cambiato il fatto che non mi domanda quasi più niente del lavoro. Mi guarda lavorare tutti giorni ma non fa alcuna domanda; forse per paura che io reagisca male. Forse aspetta che io mi apra con lei senza che lei debba chiedere ogni volta.
È cambiato il nostro rapporto, questa cosa non me l'aspettavo, credevo sarebbe cambiato quando le ho fatto leggere quelle frasi è invece questa crisi potrebbe aver rotto un po' gli equilibri.
La mano si stringe come un pugno con tutta la forza. Fisso quella schermata sul PC. Gli attimi passano. Quando lasci andare le persone succede che poi le perdi.
«Le, ma che stai facendo?» chiudo il PC. La guardo.
«nulla» rispondo.
«stai mentendo. Che hai?» si alza dal divano. La vedo toccarsi la pancia. Mi avvicino. «sto bene.»
«non è vero! Che succede?»
«sono dei piccoli dolori normali Lele. Il bambino si sta facendo spazio. Tu invece?» mi siedo al suo fianco.
«siamo cambiati Elo. Tu sei cambiata nei miei confronti. Ti sento distante. Forse ti stai rendendo conto che il tuo posto non è più con me. Non lo so!
Stavo guardando dei biglietti per parigi poco fa, l'unico pensiero che mi è venuto in testa è quello che sono uno stronzo senza precendenti.
Ci sono quelle piccole cose che prima c'erano e adesso non ci sono più. La mattina non mi aspetti. Non mi chiedi più come da a lavoro. Non mi chiedi più se sono stanco. Non mi chiedi più se devo andare da qualche parte. » mi guarda.
«adesso sai come mi sento io quando tu non parli con me. Adesso ti rendi conto come una persona si sente quando quella che ama mette un muro davanti e non lascia modo di buttarlo giù. Tu sei esattamente così Lele. Non dici nulla. Non chiedi. Non esisti ad affrontare i problemi. Mi sono comportata in questo modo per dimostrarti che la persona al tuo fianco sta male quanto stai male tu. Mi sono allontanata non perché non ti amo. Cazzo se ti amo. Mi sono allontanata perché tu fai questo. Ti allontani. Te ne vai e poi pensi che le persone siano qui ad aspettarti. » mi bacia una guancia. Mi prende la mano. La stringe. «il mio posto è sempre stato con te. Lo è stato ieri. Lo è oggi e per me lo sarà anche domani. Ma solo se tu me ne darai modo. Non ho mai pensato di chiudere la nostra storia; è vero ci sono stati giorni in cui ho pensato arrivassimo a un divorzio per il bene dei bambini. Stava diventando impossibile gestire il tutto. Ma so come sono fatta e per qualunque cosa al mondo io avrei combattuto per questo che siamo oggi. Ho promesso davanti a tante persone che sarei stata forte. Che ti avrei amato. Accettato come sei. E non voglio cambiarti assolutamente, ma fai in modo che io possa starti vicino come adesso. » la bacio. Lascio che le emozioni di questo discorso ci trasportino in un altro mondo.
«ce ne andiamo io e te a Parigi? 4 giorni. Giuro che cercherò di non pensare a lavoro ma solo e soltanto a te.» dico. Lei sorride e mi bacia.
Dovrò prenderlo come un “si” mi sa!

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora