5.

547 39 22
                                    

Siamo arrivati a Pomigliano stamattina. I miei non vedevano l'ora di vederci. Abbiamo cambiato l'idea di restare a Lecce per altri giorni. Così siamo venuti qui. Ho preso con me Michele al supermercato, servono alcune cose per la cena. Mentre scelgo il pane sento mio figlio tirarmi i pantaloni.
«michi che c'è? Aspetta un secondo»
«papà... Papaa» mi richiama. Lo guardo. «perché quel ragazzo ci fissa. Papà ho paura» mi volto per guardare nella direzione di mio figlio. Lo prendo in braccio. Resto spiazzato dai miei occhi.
«lascia stare Michi. Adesso prendiamo il pane e torniamo dalla nonna va bene?» annuisce. Non fa altre domande. Si appoggia alla mia spalla. Prendo tutto ciò che mi serve. Ma vengo bloccato.
«Lele.»
«Non è il momento» rispondo.
«sono passati un sacco di anni e tu continui a tenermi il muso. »
«Alberto, non voglio sentire niente altro. Ho da fare in questo momento»
«sei proprio cambiato. » metto tutte le cose nella cassa. Lui continua a restare al mio fianco. Michele lo guarda.
«sono padre e marito adesso.»
«te la sei pure sposata!» esclama con disprezzo. Vorrei rispondere a tono in questo momento. A differenza mia il suo cervello non è cambiato di una virgola. Cretino era, cretino è rimasto.
«non sai nulla della mia vita. Tacci!» rispondo. Pago la mia spesa. Lo lascio la dentro.
«papà»
«mhm»
«era un tuo amico quello?» mi chiede con la sua vocina.
«hai detto bene amore era...» gli aggancio le cinture una volta che siamo in macchina. Carico la busta nel cofano.
«non gli piace la mamma, papà!»
«michele dimentica ciò che hai visto. Quella persona non fa parte più della vita di papà. Adesso andiamo a casa dalla nonna» annuisce e torniamo dai miei.
Una volta dentro corre da sua sorella. Elo mi guarda. Si avvicina. Prende la borsa. La porta dentro da mia madre. Mi butto sul divano. Vorrei scappare adesso.
«amore»
«dimmi»
«dimmi tu. Sei bianco in faccia. Che succede? Michele si è fatto male??» scuoto la testa.
«ho visto Alberto» si blocca. «che vi ha fatto...» si alza di botto. L'afferro per il  polso, si accomoda addosso a me.
«niente. Voleva parlare. Continua ad odiarti. Ti disprezza. Volevo fare un casino. Michele era con me però.. non volevo sentisse. »
«Che ha sentito?» chiede preoccupata.
«niente di che. Ha chiesto soltanto se ti avevo sposato.»
«menomale» mi bacia. «Le non mi importa nulla di ciò che pensa. A me importa che Michele non abbia capito il suo odio verso di me»
«gli ho chiesto di dimenticare. Tanto non lo vedremo più. » mi stringe.
«non è cambiato. Gli anni passano e lui è il solito coglione senza precedenti.» confesso amareggiato. Avrei magari potuto trovarlo con qualche neurone in più. Ma cosa mi aspettavo da uno come lui. Se non ha capito prima figuriamoci adesso.
«mammaaaa»
«ehi amori»
«sophia ha fame» dice Michele facendoci ridere.
«ah Sophia? Michele no?» chiedo ridendo. Si tocca il pancino.
«mhm forse anche Michele papà»
«forza allora a lavare le mani, pane Nutella per tutti» confessa elo facendoli correre. «pianooo. Michele aiuta tua sorella che non ci arriva» mi guarda. «sei il papà migliore al mondo non dimenticarlo mai amore» sussurra al mio orecchio. La bacio. Non devo dire nient'altro. Lei sa❤️

Anni prima
Le vacanze di Natale sono vicine. Le lezioni sono sempre di più. Ci siamo avvicinando agli esami per entrare al serale. Tra due mesi sapremo i direttori artistici. Già mi è presa un ansia assurda. Se non dovessi passare ci resterei male. Sto crescendo qua dentro e voglio continuare a farlo. Vedo Elodie entrare in camera da letto come se fosse sua. Ci siamo legati tantissimo. Il nostro rapporto è speciale. Io senza di lei forse non sarei quello che sono oggi. Mi sto riscoprendo ogni giorno di più e lo devo pure a lei.
«Lele» mi guarda mentre nomina il mio nome per intero. Non ci sono buone notizie la conosco.
«che ti è successo?» chiedo.
«a me niente. Cioè.... - non sa come dirmi le cose. Si sfrega le mani. Sta sudando. - stasera non possiamo uscire insieme. » alzo un sopracciglio. Perché me lo aveva promesso. Aveva promesso che saremo usciti senza badare a nessuno. Ma il mio cuore sapeva che avrebbe cambiato idea.
«non importa!» esclamò. Riprendo la chitarra che stava appoggiata al comodino.
«mi dispiace. Andrea se presentato qua all'improvviso. So che lo avrei potuto vedere quando sarei scesa a Lecce però... Che posso fare...»
«Elodie non ti devi giustificare con me. Puoi fare ciò che vuoi. La vita è la tua. »
«mi devo giustificare invece, te lo avevo promesso» confessa. Adesso non la guardo più. Accarezzò con le dita le corde della mia chitarra.
«non importa te lo già detto. Vai da lui. » Dico amareggiato. Non dice nulla. Esce dalla stanza e io sbatto la mano sul muro. Mannaggia a me. Non dovevo affezionarmi così.

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora