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Le giornate sono volate. Ada è ancora qui a Roma. Ha deciso di restare finché non avremmo più aiuto. Elodie ha cercato di convincerla che non c'era bisogno. Che ce la saremo cavata tranquillamente. Ma non ha voluto sentire ragioni. Dorme nella stanza con Sophia. Ogni giorno si alza è prepara la colazione per tutti. Porta i bambini a scuola e aiuta elo in casa. Mentre io sto facendo Milano Roma quasi tutti giorni. Il disco esce tra due giorni è sono in ansia. Non so cosa mi aspetta!
Potrebbe accadere di tutto e anche niente. Ho paura è questa cosa mi destabilizza un po'.
In questi giorni abbiamo deciso pure il nome del bambino. Si chiamerà Samuel, io gli avrei voluto mettere il nome di mio suocero. Ma ad elodie nome Roberto non piace così abbiamo cercato mille nomi nel libro e appena i bambini hanno sentito questo nome sono stati entusiasti!
Li abbiamo visti felici. È anche il piccolo la dentro sembrava felice di questo nome. Quindi ora manca soltanto il passo per vederlo.
Vedo Elo sofferente. Abbiamo fatto l'ecografia. Samuel è seduto. Quindi è molto probabile che debbano praticare un Cesario. All'inizio so che era felice di questa cosa ma soltanto perché era spaventa dal parto di Sophia. È stata male per un mese. La bambina non si attaccava. Quel parto è stato tremendo ancora oggi mi vengono i brividi a pensarlo.
Passo in giardino è vedo Elo a raccogliere da terra i giochi dei bimbi.
«Amore faccio io!»
«no Le. Tranquillo»
«dai ti do una mano» si volta. Mi guarda.
«Lele ti prego non trattarmi come una malata. Sono incinta. Posso farcela da sola»
«la ginecologa ha detto che non ti devi affaticare. Sei testarda»
«sono incinta. Tuo figlio sta bene. Puoi tornare a lavorare.» alzo gli occhi al cielo.
«perché fai così adesso? Ho capito che ci stai male che forse non potrai fare un parto normale elo. Ma non te la prendere con chi invece ti sta accanto» vedo Michele affacciarsi e vederci discutere.
«tuo figlio sta ascoltando, basta»
«vuoi continuare a fare finta di niente. Elodie, parla cazzo. Smettila di scappare da me» sono furioso.
«michele vieni con la zia»
«ma perché litigano?» li sento da lontano. Questa situazione non mi piace e non mi piace nemmeno dare spettacolo davanti ai miei figli.
«QUANDO SCAPPAVI TU TUTTO ANDAVA BENE?? EH LELE? LI ANDAVA TUTTO BENE GIUSTO ?» non credo alle mie orecchie mi sta rinfacciando tutto.
«non era giusto nemmeno in quel caso. Ho ammesso i miei errori.»
«i tuoi errori che ripeti sempre Lele. Adesso che lo faccio io a te sembra un caso di terza generazione. Ho voglia solo di stare un po' da sola. Voglio soltanto reagire a questa notizia in santa pace»
La guardo. Una coltellata al petto. Non credo alle mie orecchie.
«hai ragione sono un coglione. Hai ragione statene da sola, stai da sola, ciò non vuol dire che quando mi cerchi ci sarò. Sappi che volevo dirti Delle cose importanti. Oggi che sarei voluto stare vicino a te a dirti Delle mie paure e ascoltare le tue. Tu non me lo permetti» urlo. Giro i tacchi e me ne vado. Non voglio sentire niente altro. Sono ferito. Questo no. Non lo accetto. Avevamo detto che dimenticavamo ciò che era successo che tutto si sarebbe risolto.
«lele dove vai?» mi chiede Ada mentre prendo le chiavi.
«a sfogare il mio dolore altrove. Di alla tua amica che non torno per cena sono in studio a controllare le ultime cose del disco ormai finito» sbatto la porta e cado scivolando la schiena sul portone. A pezzi ecco come mi sento. A pezzi.

Anni prima...
«siamo in finale! » urla Gabriele in mezzo alla strada degli studi. Rido. Lele mi stringe la mano. Non ci credo ancora. Siamo arrivati io e lui per primi al serale. Mi tremano le gambe. Mi ha abbracciato davanti a tutti. I nostri cuori per poco esplodevano per le emozioni. Gabbo ha vinto la categoria ballo e non possiamo essere che felici per lui. Gli vogliamo bene.
«Leeee, hai capito che siamo in finale. Io te ed eloooo» continua ad urlare.
«Si Gabri lo capito calmati »
«hai perso la scommessa quindi domani ti tagli la barba al completo»
«ma noooo! - esclamò io - Lele è più bello con la barba. Lascia stare il mio fidanzato»
«ma ha perso!»
«lele sbarbatello non mi piace»
«ah grazie amo. Davvero!» ridiamo. Ci abbracciamo tutti insieme.
«sono felice» sussurro. Mi sentono c'era del silenzio. Lele mi lascia un bacio sulla testa. Fra i capelli. È un gesto che mi è sempre piaciuto, uno di quelli che mi fanno sentire protetta.
«anche noi lo siamo» dice lui. Lo guardo. I suoi occhi brillano. Il disco uscirà dopo la finale. Non vede l'ora di sapere come. Devo dire che sono curiosa anche io.

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora