13.

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Si torna a casa. Tre settimane qui. Si stava da dio. Ma dobbiamo tornare alla nostra vita. Domani è primo settembre e Sophia inizierà l'inserimento al nido. Quasi mi piange il cuore. Le infilo le scarpe mentre lei gioca con i miei ricci. Alzo lo sguardo poi è la guardo negli occhi. Esattamente uguale ai miei ma se li guardi attentamente in certi movimenti è quello del padre. A differenza di Michele lei mi assomiglia un po' di più. Il fratello invece sembra un misto tra suo padre e suo zio. Mezzo biondo mezzo moro e gli occhi celesti come il mare.
«allora siamo pronti?» chiede Lele entrando in camera dei piccoli. La stanza in realtà è di Mattia che ormai non vive più qui ma con la sua fidanzata Giulia. Anche lei bella da morire. Gli Esposito hanno gusto dice Michele ogni volta facendomi ridere.
«si amore. Michele?»
«sul divano con il nonno. Parlavano di moto e io sono venuto a vedere se eravate pronte»
«prendo le ultime cose di Sophia e arrivo. »
«perfetto»
«principessa vai con papà che la mamma finisce qua»
«sii» scende dal letto e prende la mano di Lele. Troppo grande per lei infatti scompare completamente la sua manina dentro la sua. Prendo i vestiti da terra e apro l'ultimo borsone rimasto.
«quindi andare via?»
«si Linda. Domani iniziamo il percorso con Sophia. Spero non sia tanto traumatico per lei. Ma il lavoro a volte ci porta a stare fuori la mattina e non saprei con chi lasciarla. Non vorrei disturbare mio padre o mia madre. Anche loro hanno da fare le loro cose»
«sei proprio come lui» sorrido.
«non mi da fastidio lasciarli con voi. Il fatto che una settimana ci sta ma qua si parla di mesi e anni. E sinceramente  è come approfittarne.» mi abbraccia.
«mi mancherete un sacco. Questa casa ogni mattina era un allegria pazzesca. »
«torniamo presto nonna.»
«fatevi sentire di più. Non sparite come al vostro solito»
«ci proveremo. » prendo la borsa è insieme torniamo giu.
«bambini salutate i nonni forza.»
«ma dobbiamo già andare via?»
«si Michele. »
«ma uffa.» sbuffa e ridacchiò. Vedo che lascia due baci ai nonni. Sophia fa lo stesso.
«grazie di tutto. » dico.
«grazie a voi.»
«nonnaaaa, appena arriviamo a Roma ti chiamiamo eh»
«va bene Michele. - sorride - Lele vai piano. Non correre in autostrada mi raccomando»
«tranquilla mamma. Arriveremo a casa sani e salvi»
Salutiamo e saliamo in macchina. Una volta allacciate le cinture si parte.
«si torna alla nostra vita. Già mi mancano le vacanze» confesso un po' con l'amaro in bocca. Lele si allunga e mi bacia.
«ci saranno altre vacanze amore. Adesso pensiamo al fatto che appena arriviamo a casa questi dovranno essere messi a letto, perché sicuramente crollano.»
«se dormono mi sa che mi faccio una doccia calda.» dico.
«la facciamo insieme»
«cosi finisce male»
«chissene frega amo.» scoppiò in una risata fragolosa. Lo bacio.
«mammaa papaaaa daiiii che è verde qui » Michele incita a staccarci.
«si è vedde!!» le da corda la sorella. Lele mette la marcia e inizia il viaggio.

Anni prima...
Ancora non sono tornati tutti. Elodie è distesa sul mio letto che fissa il soffitto. Io mi sono appena fatto una doccia nonostante il freddo di gennaio. In treno faceva un caldo bestiale. Gabriele non so che fine abbia fatto. Era qua poi è uscito e non è più tornato. Chi lo capisce pure quello. Mi sistemo la maglietta.
«Lé» mi volto per guardarla. «posso asciugarti io il ciuffo?» annuisco. In realtà non lo faccio fare mai a nessuno. Se non a Sasa che è il mio parucchiere di fiducia. Si alza dal letto e andiamo in bagno. Attacca il phon e inizia ad ascoltarmi i capelli. Con una mano cerca di aiutarsi. Siamo uno di fronte all'altro adesso. La prendo di peso e la faccio sedere sul mobiletto vicino al lavandino. La bacio. Insinuò la mia lingua nella sua bocca lascio che il bacio si intensifichi di più. Il Phon ancora accesso. Con una mano le accarezzò la guancia con l'altra l'attacco di più a me tenendola per la nuca. Ci stacchiamo a corto di fiato e riprende ad asciugarmi i capelli come se niente fosse. Quanto tempo volevo restare così con lei. Ma non mi era dato modo. Adesso che so di poterlo fare mi sento libero. Sapere che è mia e di nessun altro mi fa sorridere.
Non la lascerò andare da nessuna parte. Non ho mai provato nulla per nessuna. Lei per me non è un gioco. Sono serio. Per me questo potrebbe essere un inizio di una storia seria. Chi se lo sarebbe mai aspettato. Cavolo!
Stacca il phon.
«fatto» la guardo negli occhi. La metto giù. Ma lei prima mi bacia a stampo.
«va beh che avevo capito, però non procreate qua in camera mia eh!» Gabriele ci fa saltare in aria. Mi rendo conto solo ora che le mie mani erano vicine al fondoschiena di lei. Ridiamo tutti e tre.
«tranquillo gabri.» risponde lei. Usciamo dal bagno. Ci buttiamo nel letto.
«ragazzi» Esposito alla seconda ci richiama. Lo guardiamo entrambi. «sono felice per voi. Lo sapevo che tanto alla fine sareste finiti insieme. » sorridiamo. La stringo un po' più a me mentre lui a lavarsi.
«stasera usciamo. Giuro che stavolta non ti darò buca!» ridacchiò.
«va bene» si sistema meglio tra le mie braccia. Sto bene.

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora