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26.
Spengo la lucetta della cameretta di sophia. Michele sta ancora un salotto che dorme sul divano. Lo lasciato con elodie che guardava un film. Mi infilo in doccia. Sono stati dei giorni pesanti. Litigi. Lavoro. Il cervello sembra quasi prendere fuoco a momenti. Mi risciaquo dal sapone e la porta si apre.
«scusami non avevo sentito l'acqua» mi dice.
«perché mi chiedo scusa? Sei mia moglie»
«non lo so. Forse per la situazione che si è creata» si avvicina. Con le mie mani bagnate l'avvicino ancora di più a me è la bacio.
«devi fare esattamente tutto ciò che facevi prima. Elo te lo già detto se tu ti allontani non risolviamo nulla»
«lo so. Ma spesso ti sento distante e mi allontano anche io.»
«forse lo sono stato in questi giorni. Ti chiedo scusa. Ma non lo facevo perché volevo farti del male. I litigi mi portavano a farlo. » mi guarda.
«non mi sembra neanche vero»
«che cosa?»
«saresti nudo. Non mi sei saltato addosso e stiamo parlando» inizio a ridere. La prima risata dopo giorni interi di sofferenza. Giorni in cui mi sono ammazzato il fegato.
«beh allora siamo proprio avanti amore» sorride. Amo vederla sorridere.
«che bello quando mi chiami amore»
«amore mio. Sei l'amore mio. Te lo dirò sempre anche quando ci troveremo nelle difficoltà Elo. »
«anche tu sei l'amore mio. »
«ti amo» si spoglia ed entra in vasca. Mi bacia.
«anche io. Non so se questo è il modo per riparare certe cose. Io ti chiedo scusa se sono stata pesante in questi giorni. Ma sai come sono fatta » annuisco. Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. È bellissima. Mi perdo in questi occhi come la prima volta. Come se fossi tornato per un attimo ai tempi del residence. Mi lascio andare ad un bacio lunghissimo. Ci spingiamo a fare l'amore. Ne avevamo bisogno. Nonostante i problemi non si risolvono facendo l'amore ma parlando. Riusciremo a fare anche quello.

Anni prima
Quel momento è stato romantico non saprei ancora descriverlo. Ci siamo fatti vedere poco in giro. Non vogliamo che si parli molto di noi. Al momento non ci sentiamo pronti per uscire allo scoperto anche se è difficile non capire ciò che ci sta accadendo. Da ieri siamo tornati alle lezioni. Mi mancano i pranzi di Linda. Le chiacchiere con Michele e Mattia. Mi manca sentirmi un pezzo di una famiglia. Quella in realtà non ho mai avuto. Sto aspettando Lele che esca dalla doccia. Oggi stiamo in camera non abbiamo voglia di uscire. Gli altri credo vadano in disco, ma non mi interessa più di tanto.
Fisso la porta del bagno e lo vedo arrivare in mutande.
«Lellino però tu così non mi aiuti eh» confesso ridendo. Lui se la ride.
«lellino?» chiede
« si Lele, lellino mi sa di cucciolo »
«ah bene» ridacchia. Infila i pantaloni. Lo guardo. Vorrei non infilasse la maglietta. Mi alzo. - quella sera non abbiamo fatto nulla. Abbiamo sentito entrambi il desiderio crescere ma eravamo al mare e a casa dei suoi mi sembrava veramente troppo. - le mie mani si appoggiano sul suo petto. Mi bacia.
«sei bellissimo» confesso. Non sono mai da complimenti, lui lo sa.
«se lo dici tu allora siamo a posto» ridacchio. Lo bacio di nuovo. Aggancio le mie braccia in torno al suo collo.
«lele, io... » mi ribacia non facendomi parlare. Mi trascina a letto e sta sopra di me. Ci spogliamo. È arrivato il momento. Il gran giorno. Il cuore mi batte come non mai. Non voglio nemmeno fermarlo. Corre veloce come il suo lo sento nel suo petto appiccicato al mio.
«Le..»
«mhm» sembra quasi abbia paura di qualcosa.
«non aver paura di nulla. Non è la prima volta. O meglio già lo fatto anche se questa posso risultarla come prima volta con la persona che amo davvero» vedo che sorride. Poco dopo mi bacia ed entra dentro di me.
Si, sei la mia prima volta.
«Ti amo» dico. Butto fuori ciò che mi tenevo dentro. Ora lo sa. Sa che lo amo. Come lui ama me.

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora