9.

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Entro in camera dove ormai dormiamo io ed elo. Presto questa vacanza finirà e noi torneremo alla nostra vita. Fatta di lavoro, casa e bambini. Mai mi sarei immaginato tutto questo. Se tempo indietro mi avessero detto che a 19 anni avrei perso la testa per una ragazza dai capelli rosa con il carattere difficile, ci avrei riso su.
Sta distesa sul letto con i bambini intorno a lei. Sophia con il ciuccio in bocca. Michele con la mano dentro il seno. Sia mai perda un contatto con lei. Mia madre apre la porta.
«Ehi raffe»
«dimmi Mammi»
«stasera dovete uscire?» mi chiede.
«non lo so. Perché?»
«perché non porti elo a Posillipo. State un po' insieme»
« è in bambini chi li guarda?» chiedo. Non voglio far pesare nulla a loro. Michele e Sophia sono veramente impegnativi.
«io e tuo padre»
«mamma...»
«Perché no? Lele non sono così anziana da non poter stare neanche con i miei nipoti»
«non voglio farvi pesare nulla. »
«ma non è un peso per noi Lele. Sono i nostri nipoti. Non li vediamo mai. E poi credo sia giusto che tu ed elo stiate un po' insieme»
«hai parlato con lei vero?»
«che c'entra adesso!! Io lo sto dicendo per voi»
Non riesce a fingere la conosco bene. Non mi da fastidio che parli con mia madre. Però se voleva uscire perché non me lo ha detto.
«mamma vediamo non lo so comunque»
«quanto sei cocciuto. Anche se mi ha parlato, dove sta il problema»
«che succede?» chiede elodie ancora mezzo addormentata.
«Nulla Elodie. Meglio che io lasci perdere certe cose. A volte ha ragione Michele credo di dovermi mettere da parte ogni tanto. » sbuffo. La vedo andare via. Mia moglie mi guarda e non capisce.
«che sta succedendo?» si alza e siamo uno fronte all'altro.
«perché hai detto ai miei che volevi uscire con me? Non potevi dirlo a me?»
«io non ho detto nulla a tua madre. Volevo solo cercare un posto per uscire con te. Te ne avrei parlato questa sera.» mi dice mezzo arrabbiata. « che hai detto a tua madre?» mi chiede di nuovo
«ma niente Elo. Soltanto che non lo sapevo se uscivamo. Non voglio pesare nulla su di loro. Conosci Michele e Sophia insieme come fanno. »
«Sono i suoi nonni. Non capisco perché non glieli vuoi lasciare. Non è un peso per loro tenerli. Evidentemente tutta questa voglia che avevi ieri notte non era vera. Se no ti sarebbe bene che uscivamo anche solo a prendere un gelato insieme. » esce dalla stanza. Ma è possibile che se non litighiamo una volta al giorno non siamo mai contenti.
«Elo ti fermi» le corro dietro nelle scale. Manco fossimo a casa nostra.
«no. Devo andare a chiedere scusa a linda. Sai benissimo che non è vero il fatto di mettersi in mezzo. Ti stava soltanto dando un consiglio»
«tu glielo hai detto perché io ieri ti ho confessato di voler stare più tempo con te. Se no...»
«se no cosa? Non provare ad insinuare quello che stai pensando Lele. Non ci provare nemmeno. Non ho chiesto a tua madre solo perché me lo hai detto. Ma perché anche io volevo stare un po' con te. Adesso non esco più. Sia chiaro non mi devi portare da nessuna parte. Possiamo rimanere benissimo qua.» arrabbiata va in giardino. Sta sicura che troverà mia madre la fuori. Mi appoggio al divano. Perché dobbiamo comportarci come due bambini?

Anni prima
Non so cosa è cambiato dentro di me. Forse ho iniziato ad accettare che in questi due mesi lui ha cercato di starmi accanto realmente. Ho voluto quel bacio. Non mi sono pentita neanche un attimo di aver aspettato in corridoio e di averlo baciato. Adesso torneremo a casa. Io a Lecce. Lui a Napoli. Molto probabilmente si scorderà di questo bacio. Si dimenticherà di ciò che successo. Magari si scoperà la prima che avrà di fronte nel paese. Ma io non mi pento e non mi pentirò di avergli dato il bacio che il mio cuore aspettava da tempo. Stavolta ho pensato a me. Ho pensato a me stessa. A ciò che volevo realmente. In quel momento non ci siamo chiesti niente. Mi è bastato guardarlo negli occhi e poi lasciare che andasse via. Non volevo affrettare troppo le cose. Già avevo lasciato troppo casino nella sua testa.
Nei giorni prima ero stata distante e nonostante a volte cercassi il contatto lui era ferito dalle mie parole. Non aveva tutti torti anzi. Avrebbero fatto del male anche a me quelle parole. Ma quando visto la sua reazione, ho capito che in realtà qualcosa stava cambiando; tra noi erano cambiate tante cose. I nostri sentimenti erano cambiati. In due mesi ci siamo affezionati e tra un litigio è un altro, confidenze e giochi ci eravamo innamorati. O meglio io mi ero innamorata. Mi piace. Mi piace come mi guarda. Mi piace anche solo passare il tempo con lui. Sentirlo parlare. Sentirlo suonare. Sentirlo cantare. Mi piace quando resta in silenzio e sono sicura che ci sono dei discorsi interessanti nel suo cervello. È maturo e ciò che in realtà non avrei mai pensato di dire. Chiudo la valigia. Sono pronta per tornare dai miei amici. Soltanto da loro.
Il telefono vibra. Lo prendo al volo. Sono due messaggi insieme.
"Gabbo: il 23 è il compleanno di Lele non ti dimenticare. Sono sicuro che anche un messaggio basterà per renderlo felice."
"Lele: sono in viaggio. Ti penserò anche se forse per te non sarà lo stesso. "
È già andato via. Non ho fatto in tempo a salutarlo. Non sono riuscita neanche a dirgli che... Mi piace.
Dio, se mi piaci!

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora