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Sono passati due giorni. Michele sta meglio. Sophia ha iniziato il nido e sembra le piaccia. Mi fa stare bene sapere che lei è felice. Sono un po' complicata con lei. In Sophia rivedo me. Ho paura che stia male come lo sono stata io e non voglio. Quei dolori ad oggi sono dimenticati ma se ci penso la ferita sanguina ancora. Oggi parto io per Milano. Lele starà con i bambini. Michele ancora non va all'asilo uno perché non è ancora nelle condizioni due perché non hanno ancora aperto le scuole. Manca una settimana quindi dobbiamo aspettare.
Chiudo il borsone. Sto via due giorni per iniziare le registrazioni. So che posso contare su mio marito. Infilo la fede e vedo Lele arrivare.
«sei pronta?» annuisco.
«Le mi raccomando. Non fargli mangiare schifezze»
«tranquilla»
«no patatine. No briosce. » mi bacia.
«so badare ai bambini amore. Stai tranquilla. »
«ok ok» mi ribacia. «ci vediamo dopo domani. Ti chiamo appena arrivo su. »
«va bene. In bocca lupo. Saluta Pat e il resto del team»
«viva il lupo amore.» prendo la borsa e lui il borsone. Ho chiamato un taxi per non far spostare Lele da casa.
«mamma vai via?»
«michi vado a lavoro. State con papà per due giorni»
«ma uffa. Io oggi volevo la pizza»
«papà stasera te la compra amore. »
«ma tu non ci sei»
«te la mangia anche per mamma la pizza mhm» scuote la testa. Se ne va chiudendo la porta. Lele mi guarda.
«come devo fare?» gli chiedo. Quando fanno così, entro in crisi. Non riesco a vederli che ci restano male. Lui mi abbraccia.
«gli passa elo. Adesso vai che il taxi sta sotto casa»
«ci pensi tu?»
«ci penso io a nostro figlio. Non ti preoccupare»
«fammi sapere»
«d'accordo. »
«dai un bacio a Sophia da parte mia» annuisce. Mi bacia.
« ti amo»
«anch'io» sorride ed esco di casa. La piccola sta già all'asilo stamattina. Spero Lele riesca a convincere Michele che non vorrei neanche io lasciargli ma il lavoro è importante. Quanto lo sono loro. O a casa non si mangia nulla. Respiro salgo sul taxi. Fisso fiori da finestrino. Questa giornata mi sa di grigio. È nuvoloso e mi sento spenta pure io.

Anni prima
Non sento più il braccio. Ci siamo addormentati nel letto ripassando i brani. Gabriele deve aver dormito in camera con Andreas e Alessio. Elo sta dalla parte del muro con un sorriso stampato nonostante dorma. Cerco di liberarmi ma sento una mano stringermi il fianco. Segno che è sveglia.
«buongiorno»
«buongiorno anche a te» le dico baciandola.
«i migliori risvegli sono questi. Da quando ci sei tu non faccio altro che svegliarmi felice.» un sorriso nasce nel mio volto. Tiene gli occhi ancora chiusi come se si stesse godendo il momento. Avvicino il mio volto al suo. Siamo vicini.
«ti va di venire a Napoli nel weekend?» chiedo di getto. Forse ho corso troppo perché alza il busto di fretta e mi guarda quasi scioccata dalla domanda. Dovevo chiedere. Volevo farlo. Non posso continuare a tenerla nascosta. Non ai miei genitori. Voglio fargliela conoscere. Fargli vedere i miei posti.
«perché?» chiede.
«in che senso perché?»
«perché questa domanda. Non abbiamo mai voluto correre. Adesso vuoi portarmi giù a Napoli. »
«io ho già conosciuto tuo padre. Vorrei che tu conoscessi i miei.» sbarra gli occhi. Sembra spaventata dall'idea.
«lele ai tuoi genitori non piacerò sicuramente. Che scendo a fare a napoli» è nervosa. Si sfrega le mani. Riappoggia la testa sul cuscino.
«ne sei così sicura?»
«si. Ho 25 anni tu 19. Pensi che davvero ai tuoi genitori possa piacere una come me»
«che hai che non va ?? Sei bella da morire. Tutti gli esseri umani hanno dei difetti non sei ne prima e ne l'ultima elo. »
«sono vecchia» scoppio a ridere.
«Elodie a miei genitori non importa l'età. A loro importa che io sia felice.»
«sono sicura che guarderebbero anche quello. Dai Lele, non prendiamoci in giro. Io sono più grande di te è impossibile che qualcuno non venga a dire: ti sei preso una vecchia in confronto a te» mi alzo dal letto.
«di quello che dicono gli altri non mi interessa. Se non vuoi venire non importa. Ma non inventare scuse» entro in bagno e chiudo la porta. Volevo fare un passo importante. Sono pronto a dirle di amarla. Sono pronto a fare l'amore anche con lei. Ma lei non è pronta a tutto questo.
La porta si apre, è lei in pigiama davanti a me. Mi guarda negli occhi.
«lele io ho paura di essere giudicata dalle persone più importanti della tua vita. La tua famiglia non è come la mia. Tu sei legato a loro. È sono sicura che se non dovessi piacere a nessuno dei tuoi genitori. Tu ci staresti male, allo stesso tempo finiremo pure per lasciarci perché per quanto ti conosco non andresti mai contro di loro. Sono un pezzetto della tua vita. Il tuo cuore. »
«Elo - respiro. Devo dirglielo almeno si mette il cuore in pace - a mia madre già piaci. È solo un modo per conoscerti meglio. Ma se sono felice io lo sono anche loro. E io con te sono felice» sorride. L'abbraccio.
«sono pronto a tutto Didi» mi stringe.
«posso chiamarti così?» chiedo. Lei annuisce. Una lacrima sfugge via al suo controllo mi bacia.
«puoi chiamarmi come vuoi tu. Sono pronta anche quando scendiamo?» rido.
«venerdi. Gabri deve scendere a torre. Scendiamo tutti e tre» annuisce la bacio.

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora