CAPITOLO 1

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La scuola il luogo dove odiavo passare le mie mattine,preferisco stare nel mio dolce letto a dormire piuttosto di sedermi ogni mattina su queste sedie ormai vecchie e i banchi che potrebbero cedere da un momento all'altro e sentire tutti questi professori che ci incolpano della loro frustrazione mattutina.
Nonostante questo a rallegrarmi ci sono le mie amiche di sempre: Sofia,Ludovica e Valentina, ci incontravano sempre alla mattina alla fermata del pullman e facevano il tragitto assieme, quella è la parte più bella di tutta la giornata perché la passavamo tra chiacchiere,musica e scleri improvissi che molte volte di facevano fare delle figuraccie con gli altri ragazzi ma non potevo desiderare delle amiche migliori.
Quella mattina avevo due ore di matematica e ammettiamolo io odio la matematica fin da quando ero bambina non ero riuscita farmela piacere e questo influenzava le mie giornate in maniera negativa, visto che ero obbligata a stare su quei maledetti libri per più di due ore al giorno più un'altra ora è mezza per le altre materie e cosi finivo per passare i miei pomeriggi a studiare.
In quel piccolo paesino del Friuli-Venezia Giulia che non conoscevano molte persone ma per me era il più bel paese che avessi mai visto,Erto era situato nella valle del Vajont possiamo dire che non c'era molto da fare in quel piccolo paesino ecco perché ogni volta che ne avevamo l'occasione io e le ragazze andavamo a Longarone un paese situato alla fine della Valle.
Quella mattina mentre stavo per uscire finalmente da quelle mura la professoressa di matematica non che nostra coordinatrice ci annunciò una notizia ,stessi seriamente seguendo per filo e per segno tutte le informazioni che ci stava dando e questo era un miracolo visto che io non ascoltavo molto quando lei parlava ma questa notizia mi incuriosiva.
Mentre andai alla fermata del pullman con The Days sparata nelle mie orecchie grazie alle cuffie continua a pensare alle parole della professoressa Miriani.
Intravisi il pullman che da Belluno ci avrebbe portato a Longarone, mentre Sofia stava parlando della sua professoressa di tedesco, io mi persi ad ammirare il paesaggio che piano piano si stava trasformando, ad un tratto non c'erano più edifici e palazzi ma solo distese di erba e campi che si estendevano per molti kilometri segno che ci stavamo avvicinando a casa.
Scese dal pullman aspettamo per 10 minuti la navetta che ci avrebbe portato a casa, erano le 15 quando misi piede in casa e constatai che era vuota la casa non era molto grande,era una di quelle case di pietra appena entrata ti trovi un open-space che comprendeva il soggiorno la sala da pranzo e la cucina con al centro un grande camino visto che in inverno faceva molto freddo a sinistra della porta di entrata c'era la camera dei miei genitori e il bagno invece a destra c'era una scala in legno di cipresso che portava alla mansarda dove si trovava la mia camera che una volta condividevo con mia sorella ma poi lei si è sposata ed è andata a vivere a Brescia una città della Lombardia.
La mia camera aveva le pareti grigie un letto matrimoniale nero come l'armadio, una scrivania bianca posta sotto la finestra dove si vedeva un panorama mozzafiato infatti la finestra puntava sulla diga del Vajont e alle montagne, sopra al letto c'era il quadro di New York di sera quello era il mio sogno nel cassetto andare almeno una volta a visitare quella città fantastica.
Quando mia mamma mi avvisò che la cena era in tavola scesi velocemente le scale per parlare il prima possibile con loro della notizia che ci era stata riferita oggi in classe.
Papà: come è andata oggi a scuola?
Io: mamma,papà volevo parlarvi appunto di una notizia nello specifico un viaggio che la scuola a proposto.
Mamma: dove è che vorresti andare?
Io: il viaggio sarebbe a Londra per un anno quindi una vacanza studio, ci offriranno un appartamento con tutti i comfort necessari e andremo a studiare alla London School of Economics potrei studiare quello che ho sempre sognano sociologia e sarebbe una grande opportunità d'altra parte lo so che non ci sono abbastanza soldi in casa per farmi fare questa esperienza e io lo capisco ma potrei aiutarvi,inizierei a cercare lavoro.
Mamma: è una bellissima opportunità Rachele però come hai detto tu stessa non ci sono abbastanza soldi per mandarti e noi non vogliamo che tu ti incasini la vita trovando un lavoro, io e tuo papà ce la facciamo. Quando è che devi dare la notizia?
Io: entro lunedì prossimo.
Papà: ti faremo sapere al più presto se potrai andare.
Finito di cenare e dopo aver aiutato mia mamma a sparecchiare la tavola mi buttai sotto la doccia e l'acqua calda fece allentare l'agitazione per la risposta che mi avrebbero dato i miei genitori.
Uscì dalla doccia, dai la buonanotte hai miei genitori e andai nel letto messaggia un pò con le ragazze ma i miei occhi stavano lottando per chiudersi e io dopo inutili sforzi mi lascia cullare dal silenzio della Valle.

CREDO NEL NOSTRO AMORE || Thomas brodie-sangster||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora