CAPITOLO 43

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Dopo essere arriva al hotel ed esserci divisi nelle rispettive camere, inizio a disfare la valigia ho deciso di stare k  camera con Crystal per provare a staccare il cervello.
Crystal: vado io a farmi la doccia?
Rachele: certo vai pure.
Mentre Crystal si fa la doccia io mi metto le cuffie e mi sdraio sul letto, ma neanche questa riesce a tranquilizzarmi e suppongo che neanche la doccia calda che mi farò riuscirà nell' intento.
Mentre ci dirigiamo tutti alla sala da pranzo per la cena, vengo affiancata da Charlie che per darmi conforto mi passa un braccio intorno alle spalle.
Charlie: come stai?
Rachele: bene.
Charlie: è io ci credo per te?
Rachele:... si...
Charlie: lo so che non stai bene, lo ti si legge in faccia e poi sono il tuo migliore amico e ti conosco, quindi dimmi che cosa ti succede.
Rachele: ne parliamo dopo cena, va bene?
Charlie: va bene.
E dopo lo abbraccio, e sento che in quell'abbraccio c'è tutto il conforto che avevo bisogno, ci dirigiamo insieme nella sala e appena entrati vedo Thomas e sara che sono seduti allo stesso tavolo e sembrano preoccupati, all'improvviso alzano lo sguardo verso di me e mi fissano, io prendo immediatamente in braccio di Charlie e mi incammino verso il tavolo dove ci sono seduti: Crystal,Sally e Tristan.
Tristan: comunque si sono comporti malissimo.
Sally: chi?
Tristan: sara e Thomas.
Quando sento l'ultima parola involontariamente alzo la testa.
Tristan: lo ami ancora, vero?
Non ho nessuna forza per parlare quindi mi limito ad annuire, il resto della cena resta in silenzio, almeno per me che non ho tirato fuori neanche mezzo argomento.
Dopo essermi messa il pigiama raggiungo la camera di Charlie.
Rachele: Charlie,posso?
Charlie: certo entra.
Appena mi chiudo la porta alla spalle, corro vero il letto e mi ci sdraio sopra, chiudo gli occhi e tutto ad un tratto sento un leggero calore sulla schiena e quando gli riapro vedo Charlie sdraiato in parte a me.
Rachele: grazie.
Charlie: prego.
Non aveva bisogno di spiegazioni, con quel grazie aveva capito che gli ero riconoscente per avermi capita, per avermi sopportata ed ascoltata, per ascoltare il mio silenzio in questo momento senza lamentarsi, e per questo lo ringrazio, apparte Peter lui e l'unico che riesce a capirmi in questo modo.
Charlie: ho chiamato una persona.
Rachele: chi?
Charlie: forse non ti piacerà.
Rachele: Charlie, chi HAI chiamato?
Lui si alza di scatto e va ad aprire la porta, dopo pochi secondi nella stanza non siamo più in due ma in tre e quella terza persona non mi aspettavo di rivederla così presto.
Rachele: cosa ci fa qui Peter?
Charlie: so che in questo periodo vi siete avvicinati molto.
Rachele: come lo sai?
Charlie e Peter si lanciano un sguardo complice, quindi Charlie ha sempre saputo dove fosse Peter, e il perché se ne fosse andato ma non lo hai mai detto a nessuno per rispettare la decisione del suo amico.
Mi alzo di scatto e corro ad abbracciarlo, mi era mancato tanto, e sentire il suo conforto mi fa stare bene.
Rachele: mi sei mancato.
Peter: anche tu.
Rimaniamo abbracciati per molto tempo fino a quando Charlie non si chiarisce la voce.
Charlie: allora vi lascio soli.
Rachele: Charlie puoi restare.
Charlie: nono tranquilla, avete tanto di cui parlare.
Mi stacco da Peter e vado da Charlie e dopo averli dato un bacio sulla guancia gli sussurro all' orecchio:"Grazie di essere mio amico".
Lui mi attira subito in un abbraccio e poi esce dalle camera.
Peter: devi raccontarmi un bel po' di cose.
Rachele: si...
Peter: Rachele, se te la senti raccontale se no possiamo parlare d'altro.
E con questa semplice parole iniziai a raccontare tutto quello che era successo da quando mi aveva lasciato sotto casa quella sera.

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CREDO NEL NOSTRO AMORE || Thomas brodie-sangster||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora