Il mattino seguente il moro si svegliò abbastanza presto per prepararsi e scendere a fare colazione prima di farsi accompagnare in aeroporto dal padre che nel frattempo era intento a leggere un giornale mentre sorseggiava il suo solito caffè.
Benjamin non rivolse parola a nessuno per tutta la durata della colazione e la tensione in quella cucina in cui avrebbe messo piede per un'ultima volta era palpabile e ringraziò Dio per il fatto che Federico non fosse lì presente rendendo così la situazione meno imbarazzante e difficile di quanto già era.-"hai preso tutto? non ti sei scordato nulla?"
Benjamin sbuffò per l'ennesima volta guardando fuori dal finestrino. Il sole quella mattina splendeva e il cielo era sereno e di un azzurro accesso che il moro si ritrovò ad odiare perché gli portava alla mente gli occhi del biondo. Per la prima volta nella sua vita infatti si ritrovò a preferire la pioggia e i grandi nuvoloni grigi proprio che assomigliavano tanto al suo umore in quel momento.
-"ho preso tutto papà, non preoccuparti"
il viaggio da casa fino in aeroporto sembrò interminabile, probabilmente i venti minuti più lunghi della sua vita. l'uomo non smetteva di fargli domande da quando erano partiti assicurandosi che tutto fosse apposto anche se così non era, Benjamin annuiva e biascicava qualche parola a caso per poi tornare a guardare fuori le grandi palme che costeggiavano la strada.
-"ascolta ben..tu e fede.." iniziò il padre nuovamente
-"io e Federico cosa?" sbottò il moro, non aveva assolutamente voglia di parlarne in quel momento, per lui l'argomento era già stato chiuso la sera prima.
-"lo sai anche tu che non sarebbe durata vero? lui è qui e tu a sei ore di distanza e poi.."
-"ho capito!" ringhiò il moro senza voltare lo sguardo verso l'uomo mentre le lacrime minacciavano di uscire.
In quegli ultimi giorni non aveva fatto altro che piangere, era stanco e tutto ciò che desiderava in quel momento era tornarsene a New York e dimenticare tutto il dolore che lo logorava dentro.Erano passate quattro ore e mezza da quando si era seduto su quel sedile ormai diventato scomodo mentre il film che stava guardando iniziò a diventare noioso così decise di fermarlo e far partire la playlist che aveva sul cellulare ma non risultò affatto una buona idea quando la canzone che partì era una delle canzoni che si ritrovò a ballare in discoteca una delle prime sere a los angeles, quando ancora tutto sembrava andare bene, quando ancora Federico non era nessuno. Un sospiro fuoriuscì dalle sue labbra mentre gli occhi contornati da grandi occhiaie diventarono pesanti e si chiusero sperando di riuscire a dormire e risvegliarsi nella bella New York dove tutto sarebbe tornato alla normalità.
Benjamin venne svegliato da un hostess dai capelli color castano chiaro e grandi occhi verdi che gli sorrise annunciandogli il suo arrivo, ci vollero pochi secondi per cercare di capire la situazione e un sorriso forzato si dipinse sul volto del moro per poi ringraziarla una volta sceso dove ad accoglierlo fù un leggero venticello che lo colpì in pieno viso procurandogli sollievo e quel sorriso forzato si trasformò in uno vero quando vide taylor in lontananza ad aspettarlo, forse quello era il primo sorriso sincero che faceva dopo tanto.
-"taylor!" esclamò il maggiore dirigendosi verso di lui a passo veloce dopo aver recuperato la valigia, era davvero felice di vedere quell'uomo che per lui era come un secondo padre ormai, finalmente era tornato a casa.
-"ben" sorrise taylor di rimando per poi stringerlo a se in un abbraccio che Benjamin non esitò a ricambiare -"finalmente hai imparato a chiamarmi per nome!" esclamò il moro ridacchiando -"oh mi era mancata casa" sospirò poi guardandosi intorno dove l'aeroporto era un via vai di gente continuo.
-"come è andata la vacanza? pensavo saresti tornato un po' più tardi"
-"a questa domanda potrò risponderti quando saremo a casa.." il viso del moro si incupì leggermente portando via quel poco di entusiasmo che aveva provato fino a poco prima e taylor solo guardandolo capì e si limitò a rispondere un semplice 'd'accordo'.
L'uomo accompagnò Benjamin a casa di sua madre, anche se era solito fermarsi negli hotel la maggior parte delle volte in quel momento il moro sentiva il bisogno di tornare in quella casa in cui non metteva piede da quando la donna se ne andò.-"non doveva andarsene! non doveva" urlò ancora una volta il biondo con il viso rigato dalle lacrime mentre allison cercava di consolarlo ma con scarsi risultati.
-"fiorellino.."
-"tu lo sapevi!" ringhiò Federico guardandola -"tu lo sapevi e non hai fatto nulla per impedirglielo, come hai potuto?"
La bionda sospirò alzandosi in piedi -"forse non avresti dovuto baciare aidan che dici? forse quella sarebbe stata una buona idea per non farlo andare via e invece no Federico, hai combinato un casino e queste sono le conseguenze"
Le parole della ragazza ferirono ancora di più il minore che si limitò a fissare il vuoto e asciugarsi le lacrime che non smettevano di scendere -"non me lo merito" sussurrò tra un singhiozzo e l'altro
-"hai ragione" disse allison -"forse non ti meriti Benjamin perché lui non ti avrebbe mai fatto una cosa così, ma se ci tieni davvero a lui riprenditelo, dimostragli che a lui ci tieni davvero, mal che vada ci hai provato ma non dovresti stare qui a piangerti addosso e basta"
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allora, so che mi odiate perché non ho pubblicato niente nell'ultimo mese ma non riuscivo a scrivere nulla e piuttosto che scrivere male i capitoli ho preferito aspettare così da riuscire a scriverli decentemente.
mancano davvero pochi capitoli alla fine e non mi andava di lasciarla a metà quindi in un modo o nell'altro vi prometto che la porterò a termine. Intanto volevo ringraziarvi per le 13.2K visualizzazioni, vi voglio bene 💖
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Don't let me go || fenji
FanfictionBenjamin è costretto a partire per la California dove momentaneamente abita suo padre insieme alla sua compagna e al figlio di questa. Nonostante la poca voglia di volare dall'altra parte del mondo il ragazzo accettò a condizione che se ne sarebbe...