One.

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C'era una volta nella bella San Diego, città californiana sulla costa del Pacifico, qualcuno che aveva sempre amato le favole. Qualcuno che nonostante l'età continuava a sperare nel suo lieto fine, nel suo e vissero felici e contenti.
Nonostante le tante avversità della vita, quella persona, continuava a credere che dietro le nuvole il cielo fosse sempre azzurro. Che per ogni cosa negativa la vita gli avrebbe riservato una cosa positivo e che, tassello dopo tassello, avrebbe trovato la felicità. Avrebbe costruito la sua favola.
Quel giovane dagli occhi azzurri, come il cielo e il mare che si incontrano, e dai morbidi capelli biondi sognava di incontrare il suo principe ed essere felice con questo principe nel suo castello fatto di sogni.
Quello che però il giovane principe di questa favola moderna non sapeva è che il pirata cattivo l'avrebbe rapito. Lui avrebbe dovuto scegliere. Il castello con il principe o la caverna con il pirata?

Il rombo di un motore squarciò il silenzio di quella notte di fine estate. Le gocciole di sudore erano bloccate dal casco nero che stava facendo soffocare dal caldo la persona che lo indossava. Il vento era bollente sulle braccia nude e tatuate di quel giovane motociclista. Le strade erano deserte e i pensieri di quel giovane sembravano riecheggiare tra quelle strade, temeva che gli abitanti della zona potessero sentirli e potessero deriderlo. Deriderlo per ciò che era. Per ciò che desiderava.
Incurante di qualsiasi regola, il giovane temerario diede gas alla moto e schizzò via tra quelle strade vuote, nella speranza che un po' di fresco desse sollievo al suo calore. Nonostante l'estate fosse ormai quasi finita, era ormai settembre, nella calda e bella San Diego le temperature erano ancora troppo alte per il giovane giramondo.
Il ragazzo dalle braccia tatuate ignorò un semaforo rosso e proseguì per la sua strada, desideroso di dimenticare quella che era stata la sua vita fino a quel momento e quella che lo aspettava a partire dal giorno successivo.
"Con lui starò bene. Mi capisce." Si ripeteva il ragazzo per poi, subito dopo, chiedersi come fosse diventato. Era ancora suo?

Il rombo del motore si affievolì quando una luminosa insegna al neon blu entrò nella visuale, in parte ridotta per via del casco scuro con incise le sue iniziali in bianco, del ragazzo e questo sospirò di sollievo. La maglia nera gli si era attaccata al corpo, per via del sudore, e i pantaloni lunghi seppur strappati sulle ginocchia erano diventati una vera e propria pena per lui. Voleva evadere.
Con poche mosse svelte e abitudinarie il giovane spense il motore, si sistemò le chiavi nella tasca e si tolse il casco che lo stava soffocando. Il ciuffo ribelle si librò nell'aria calda, per poi ricadere in modo disordinato sulla fronte sudaticcia del ragazzo.
-"Finalmente." Borbottò il giovane e si leccò le labbra secche. Agilmente scese dalla moto appena parcheggiata, si passò una mano tra i capelli umidi, sistemò il casco sulla moto e a passo svelto si diresse verso il locale che sembrava essere abbastanza affollato.

Il giovane spinse la porta in vetro macchiata e sospirò di sollievo quando una piacevole aria fresca lo colpì in pieno viso, dando sollievo al suo essere così tanto accaldato. Spostò la mano dalla porta e lasciò che questa si chiudesse alle sue spalle, con un leggero tonfo che però nessuno udì per via della musica abbastanza alta e delle chiacchiere che riempivano il discopub. Le scale tinte di bianco erano occupate da coppie, per una notte, intente a baciarsi e i divani non erano da meno. L'unica zona più tranquilla sembrava il bancone dove veniva servito un drink dopo l'altro.
Gli occhi chiari del giovane, dai capelli mori e con un pupazzo tatuato sul braccio magro, guizzarono da una parte e l'altra del locale alla ricerca di un ciuffo blu quando lo vide scosse la testa e lo raggiunse.
Il già nominato ciuffo blu, appartenente ad un ragazzo di nome Carter con una maglia psichedelica, era in parte coperto dalle mani tatuate di un giovane dal petto nudo che gli si strusciava addosso mentre lo baciava con foga.
-"Posso salutarti o devo prendere il numerino?" Scherzò il ragazzo tatuato e incrociò le braccia al petto, per assumere un'aria scocciata e infastidita.
Non appena Carter sentì quella voce, si spostò il ragazzo di dosso e sorrise radioso.
-"Benjamin!" Esclamò felice il ragazzo dal ciuffo blu, si alzò dal divano del medesimo colore e spalancò le braccia per abbracciare il ragazzo dalle braccia tatuate.
Benjamin, era quello il suo nome. Il nome di un giovane che aveva girato il mondo e aveva visto il meglio e il peggio di questo, pur di non vedere il suo peggio. Aveva donato se stesso al mondo solo per non avere più nulla per lui.
Non sapeva però ciò che lo attendeva. Un mondo tutto nuovo da scoprire racchiuso in un paio d'occhi del colore del cielo.
-"Credevo che fossi morto da qualche parte in Vietnam!" Esclamò il giovane, dopo averlo stretto per un po'.
Benjamin sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
-"Sono vivo e bello come al solito." Rispose. "Anche per me è un piacere vederti." Aggiunse e fece una smorfia che doveva essere un sorriso.
-"Se posso permettermi." Si intromise il ragazzo che fino a poco prima stava baciando Carter. Un ragazzo alto almeno due metri dalla carnagione abbronzata e gli occhi verde smeraldo. "Direi che sei ancora più bello." Disse e sorrise, mentre si sistemava sul divano a gambe spalancate. "Carter, chi è questo bel principe?" Chiese al ragazzo dai capelli blu.
Benjamin ringhiò e ghignò malizioso, per poi sedersi a cavalcioni sul ragazzo dagli occhi verdi.
-"Io non sono un principe." Disse e si sistemò addosso a lui. "Io sono un pirata." Concluse e catturò le sue labbra.

Dall'altro lato della città, all'insaputa del giovane e ribelle Benjamin, c'era un ragazzo dagli occhi color cielo che gemeva il suo nome senza neppure conoscerlo. Si toccava e immaginava fosse lui a farlo, chiuso nel buio di una stanza con solo la luce del cellulare che proiettava l'immagine del moro ad illuminargli il volto, contratto in una smorfia di piacere.
Quello però Benjamin non lo avrebbe mai saputo.
-"Fred, puoi cercarmi su Instagram un certo Benjamin Mascolo?" Chiese la voce angelica del ragazzo all'altro lato della città.
-"Certo."
È così che iniziò la fine.

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora