Eighty five.

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-"Ti auguro il meglio, Ben, ti auguro di trovare qualcuno che ti ami e che ti meriti ma non sono io. Non sono io, Benjamin. Tra di noi è finita. Per sempre."
Se lo avessero investito, sparato o anche accoltellato, probabilmente il più grande avrebbe provato meno dolore di quanto ne stava avvertendo in quel momento.
Le parole di Federico erano pesanti come macigni e stavano cadendo tutti su di lui, colpendolo in pieno. Non poteva sopportarlo, non poteva guardare Federico negli occhi con la consapevolezza di averlo perso.
Aveva dato tutto quello che aveva a quel ragazzo, aveva messo tutto se stesso in quella relazione segreta. Aveva sperato fino alla fine che lui e Federico potessero essere felici insieme, era diventato il suo sogno. Voleva rendere felice Federico ma non poteva più farlo.
Si odiava. Benjamin si odiava perché sapeva che era soltanto colpa sua, era stato lui a costringere Federico a fare una scelta e per di più in brevissimo tempo. Era stato lui a spingerlo tra le braccia di Edward, ad allontanarlo da se stesso. Aveva messo lui stesso la parola fine alla loro relazione.
Aveva perso Federico e, da quel momento in poi, non aveva più nulla. Aveva perso tutto.
Un'altra lacrima si aggiunse alle tante che gli rigavano il viso, il corpo era scosso da continui singhiozzi ed era investito da tanti brividi che non gli davano tregua.
-"N- non fare così..." Singhiozzò il più piccolo, ormai anche lui in lacrime. "Non p- piangere, te ne p- prego..."
Quella volta non sarebbe servito a nulla piangere, Federico non gli avrebbe detto che voleva stare con lui. Non lo avrebbe consolato come al solito.
Benjamin tirò su con il naso e si asciugò le lacrime. Non avrebbe perso la sua dignità, non avrebbe supplicato Federico di ripensarci e di amarlo, di restare con lui. Forse in futuro se ne sarebbe pentito ma in quel momento non voleva farlo, lo doveva a se stesso.
-"D'accordo." Sussurrò Benjamin, la voce roca e bassa. "Se q- questa è la tua decisione, l'accetterò..." Aggiunse. "Non sarà facile ma lo f- farò. Voglio il meglio per t- te, se pensi che il meglio per te sia E- Edward, lo accetterò..." Continuò. "Dopotutto a- amare significa anche lasciare a- andare..."
Lui però non era pronto a lasciare andare Federico, non sarebbe mai stato pronto a perderlo. Lui lo amava, ogni singola parte del suo corpo lo amava, bruciava di amore per lui e non riusciva ad immaginare una vita senza di lui. Non era pronto a ritenerlo soltanto il marito di suo cugino, non era assolutamente pronto. Lui voleva ritenerlo suo marito.
Il biondo sospirò e si sforzò di sorridergli.
-"Starai bene?" Gli chiese, sinceramente preoccupato per quello che poteva fare Benjamin. Non voleva facesse stupidaggini, teneva moltissimo a lui e non se lo sarebbe mai perdonato.
Il più grande scosse la testa e si alzò.
-"Non chiedermelo, Federico. Ti prego non chiedermelo." Replicò e, a fatica, si allontanò da lui. "Buona vita, amore mio."

Benjamin andò al piano di sopra con il cuore spento, aveva smesso di battere allegro, non aveva più motivo per farlo. Non aveva più il suo piccolo Federico da proteggere e amare. Non aveva più nulla.
Non appena il ragazzo raggiunse la sua camera prese le sue valigie e spalancò l'armadio, non voleva restare ancora in quella casa che lo stava lentamente uccidendo. Non sarebbe riuscito a convivere con Federico ed Edward, ad aiutarli con i preparativi delle nozze e ad ascoltarli mentre facevano l'amore. Non voleva neppure rovinare quei momenti ai due, voleva davvero che Federico fosse felice e con lui per casa non l'avrebbe fatto.
Erano quasi le otto di sera quando il più grande finì di impacchettare le sue cose e chiamò un taxi che lo andasse a prendere. Non sapeva con precisione che cosa avrebbe fatto, aveva prenotato un hotel per le due notti successive con la speranza che qualcosa potesse cambiare. Non se la sentiva di abbandonare subito la città ma non voleva che Edward e Federico lo sapessero.
Trascinando le sue valigie, decisamente pesanti, il ragazzo scese le scale ed entrò in salotto.
-"Che succede?" Gli chiese Edward non appena lo vide entrare in salotto carico come non mai.
Il moro sospirò e lasciò cadere le sue valigie, provando un rumoroso tonfo.
-"Me ne vado." Disse, semplicemente, il ragazzo.
Il più piccolo, seduto sul pavimento mentre giocava con Khaleese, sgranò gli occhi.
-"C- che cosa?" Balbettò il ragazzo. "C- che significa che t- te ne vai?"
Benjamin sentì la voglia di scoppiare a piangere non appena sentì la voce del più piccolo.
-"Non ho alcun motivo per restare ancora qui." Replicò Benjamin. "Mi avete trattato benissimo, mi avete dato molto più di quanto sperassi, ma è giunto il momento che io me ne vada. Voi state per sposarvi e avete bisogno della vostra intimità, ormai io qui sono di troppo." Concluse, cercando di controllare le sue emozioni.
-"Benjamin, no." Rispose il più alto e lo raggiunse. "Tu non sei di troppo, non sarai mai di troppo. Sei la mia famiglia e questa è anche casa tua." Aggiunse. "Puoi restare qui quanto tempo vuoi, non sarai mai un fastidio per noi." Concluse.
Il più grande abbassò la testa e la scosse.
-"Ho preso la mia decisione, cuginetto." Sussurrò. "Qui il mio tempo è finito." Aggiunse e si voltò a guardare Federico. "Non ho più nulla."

Benjamin salutò Edward, nonostante tutto era sempre suo cugino e gli voleva bene, ma non ebbe il coraggio di salutare anche Federico, si limitò a dirgli un freddo e distaccato ciao.
Quando però il ragazzo, armato di borsoni e con il cuore spezzato, si avviò verso il cancello della villa sentì la voce del minore chiamarlo.
-"Benjamin!" Urlò Federico mentre lo inseguiva. "Benjamin, fermati ti prego!"
Il moro sospirò e si voltò verso di lui.
-"Torna dentro, Federico." Rispose il moro, stanco e sconfitto. "Fa freddo e tu hai solo una maglia a mezze maniche, non voglio che ti ammali." Aggiunse. Forse era uno stupido ma continuava a preoccuparsi per lui.
-"Non puoi andartene, non puoi farlo Ben..."
-"Che motivi ho per restare qui?" Replicò il moro. "Dovrei guardarti mentre amoreggi per Edward e preparate il vostro matrimonio? No, Federico, non posso farlo." Aggiunse. "Se restassi qui non riuscirei mai a dimenticarti e ho anch'io diritto a rifarmi una vita. Anch'io ho il diritto di essere felice e qui non posso esserlo, Fè, non posso..." Concluse.
Il più piccolo tirò su con il naso e si avvicinò a lui.
-"Mi mancherai." Disse. "Mi mancherà non fare colazione con te, discutere sul programma da guardare, non sentire le tue lamentele perché ti annoi mentre lavoro. Mi mancherà sentirti supplicare la cuoca per preparare tu stesso la cena, mi mancherà venire a dormire nella tua stanza, sentirti cantare a squarciagola quando sei felice." Continuò. "Mi mancherà tutto di te ma so che è meglio per te e io voglio il meglio per te.
Come ti ho già detto questa mattina, ti auguro di essere felice. Non avrei mai voluto farti soffrire, anch'io speravo di poter essere felice con te ma non è il nostro destino." Aggiunse. "Ti ho amato e ti amo, per questo motivo adesso mi viene difficile dirti addio ma devo farlo.
Addio, Benjamin, non dimenticarti mai dei nostri momenti te ne prego..."
Benjamin si sforzò di sorridere e si strofinò gli occhi.
-"Non potrei mai dimenticarli, piccolo mio. Sarai sempre con me, ti porterò nel cuore fino all'ultimo dei miei giorni. Sei parte di me." Rispose. "Sii felice, Federico, fallo anche per me."
-"Ben..." Singhiozzò il biondo.
Il suono di un clacson interruppe la loro conversazione e fece voltare il maggiore.
-"È arrivato il mio taxi." Disse il più grande. "Addio Federico."
-"Addio Benjamin..."

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora