Il vento soffiava forte sulla bella San Diego, nonostante la notte fosse stata abbastanza calda, smuovendo la sabbia delle paradisiache spiagge e creando onde decisamente alte. Le spiagge californiane erano per lo più deserte, solo gli amanti del surf erano corsi in spiaggia per sfidare le onde che andavano sempre più a crescere.
Tra pochi giorni le scuole sarebbero state riaperte e gli studenti si godevano gli ultimi giorni di vacanza. In quella giornata che prometteva tempesta, i giovani si riversavano nei bar per incontrare i loro amici e passare quegli ultimi momenti assieme.
Le auto sfrecciavano veloci tra le strade poco trafficate. I turisti erano andati via, quasi tutti, e a San Diego era ritornata la solita tranquillità cittadina che accentuava la bellezza di quel posto.
Tra le tante case dall'estetica impeccabile sorgeva una villa dall'aria imponente che lasciava a bocca aperta chiunque si soffermasse a guardarla. Le mura erano tinte di azzurro chiaro e bianco, di almeno tre piani e con un ampio giardino con orto annesso, il cancello imponente lasciava intravedere qualcosa di quella che era la villa più bella della città.
Il castello del nostro principe.All'interno della grande villa vivevano due giovani ragazzi, uno poco più che ventenne e l'altro alla soglia dei trenta, con il loro gatto Storm e la loro cagnolina Khaleese. C'era qualche domestico ma la casa era tanto grande che i due inquilini neppure li notavano, se non nelle ore dei pasti o quando andavano a salutarli prima di andar via.
-"Edward hai visto il mio computer?" Chiese un giovane dai capelli biondi, in quel momento disordinati, e con i piedi scalzi mentre si avvicinava all'altro coinquilino della casa. Edward Fox, ventinove anni. Il suo fidanzato.
-"Federico, amore, ora non è il momento di pensare al tuo computer." Rispose Edward, con i capelli rossi perfettamente tirati all'indietro.
Federico, Federico Rossi, appena ventiduenne dagli occhi azzurri cielo e i capelli biondi tinti di recenti sbuffò e incrociò le braccia al petto, coperto in quel momento da una t-shirt larga bianca abbinato ad un pantalone di tuta grigio.
Federico vestiva in modo totalmente diverso dal suo fidanzato, amministratore delegato di una casa di moda, Edward vestita sempre in modo elegante e aveva sempre da ridire sul suo modo di vestire ma al biondo divertiva.
Federico e Edward erano fidanzati da quattro anni e convivevano da un anno e mezzo, da quando avevano comprato quella casa con le loro sole forze. Edward viaggiava spesso per lavoro, a differenza di Federico che facevo lo scrittore e preferiva restare a casa per concentrarsi meglio. Il più piccolo viaggiava solo per promuovere i suoi libri e, per fortuna, sempre con buon esito. La gente era affascinata dal suo modo di scrivere, riusciva a coinvolgere chi si ritrovava a sfogliare le pagine dei suoi libri. Ovviamente c'erano chi criticava, e offendeva, il suo lavoro ma Federico aveva le spalle larghe e affrontava col sorriso anche i commenti negativi.
-"Ed, non posso non pensare al computer." Replicò il biondo. "Mi serve per lavoro."
-"Puoi prenderti un giorno libero, amore."
-"E tu non puoi?" Replicò il biondo, inarcando un sopracciglio e indicando i diversi cataloghi che stava sfogliando.
Edward, ridacchiò, si tolse gli occhiali da vista e si alzò per raggiungere il suo fidanzato.
-"Li sto guardando solo per divertimento personale. È divertente vedere quanto sia scadente la partenza." Ridacchiò il ragazzo e gli diede un bacio a stampo. "Sta arrivando mio cugino, non sarebbe carino lavorare il primo giorno in cui lui è qui. È partito quando aveva tredici anni e non torna a San Diego da allora, sarà strano per lui riadattarsi dopo aver girato il mondo." Disse. "E non ci sono nemmeno i suoi genitori in città, avrà bisogno di noi." Aggiunse.
Il più piccolo sbuffò ma annuì.
-"Resterà per molto?"
-"Per tutto il tempo che vorrà." Rispose il suo fidanzato e gli accarezzò le braccia nude. "E ora, per favore, vai a vestirti in modo decente. Non voglio che mio cugino ti scambi per uno della servitù."
Federico si alzò sulle punte, dato che il suo fidanzato era più alto di lui di almeno venti centimetri, e gli allacciò le braccia dietro al collo.
-"Sto già rinunciando alla mia intimità con te, per lui, non ho intenzione di rinunciare anche alla mia comodissima e bellissima tuta che tu mi hai regalato." Disse e gli diede un bacio a stampo.
Edward alzò gli occhi al cielo con fare teatrale e gli strinse i fianchi.
-"Per fortuna che ti amo."
-"Ti amo anch'io."
-"Almeno metti un paio di scarpe?"
Federico rise e fece unire le loro labbra. Stavano così bene insieme.Federico era stretto tra le braccia del suo fidanzato, mentre guardava con questo dei cataloghi di moda e gli diceva quali outfit gli piacessero e quali no. Il biondo non ne capiva molto di moda, tutto ciò che sapeva è che con il nero non si sbaglia mai, ma Edward teneva ugualmente alla sua opinione e a Federico faceva piacere aiutarlo. Occupati nella loro conversazione, la giovane coppia non sentì Margaret, una delle domestiche, entrare nell'ampio - forse anche troppo - salotto.
-"Scusatemi." Si schiarì la voce la donna dai capelli neri legati in una crocchia alta sulla testa.
Edward alzò lo sguardo e sorrise alla donna.
-"Che succede, Margaret?" Chiese con tono gentile Edward e chiuse il catalogo.
-"È arrivato suo cugino Benjamin."
E da quel momento Federico non capì più niente.
Un tornado di energie entrò nella stanza, un turbinio di capelli mori e di nero strinse Edward in un abbraccio che lo lasciò senza fiato. Una risata cristallina riecheggiò nella sala, seguita da un mare di parole che rimasero Federico, il cui punto di forza erano proprio le parole, interdetto.
-"Cugino!" Esclamò il nuovo arrivato e saltò, letteralmente, addosso al rosso che lo prese di peso nonostante la sorpresa. "Ma quando sei diventato così alto?! Insieme ai pomodori che ho visto fuori ti sei annaffiato anche tu?!"
Edward rise e fece ritornare il moro con i piedi per terra, per poterlo stringerlo in un vero e proprio abbraccio.
-"Benjamin!" Esclamò Edward mentre gli cingeva il busto con entrambe le braccia. "Mi sei mancato così tanto."
Benjamin, questo era il nome del cugino di Edward, sorrise e accarezzò la schiena del rosso.
-"Mi sei mancato anche tu."
Federico era rimasto in silenzio fino a quel momento, data la sorpresa, e ammirò in silenzio il ragazzo appena entrato. Era davvero bello, doveva ammetterlo, anche se totalmente differente dal suo fidanzato. Non avrebbe mai detto fossero cugini, considerando anche che le loro madri erano gemelle si aspettava si somigliassero un minimo.
Benjamin basso e moro, tatuato e con gli occhi chiari. Edward alto, anche troppo, con i capelli rossi, senza tatuaggi o piercing e con gli occhi scuri.
No, non si somigliavano per nulla.
Lo sguardo curioso di Benjamin si posò sul biondo e lo scrutò attentamente.
-"E questa bellezza qui chi è?" Chiese e ghignò malizioso.
Edward ridacchiò e circondò i fianchi di Federico, che nel frattempo si era alzato, per poi stringerlo a lui.
-"Benjamin lui è Federico, il mio fidanzato." Lo presentò. "Federico lui è Benjamin, mio cugino."
Il moro spalancò la bocca.
-"Io credevo fosse un cesso!"
-"Ehi!"
-"Non offenderti cuginetto, ma i tuoi gusti in fatto di ragazzi sono sempre stati pessimi." Disse Benjamin e prese il pacco di sigarette dalla tasca della sua giacca di pelle. "Lui invece è bellissimo."
Edward gli prese il pacco di sigarette, per poi gettarlo da qualche parte e sorrise.
-"Non potevo non innamorarmi di questo principe qui." Disse e baciò la tempia di Federico, decisamente imbarazzato.
Benjamin incrociò le braccia al petto e sorrise.
-"Allora ciao Federico." Disse con tono divertito. "Io sono il tuo nuovo cuginetto." Aggiunse. "Pronto a vivere con me?"
Quella era la fine.
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Once upon a time || Fenji.
FanfictionFederico desiderava una storia d'amore bella come quelle delle favole. Cambierà idea però quando si renderà conto che il 'c'era una volta' non gli basta più. Lui vuole un 'c'è ancora'. Chi sarà il suo ancora?