Il cuore di Benjamin batteva all'impazzata ogni volta che stava vicino al più piccolo. Era felice quando vedeva Federico e sentiva dentro di lui crescere la voglia di attirarlo tra le sue braccia e non lasciarlo andare.
Giorno dopo giorno capiva sempre meno perché avessero passato così tanti giorni a litigare quando potevano conoscersi e stare bene insieme. Il moro però sapeva che anche quei litigi gli avevano permesso di conoscere Federico, gli avevano permesso di conoscere il suo lato forte e determinato. Quello che non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, quello da combattente e quello da testardo.
Federico aveva tutto. Era tutto.
Il più grande non sapeva esattamente come definire ciò che provava per il minore, gli piaceva e gli piaceva passare del tempo con lui. Sarebbe stato riduttivo dire che gli piaceva solo per l'aspetto fisico perché sapeva che andava ben oltre. Federico lo attraeva, ed era innegabile, ma lo faceva anche a livello emotivo.
Gli piaceva parlare con Federico e anche litigare con Federico. Gli piaceva fare tutto con lui.
Entrambi sapevano benissimo di star sbagliando, Edward non meritava quel loro tradimento ma nessuno dei due riusciva a farne a meno. Erano attratti come due calamite e non sapevano che cosa riservasse loro il futuro erano pronti però a scoprirlo. Insieme.I due giovani passarono del tempo a stringersi e a baciarsi tra quelle lenzuola disordinate e che sapevano di loro. Parlarono e risero molto, nessuno dei due aprì di nuovo l'argomento Edward e si concessero di vivere quel momento senza pensarci troppo. Esistevano solo loro.
Quando però una delle domestiche andò a bussare alla porta della stanza del moro, chiedendogli se avesse visto Federico, non poterono fare a meno di lasciare quel rifugio e andare a fare colazione.
Nonostante non volesse darlo a vedere Benjamin notò che il più piccolo con lo sguardo stava cercando Edward, stava ancora male per quello che era successo e non poteva biasimarlo. Stava con Edward da tanti anni e il litigio della sera precedente lo aveva scosso molto. Apprezzava però che non volesse darlo a vedere per non farlo soffrire.-"È il tuo stomaco che brontola?" Chiese Federico mentre si sistemava tra le gambe del maggiore, sdraiato sul divano in giardino.
Benjamin e Federico avevano passato l'intera giornata insieme, il moro non se la sentiva di lasciare l'altro da solo e Federico, semplicemente, non voleva lasciare Benjamin.
In quel momento, dato che era stata una bella giornata di sole, Benjamin aveva proposto all'altro di fare merenda in giardino e il più piccolo aveva accettato con entusiasmo. Lo aveva portato a bordo piscina, dove sapeva che nessuno li avrebbe disturbati, dove erano sistemati dei divanetti e dei tavoli.
Il moro arrossì e gli circondò il busto con le braccia.
-"Sì..." Sussurrò imbarazzato.
Il più piccolo ridacchiò e gli baciò la mascella.
-"Perché non mangi?" Gli chiese e indicò i vassoi di tramezzini e di dolci che aveva portato poco prima Linda. "È tutto qui." Aggiunse.
Benjamin sorrise e gli baciò la testa.
-"Aspettavo te. Aspettavo che tu tornassi." Rispose, riferendosi al fatto che pochi minuti prima il minore era andato in bagno. "Non volevo mangiare da solo."
Il biondo sorrise e si sporse per prendere un cioccolatino.
-"Ora sono qui." Disse e gli fece mordere il cioccolatino.
Il più grande sorrise e gli baciò la mano.
-"E non desidero altro se non te qui." Rispose sorridente e mangiò il cioccolatino.
-"Ci sai fare con le parole, Mascolo."
-"Oh e non solo con quelle, te l'assicuro." Replicò il più grande, ghignando malizioso, e gli fece l'occhiolino.
Federico sospirò e alzò gli occhi al cielo.
-"Quanto sei stupido." Ridacchiò e si avvicinò a lui per baciarlo.
Il moro restava senza parole ogni volta che le loro labbra si univano, succedeva sempre in un modo totalmente spontaneo che lo lasciava senza parole. Federico lo lasciava senza parole. Con il cuore che sembrava volergli esplodere nel petto, circondò la vita del minore con un braccio e schiuse le labbra per approfondire quel bacio.Purtroppo per i due, però, non durò molto infatti dopo pochi momenti Benjamin e Federico sentirono una voce che fece sobbalzare entrambi e li costrinse a staccarsi.
-"Fede sei qui?"
I due si staccarono come se si fossero scottati quando sentirono la voce di Edward. Erano appena le sei del pomeriggio, che cosa ci faceva già a casa?
Federico cercò con lo sguardo Benjamin prima di rispondere e quando questo annuì, lui sospirò e si spostò da lui.
-"Sì, sono qui." Rispose Federico, il tono di voce era freddo e distaccato, nulla a che vedere con quello che stava usando poco prima con Benjamin.
Dopo soli pochi istante la testa rossa di Edward irruppe nella visuale dei due, costringendo Benjamin a sorridere.
-"Ciao cuginetto." Lo salutò Benjamin, mentre prendeva un tramezzino al prosciutto.
Edward gli sorrise e lo salutò con una mano.
-"Non sapevo ci fossi anche tu."
-"Sai che dove c'è il cibo ci sono io." Replicò il moro, cercando di essere il più naturale possibile.
-"Che cosa vuoi?" Chiese Federico interrompendo bruscamente la loro conversazione.
Il rosso sospirò e si passò una mano tra i capelli tirati all'indietro come al solito.
-"Possiamo parlare?"
-"Direi che ieri sera abbiamo parlato abbastanza, tu non credi?"
-"Federico, ti prego..."
Il più grande si sentiva decisamente di troppo in quella situazione e si schiarì la voce per attirare l'attenzione dei due.
-"F- Forse è meglio se vado via..." Balbettò il ragazzo.
Federico si voltò, immediatamente, verso il moro supplicandolo con lo sguardo di non andare via. Di non lasciarlo solo.
-"Sì, grazie, Benjamin." Rispose, invece, Edward.
Il moro annuì e si alzò dal divano grigio perla, scompigliò i capelli al biondo e gli pregò di scusarlo con gli occhi.
-"Non fate guai." Disse ai due, sforzandosi di essere allegro, e rientrò in casa.-"Che cosa vuoi?" Gli chiese nuovamente Federico, non appena Benjamin fu purtroppo abbastanza lontano per ascoltarli.
Il rosso abbozzò un sorriso e si sedette accanto a lui.
-"Voglio parlare con te."
-"Io non ho nulla da dirti."
-"Tesoro mi dispiace." Disse il rosso e gli prese la mano. "Ieri sera ho sbagliato a dirti quelle cose ma mi sono lasciato prendere dalla rabbia." Aggiunse. "So benissimo che tu sei indipendente, che puoi stare bene anche senza di me e questo mi spaventa..."
-"Ti spaventa a tal punto che preferisci allontanarmi?" Replicò il più piccolo. "A me non sembra un buon metodo per combattere la paura." Aggiunse.
-"Hai ragione, piccolo, hai ragione!" Esclamò Edward. Era facile capire che era sincero, sinceramente dispiaciuto per ciò che era successo. "Ieri ho parlato senza pensare e ho sbagliato a cacciarti dalla stanza. Mi dispiace. Sai che odio litigare con te."
Il biondo sospirò e si avvicinò a lui.
-"Anch'io ho sbagliato." Sussurrò. "Sono stato io ad iniziare, a trattarti male e a dirti cose che non penso e ad urlare. Quello che deve scusarsi sono io, non tu."
Il più alto sorrise e gli accarezzò il volto.
-"Allora mi perdoni?"
Federico annuì e poggiò la testa sulla spalla del suo fidanzato.
-"Com'è andato il tuo pranzo?"
-"Non ci sono andato."
-"Perché?"
-"Perché non sarebbe stata la stessa cosa senza di te." Rispose Edward. "Ti amo Federico."
-"Ti amo anch'io, Edward." Disse e lo baciò.
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Once upon a time || Fenji.
FanfictionFederico desiderava una storia d'amore bella come quelle delle favole. Cambierà idea però quando si renderà conto che il 'c'era una volta' non gli basta più. Lui vuole un 'c'è ancora'. Chi sarà il suo ancora?