Eighty.

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-"Non mi piace vederti piangere..."
Il più grande tirò su con il naso e si voltò tra le braccia del biondo, fino a trovarsi faccia a faccia con lui.
-"Non te ne vai?" Gli chiese e poggiò la testa sul petto del più piccolo.
Federico scosse la testa e gli baciò la fronte.
-"Non me ne vado."
-"E mi dai un bacio?"
-"Perché solo uno?" Replicò Federico e lo baciò.
Il più grande, mentre le loro braccia si cercavano all'infinito in quella stanza poco illuminata, si spostò e si mise a cavalcioni sul biondo che lo strinse tra le sue braccia. Federico lo strinse il più possibile a lui e spostò le mani sotto la t-shirt del moro, iniziò ad accarezzargli la schiena nuda e gli morse il labbro inferiore.
Benjamin, ancora con gli occhi un po' lucidi, si staccò dalle labbra del minore facendolo mugolare per la disapprovazione di quel suo gesto.
-"Non staccarti, ti prego..." Sussurrò Federico e cercò di baciarlo nuovamente, ma il moro si spostò. "Che succede? Perché non vuoi baciarmi?"
Il moro si sistemò meglio su di lui e poggiò la fronte su quella del più piccolo, che lo guardava confuso e preoccupato.
-"Voglio fare l'amore con te." Gli disse, facendo sorridere il più piccolo. "Voglio che tu faccia l'amore con me." Aggiunse e gli baciò la punta del naso.
Il più piccolo sorrise e gli accarezzò la guancia.
-"Sono qui." Rispose. "E non voglio altro."
Benjamin sospirò e scosse la testa.
-"Non hai capito." Disse.
-"Che cosa?"
-"Voglio che sia tu a prenderti cura di me, a fare l'amore con me."
Il biondo sorrise intenerito e annuì.
-"Mi prenderò sempre cura di te." Replicò e lo baciò.

Federico fece stendere il più grande sul letto, mantenendo un contatto visivo con lui, e si sdraiò su di lui stando ben attento a non fargli del male. Mai come in quel momento aveva visto Benjamin tanto vulnerabile, per la prima volta lo vedeva nudo davanti a lui in ogni senso. Con estrema cautela e lentezza, per viversi al meglio ogni singolo momento, spogliò il corpo di Benjamin e baciò ogni singolo lembo di pelle che scopriva. Con il sorriso stampato sul volto lasciò che anche il moro lo spogliasse e quando, entrambi, si ritrovarono nudi Federico accarezzò le gambe del più grande e si morse il labbro inferiore. Quello era probabilmente il momento più intenso che avesse mai vissuto in vita sua, provava così tante emozioni in quel momento da non saperle nemmeno distinguere. Dire che era felice era riduttivo, sarebbe stata un insulto per quel momento tanto importante.
-"Sei sicuro?" Gli chiese Federico.
Benjamin annuì sicuro e allacciò le gambe sul bacino del minore.
-"Non sono mai stato tanto sicuro." Rispose.
Dopo poco, lentamente, Federico si spinse nel corpo del più grande e lo baciò fino a quando la smorfia di fastidio di questo non diventò un radioso sorriso. Perché Federico aveva bisogno che Benjamin sorridesse, aveva bisogno di vederlo sorridere per stare bene. Pian piano iniziò a spingere nel corpo del ragazzo, fino ad acquisire un certo ritmo e gli ansimi diventarono ben presto veri e propri gemiti. Benjamin si aggrappava alle spalle di Federico, gettava la testa all'indietro e ripeteva il suo nome all'infinito. Fino a quando non sentì quel nome diventare anche il suo, parte di lui.

-"Stai bene?" Chiese Federico, con tono di voce abbastanza basso dato la tarda ora, al ragazzo che se ne stava sdraiato tra le sue gambe e con la testa sul suo petto nudo.
Il moro annuì e gli accarezzò il petto.
-"Come potrei stare male dopo quello che abbiamo appena fatto?" Replicò e gli baciò il petto.
Il più piccolo gli cinse i fianchi nudi e poggiò una gamba su quella del moro, che aveva categoricamente rifiutato di coprirsi.
-"Sei silenzioso." Rispose. "C'è qualcosa che ti turba?" Gli chiese.
Benjamin sospirò e annuì ancora una volta.
-"Sei ancora arrabbiato con me?" Gli chiese. "Perché ho parlato con Edward." Specificò.
Il più grande gli accarezzò il fondoschiena nudo e scosse la testa.
-"Non più." Rispose. "Ma devo ammettere che sono un po' stranito dal comportamento di Edward." Ammise.
-"Perché? Che cos'ha fatto?"
-"Non ha fatto nulla, è questo il problema." Disse il biondo. "Non ha minimamente accennato alla vostra conversazione, non appena mi ha visto ha iniziato a parlare dei preparativi del matrimonio. Sembrava molto sereno, direi quasi felice." Spiegò. "Quando stavo per andare a dormire è stato lui a dirmi che durante la cena non stavi bene e che sarei dovuto venire da te. Non mi aspettavo che mi cacciasse a calci ma nemmeno questo genere di comportamento." Concluse.
Il più grande sospirò e si sistemò meglio tra le gambe del minore.
-"Forse vuole fingere che io, che la nostra relazione, non esista." Ipotizzò il ragazzo, che sentiva il sonno impadronirsi di lui.
Federico gli baciò la fronte.
-"Ma tu esisti, Benjamin." Rispose. "E lo farai sempre." Aggiunse. "Io non ti lascio."
Il moro sorrise stanco e chiuse gli occhi.
-"E invece lascerai mai lui?"
-"Per me è come se già l'avessi fatto. Esisti soltanto tu."

I due ragazzi finirono per addormentarsi in quella posizione, nudi e stretti l'uno all'altro. Per la prima volta non avevano paura che Edward potesse entrare da un momento all'altro da quella porta, a nessuno dei due interessava più di Edward. Il moro aveva evitato di riferire al più piccolo la loro intera conversazione, non voleva che Federico soffrisse nel sapere che ormai, per il rosso, era soltanto una gara di vincere. Voleva che Federico si sentisse la persona più importante del mondo e per lui lo era.
L'indomani mattina i due si svegliarono troppo presto per i loro gusti, si erano addormentati a tarda notte e la giornata che avevano vissuto non era stata tra le più facili, dal rumore dei mobili che si spostavano al piano inferiore.
-"Ma che succede?" Chiese il maggiore, con la voce impastata di sonno, mentre si strofinava gli occhi con una mano.
Federico, decisamente più sveglio di lui, scosse la testa e lo aiutò ad alzarsi.
-"È quello che voglio andare a scoprire." Disse e cercò di spostarsi ma il moro lo fermò.
-"Non me lo dai il buongiorno?" Gli chiese e si morse il labbro inferiore.

I due ragazzi, pochi minuti dopo, scesero al piano di sotto e trovarono il salotto totalmente stravolto. Degli uomini, a loro sconosciuti, stavano spostando tutti i mobili sotto direttiva del rosso.
-"Ma che sta succedendo?!" Esclamò Federico, alzando il tono di voce per farsi sentire.
Edward si voltò verso i due e sorrise al minore, per poi zoppicare da lui e dargli un bacio sulla guancia.
-"Buongiorno piccolo, hai dormito bene?" Gli chiese, non accennando nemmeno al discorso che Federico non avesse dormito con lui.
-"Che sta succedendo qui?" Chiese il moro, ancora mezzo addormentato e si reggeva alla spalla del minore. "Perché stai spostando i mobili?"
-"Per il matrimonio, ovvio!" Esclamò Edward allegro. "Da qualcosa dovremmo pur iniziare, no?"
-"E perché stai spostando i mobili?" Chiese il più piccolo, abbastanza stanco di affrontare l'argomento matrimonio.
-"Per le foto." Rispose il più alto. "La settimana prossima verrà il fotografo, per iniziare a fare qualche foto prima del matrimonio, e non mi va che trovi la casa in disordine."
Federico spalancò la bocca.
-"Verrà il fotografo? E chi l'ha deciso?"
-"Io, mi sembra ovvio."
-"E non pensi che avresti dovuto dirmelo?" Chiese Federico, abbastanza irritato.
-"Te lo sto dicendo adesso, no?"
-"Edward, dannazione, quando smetterai di decidere anche per me?!" Urlò Federico. "Non sono un fottuto oggetto, lo vuoi capire?! Non sono di tua proprietà!"

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora