Thirty seven.

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Il più grande riuscì a far dimenticare, almeno per un po', a Federico ciò che quella mattina era successo con Edward e a farlo sorridere.
Insieme i due ragazzi decorarono parte delle casa, era decisamente troppo grande per essere decorata in una sola giornata e per di più solo da due persone, e nel pomeriggio decisero di dedicarsi totalmente ad addobbare l'albero di Natale che avevano già sistemato al centro del salotto.
Le loro risate riecheggiavano tra le stanze vuote della casa e facevano sorridere il personale che, di tanto in tanto, passava nel salotto per svolgere qualche faccenda domestica. Quando però non c'era nessuno, quando nessuno poteva vederli, i due giovani si scambiavano anche teneri baci e si stringevano come se da quell'abbraccio dipendesse la loro intera esistenza. Quando erano soli riuscivano ad essere loro stessi, senza paura, riuscivano a dimenticare tutto il resto.
Giorno dopo giorno, Benjamin e Federico, capivano di essere sempre più importanti l'uno per l'altro e di non poter interrompere quel qualcosa che stava nascendo tra di loro. Sapevano di star sbagliando, se lo ripetevano continuamente ma non potevano fare altrimenti. Speravano di poter tenere quella situazione nascosta, soprattutto ad Edward, il più possibile per permettere ad entrambi di capire ciò che stava succedendo e ciò che provavano l'uno verso l'altro.
Per non commettere errori.

Benjamin e Federico decorarono come meglio gli sembrava il grande albero di Natale e Benjamin insistette affinché fosse lui a sistemare il puntale. Federico, dopo una fragorosa risata, lo fece mettere sulle sue spalle e lo osservò, dal basso, felice di vedere il moro tanto sorridente mentre sistemava il puntale.
Subito dopo i due ragazzi si buttarono, stremati, sul divano e il più piccolo appoggiò la testa sul petto del moro che lo strinse tra le sue braccia.
-"Sono stanchissimo." Borbottò Federico, con parte della faccia schiacciata sul petto del maggiore, e sbadigliò.
-"Anch'io piccolo." Rispose e gli lasciò un bacio tra i capelli scompigliati che gli ricadevano sulla fronte. "Mi sono divertito tantissimo però." Aggiunse e sorrise.
Il più piccolo, visibilmente stanco, alzò la testa per guardarlo meglio e ricambiò il suo sorriso.
-"Anch'io mi sono divertito moltissimo." Replicò. "È stato divertente decorare con te la casa e addobbare l'albero." Aggiunse e si voltò verso il grande albero che avevano appena finito di addobbare. "E devo ammettere che è venuto davvero bene." Concluse e sorrise orgoglioso del risultato ottenuto.
-"Sì, abbiamo fatto davvero un bel lavoro." Gli diede ragione Benjamin e intrufolò le mani sotto il maglione del più piccolo, per potergli accarezzare la schiena senza alcuna barriera tra le loro pelli. "E domani ci aspetta il resto!" Esclamò allegro. "Abbiamo ancora il giardino e molte stanze delle casa da decorare." Disse, felice per l'idea che avrebbe passato un'altra giornata come quella.
Il biondo si sistemò meglio sul moro e sorrise.
-"Non vedo l'ora." Rispose e gli diede un bacio a stampo.
-"Tutto qui?" Replicò il più grande e inarcò un sopracciglio.
-"Tutto qui cosa?"
-"Mi merito solo questo misero bacio a stampo?"
Federico ridacchiò e gli prese il viso tra le mani.
-"Meriti tutti i baci di questo mondo." Rispose e fece unire le loro labbra.

Mentre le labbra dei due giovani continuavano a cercarsi disperatamente quando sentirono Khaleese abbaiare e, subito dopo, la porta d'ingresso aprirsi e richiudersi poco dopo.
-"Sono a casa!" Urlò la voce, a loro famigliare, di Edward abbastanza distante da loro.
Non appena sentirono la voce del rosso, e il rumore dei suoi passi andare verso di loro, Federico si affrettò ad allontanarsi dal minore e si sedette sul pavimento, lasciando che Benjamin stesse sdraiato sul divano. Benjamin, invece, accese la tv per rendere la situazione più credibile e finse di starla guardando in modo abbastanza annoiato.
Dopo un lasso di tempo brevissimo Edward entrò nel salotto e guardò attentamente la stanza, per poi sbuffare.
-"Vedo che avete totalmente ignorato le mie parole." Disse, abbastanza infastidito.
Benjamin si voltò verso suo cugino e aggrottò la fronte.
-"A che cosa ti riferisci?" Gli chiese e si mise a sedere sul divano, vuoto senza Federico accanto a lui.
-"A che cosa mi riferisco? Me lo stai chiedendo davvero, Benjamin?" Replicò il rosso e inarcò un sopracciglio. "È talmente evidente!" Esclamò e spalancò le braccia, coperte da una camicia blu scuro.
-"Edward potresti spiegarci di che cosa stai parlando?" Gli chiese Federico, ancora seduto a gambe incrociate sul pavimento.
Il più alto sbuffò sonoramente e indicò l'albero di Natale scintillante.
-"Mi riferisco a quello, Federico!" Quasi gridò il ragazzo.
-"Oh." Esclamò Benjamin. "Ti piace?" Gli chiese. "A noi moltissimo!" Continuò entusiasta e orgoglioso del loro lavoro.
-"No, Benjamin, non mi piace!" Urlò il più alto. "Vi avevo detto di non farlo, di non decorare la casa ma invece voi mi avete totalmente ignorato!" Gridò.
-"Sì, va bene, ma non mi sembra il caso di prendertela tanto." Borbottò il moro e incrociò le braccia al petto.
-"Amore." Si intromise Federico, prima che il suo fidanzato iniziasse ad urlare contro il moro, usando quel nomignolo per cercare di farlo calmare nonostante la presenza di Benjamin. "Sai che amo decorare la casa e, sinceramente, il fatto che saremo in vacanza in quei giorni non mi sembra un buon motivo per lasciare che la nostra sia l'unica casa priva di decorazioni." Disse Federico. "In questi giorni saremo ugualmente in casa e sarà bello vederla tutta colorata e decorata." Aggiunse. "Non prendertela." Concluse.
-"Non mi importa che cosa ti piace o non ti piace fare, Federico!" Urlò Edward e si avvicinò ai due. "Mi importa che non mi hai dato retta, che hai agito come se in questa casa non ci vivessi anch'io!" Continuò. "Ti avevo chiesto un favore ma tu sei un fottuto egoista e vuoi solo per te il meglio!"
Federico, a quelle parole, sgranò gli occhi e si alzò, per poi avvicinarsi al rosso.
-"Edward te la stai prendendo per niente!" Urlò in risposta il biondo. "Io non ti ho mai promesso che non avrei decorato la casa, anzi!" Continuò. "E se hai una delle tue cazzo di giornate storte vai a prendertela con qualcun altro e non con me, perché io non ho alcuna intenzione di stare qui a sopportare le tue isterie in silenzio!"
-"Invece me la prendo con te perché è per colpa tua se ho delle cazzo di giornate storte!"
-"Edward adesso basta!" Urlò Benjamin e si alzò dal divano per raggiungere Federico. "Te la stai prendendo troppo per un fottuto albero e qualche decorazione!" Continuò. "E non osare mai più dire queste cose a Federico!"
Edward assottigliò gli occhi e serrò i pugni.
-"Altrimenti? Altrimenti che cosa mi farai?"
Benjamin ghignò e si avvicinò pericolosamente al rosso.
-"Non sfidarmi, cuginetto, sai che la tua bella faccia non ne uscirebbe intatta." Disse. "Chiedi scusa a Federico, Edward, prima che sia troppo tardi."
Il rosso fece una smorfia disgustata e indietreggiò.
-"Andatevene al diavolo entrambi." Disse e andò via.

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora