Thirty two.

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La pioggia cadeva fitta sulle strade quasi deserte della bella San Diego, di tanto in tanto si udiva il suono di una macchina che in tutta fretta attraversava la strada per far ritorno a casa. Novembre aveva ormai superato la sua metà e nell'aria si percepiva sempre di più la tipica allegria natalizia. Mancava poco più di un mese alla grande festa ma i negozi avevano già iniziato a vendere addobbi e a decorare i loro stessi negozi.
Federico da piccolo amava festeggiare il Natale, era la sua festa preferita e in quei giorni non faceva altro che sorridere ed essere allegro. Crescendo però le tante cose che gli erano capitate avevano un po' offuscato il suo amore per il Natale, aveva sempre meno persone che gli volevano bene intorno e sempre più pensieri negativi a riempirgli la mente, per diversi anni arrivò al punto di non festeggiarlo affatto. Quando, poi, però aveva incontrato Edward aveva ritrovato un po' di quell'amore per la bella festività e aveva ripreso a festeggiarla, anche se non con grandi feste. In genere la giovane coppia preferiva una cena con i genitori di Edward o una bella gita fuori gita, evitavano anche di farsi regali. Edward non voleva che Federico soffrisse ricordando la famiglia che non aveva più quindi si limitava a ricoprirlo d'amore e a cercare di farlo sorridere.
Quel Natale però sarebbe stato diverso. Ci sarebbe stato anche Benjamin e Federico non aveva idea di come affrontare la situazione.

Erano passati alcuni giorni da quando Federico aveva lasciato Benjamin, nudo, nella sua stanza e gli aveva detto che qualsiasi cosa ci fosse tra di loro doveva finire. In quei giorni i due non avevano parlato se non i soliti convenevoli per non far insospettire Edward. In compagnia del rosso, che fortunatamente stava poco a casa, Benjamin e Federico cercavano di comportarsi in modo normale e non accennavano neppure alla questione che era successa. Quando erano soli, però, il moro tentava di parlare con il più piccolo ma questo si rifiutava sempre con scuse diverse. Si limitava a ripetergli che era finita e che per un periodo avrebbero fatto meglio a stare lontani, per poter dimenticare quanto era successo e poter riprendere il loro rapporto di amicizia. Ma quello che Federico non sapeva era che Benjamin non avrebbe mai accettato di essere solo suo amico.

-"Ti va di vedere un film con me?" Chiese il maggiore non appena mise piede nell'ampio salotto.
Il moro aveva dovuto rinunciare ai suoi piani quel sabato sera, la pioggia gli aveva impedito di andare a fare un giro moto come aveva progettato e si era dovuto accontentare di una serata in casa con Federico, che non voleva parlargli, ed Edward.
Federico, seduto a gambe incrociate sul divano mentre guardava annoiato la tv, si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio.
-"Benjamin, per favore, smettila..."
Il moro sospirò e alzò gli occhi al cielo.
-"Federico ti ho solo chiesto se vuoi vedere un film con me." Disse. "Non ti ho chiesto di spogliarti e girare un film porno con me da vendere negli Emirati arabi." Aggiunse. "E non ti ho nemmeno chiesto di parlare. Ti ho solo chiesto di guardare un film con me." Concluse e strinse il dvd tra le mani.
Il più piccolo rimase in silenzio per qualche secondo. Il moro aveva ragione, non gli aveva chiesto nulla di strano, voleva solo guardare un film con lui in un piovoso sabato sera. Aveva sbagliato ad attaccarlo subito, senza nemmeno pensare.
-"Che film vuoi guardare?" Gli chiese.
Benjamin si rigirò il dvd tra le mani e lesse il nome del film.
-"Dorian Gray." Lesse. "L'ho trovato nella mia stanza e mi è venuto voglia di guardarlo." Disse.
Il biondo annuì.
-"Va bene, guardiamolo." Rispose e gli passò il telecomando.
Il più grande prese il telecomando e si avvicinò alla televisione.
-"Dov'è Edward?" Gli chiese.
-"È al piano di sopra a parlare con non so chi di lavoro." Rispose il minore e strinse le ginocchia al petto.
-"Ne avrà per molto?" Continuò a domandargli il più grande. "Vorrei guardare il film anche lui." Aggiunse e si abbassò sulle ginocchia per inserire il dvd.
-"Non lo so." Rispose Federico. "Forse per una decina di minuti o poco più." Aggiunse. "Mi ha detto che doveva definire dei dettagli della nuova collezione." Gli spiegò e poggiò la testa sulle sue ginocchia.
-"Va bene." Replicò il moro e inserì il dvd. "Allora lo aspetteremo." Disse. "Ho chiesto ad una ragazza del personale di prepararci dei popcorn, per te va bene?" Gli chiese e mise il film in pausa prima che partisse.
-"Sai che a me va bene tutto ciò che fai..." Sussurrò il più piccolo, per poi abbassare lo sguardo.
-"Tranne quando provo a parlarti o a toccarti." Disse Benjamin con tono duro e si voltò verso di lui. "Quando ti chiedo spiegazioni non ti piace ciò che faccio, anzi lo odi." Aggiunse.
-"Benjamin, per favore..."
-"No, Federico, no!" Esclamò Benjamin e si avvicinò a lui. "Io ho bisogno di spiegazioni, ho bisogno di sapere che cosa è successo quella notte, se ho fatto qualcosa di sbagliato io o se è successo qualcosa dentro la tua testa!" Continuò e mise le braccia ai lati del corpo del minore. "Ho bisogno di sapere, Federico, perché io sto impazzendo. Sto impazzendo all'idea di non poterti avere accanto e di non sapere nemmeno il perché. Sono notti che non dormo, da quella notte, perché ogni volta che chiudo gli occhi vedo te. Te che mi baci, te che vuoi vivermi e mi spogli. Vedo che te mi sorridi e io mi sento morire dentro perché poi ritorno alla realtà e tu non mi sorridi più. Io sto impazzendo senza di te, Federico. Mi aggiro per questa cosa come un'anima in pena, ho sempre paura di vederti baciare Edward e sapere che io per te non sono niente." Continuò mentre i suoi occhi diventavano sempre più lucidi. "Io ho bisogno di spiegazione, Federico, te ne prego..." Sussurrò, ormai stanco e sconfitto.
Il biondo si odiava per ciò che stava succedendo, seppur in modi diversi, stava facendo soffrire due persone per lui importantissime e non stava facendo nulla per evitarlo. Davanti a lui Benjamin era quasi in lacrime e lui rimaneva in silenzio a guardarlo, a guardarlo distruggersi per lui.
-"Non ci sono molte spiegazioni..." Sussurrò il biondo con lo sguardo basso. "Semplicemente tu non mi piaci, non come pensavo..."
A quelle parole Benjamin sentì il mondo cadergli sulle spalle, quelle poche speranze che aveva conservato si frantumarono davanti ai suoi occhi. Federico lo aveva solo preso in giro.
Ad impedirgli di urlare, o di scoppiare a piangere, fu l'ingresso di Edward che sembrava decisamente felice.
-"Ragazzi." Li chiamo il rosso, che non notava nulla di strano in quella situazione. "Ho una cosa da proporvi." Disse.
-"Amore che succede?" Gli chiese Federico e si voltò verso di lui.
Amore. Benjamin avrebbe voluto urlargli che era lui la persona che doveva amare, che meritava quel nomignolo ma non lo fece perché sapeva che Edward lo meritava molto più di lui.
-"Vi andrebbe una gita tutto insieme a Chula Vista?" Chiese entusiasta Edward.
-"Io passo Ed, non ho voglia di fare una gita." Rispose il moro, il volto era stanco e a stento si reggeva in piedi.
-"Te lo scordi signorino, tu non puoi mancare."
-"E perché?"
-"Perché ti ho trovato un fidanzato!"

Once upon a time || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora